Primavera Sound 2005 Report (LT 07 Preview)
Stephen Malkmus - Home Alone (LT 06)
Adam Green - American Idol (LT 05)
Low... forever changes (LT 05)
Revisionismi: J Mascis - Martin And Me (LT 05)
Sono un ribelle, mamma (Write Up n.2)
Tra le pareti (www.julieshaircut.com)
Broken Social Scene: all in the family (LT04)
Revisionismi:Weezer-Pinkerton (LT04)
Le parole che non ti ho detto (MarieClaire feb 05)
Revisionismi: Scisma-Armstrong (LT03)
Meg: essenza multiforme (LT03)
Greg Dulli e Manuel Agnelli: Matrimonio all'italiana (LT03)
American Music Club e R.E.M.- Once were warriors (LT03)
La lunga estate dei folletti (LT02)
Not tomorrow!No manana!Today! (LT02)
Blonde Redhead sulle ali della farfalla (LT01)
Oltre la traversa (Il Mucchio Selvaggio 2002/2003)


Weeds



venerdì, aprile 28, 2006

E pensare che c'è ancora chi crede che gli mp3 siano il male



Finire quasi per caso su un mblog ed imbattersi in una roba come questa è una di quelle cose in grado di salvare una giornata.

I R.E.M. dal vivo in una college radio americana.
Dal 1984 al desktop del tuo computer in pochi minuti.
Tipo che sei anni fa sarebbe stata fantascienza.

E invece: R.E.M. Live On WLIR 1984. Grazie a rbally.

Per il resto: ho talmente tante cose da scrivere che non riesco a scriverne neanche una.
Che sia arrivato finalmente il momento di stare zitto?

mercoledì, aprile 26, 2006

La storia più porno che hai, tienila in serbo per quando torno da lei



Qui domani ci sarà un post, ma per ora c'è della pubblicità.

Giovedì 27 aprile a Larsen ci sono i Non Voglio Che Clara (in formazione ridotta: un pianoforte, una voce e una chitarra).
Dalle 14.47 circa, per una mezzo'retta almeno, suoneranno due pezzi, guarderanno un video di Luigi Tenco e chiacchiereranno con Giulia.
Si possono vedere in streaming (qui), oppure in tv (canale 809 di Sky e su un canale a caso- nel senso che non ho idea di quale sia- del digitale terrestre).

Un impegno concreto

Basta Prodi, Berlusconi, le larghe intese, il governissimo, Bertinotti, D'Alema, Andreotti e Marini.
Per risolvere il pantano in cui da troppo tempo questo paese affoga...



Non ci sono cazzi.

(il banner è stato partorito da Max La Pop)

lunedì, aprile 24, 2006

No big hair!

Il mercato discografico è una bestia strana.
Un toro con le corna dalla parte sbagliata.
Un orso polare sull'isola di Lost.
Una cosa che c'è, ed è innegabile che c'è.
Ma non si spiega.

Per dire: sono anni ormai che non si vendono dischi o se ne vendono molto pochi.
Ed è così in qualsiasi parte del mondo.
Anche in quei posti il cui mercato appare florido e intoccabile, è evidente lo stato di crisi.
Eppure continuano ad esistere fenomeni incredibili.
Per dire, in America, è da più di un decennio che Todd Mark Rubenstein pubblica una collana di improbabili tributi ad artisti di estrazione pop e rock registrati di volta in volta da diversi quartetti d'archi.
Un po' di nomi: Pixies, REM, gli ovvi Beatles, gli U2, i Coldplay, ma anche Mars Volta e Flaming Lips. Tutti, in pratica.
Ed il bello è che la gente li compra.
Puro materiale per collezionisti ed amanti del bizzarro, o colonna sonora per matrimoni kitsch tra giovani coppie appassionate di musica pop e non solo.
Niente che lasci il segno per davvero.
Ma hanno successo. E vendono.
A volte molto di più dei dischi veri e propri degli artisti da cui prendono le canzoni.

Ancora più folle è l'operazione analoga che vede come protagonisti artisti e album di diversa estrazione (anche lì si va dall'indie al metal passando per tutto il resto), reinterpretati in chiave bluegrass/country (imperdibili "Pickin'on Modest Mouse" e quello dedicato ai Metallica).
Come se qualcuno prendesse tutte le canzoni dei vari Baustelle, Jovanotti, Afterhours , Tiziano Ferro, Yuppie Flu e ne registrasse delle cover in versione pizzica salentina.
Roba che non ci crederebbe neanche Fox Mulder. Figuriamoci Dale Cooper.

Qualche mese fa, un quartetto di jazzisti capitanato da James Carter (sassofonista piuttosto noto in patria, famoso per le sue riletture dei classici di Billie Holiday), ha avuto la bella pensata di registrare un intero disco di cover dei Pavement.
Sì, quei Pavement. Proprio loro.
Il risultato si chiama "Gold Sounds". Nei momenti più felici rimanda a certo jazz classico (si può dire be-bop?), in altri alla musica che si ascolta dal dentista o in ascensore.
Alcune cover sono diversissime dagli originali (Cut Your Hair, per dire, ci si mette un po' a riconoscerla). La maggior parte invece riprendono i brani originali in maniera talmente calligrafica da sfiorare la comicità involontaria.
Insomma, non saranno come Brad Mehldau alle prese con i Radiohead, ma la curiosità finiscono per stuzzicarla lo stesso.
Ascoltare Stereo ed Here, per credere.

venerdì, aprile 21, 2006

Le grandi esclusive di [indiessolvenza]: il nuovo film di David Lynch



Arieteman.
Un capolavoro annunciato.
La storia del cinema riscritta in meno di un minuto.

(Preso su Hatingline, un blog veramente fuori dagli schemi).

Le nuove frontiere della comunicazione (e comunque io odiavo i Menswe@r)

Copio e incollo una mail che ho ricevuto ieri sera:

Hallo, io sono Chris Gentry da Londra, forse ti ricordi della mia band Menswe@r e di questo vecchio pezzo? http://rapidshare.de/files/18503553/Chris_Gentry_in_1995.mp3.html Oppure conosci la mia nuova band Vatican DC, il nuovo singolo si chiama Wow http://rapidshare.de/files/18504025/Chris_Gentry_in_2006.mp3.html Ti sto scrivendo queste righe percha saro DJ ospite per un paio di serate in Italia e forse sono vicine alla tua citta: sabato 13 maggio vicino Padova e domenica vicino Vicenza
Grazie per avermi letto e spero anche ascoltato gli mp3, se vuoi piu informazioni sulle date rispondi a questa mail
All the best, Chris



La mail era scritta direttamente in italiano.
Forse era una delle "tre i" del governo Blair.
Forse no.

(la pagina myspace dei Vatican Dc)

giovedì, aprile 20, 2006

E' una questione privata

Mogwai live a Roma 19 aprile 2006



Ieri mi hanno raccontato una storia.
Non so se si tratti di una storia vera o semplicemente di fantasia, ma so che è una bella storia.
E le belle storie meritano sempre di essere raccontate, anche se non sono vere.
Soprattutto se non sono vere.

A. è a Milano per lavoro, marzo è iniziato da pochissimi giorni. Non si capisce se fa caldo o fa freddo. Forse perché fa tutte e due le cose insieme.
E' vestito come un mormone. Si sente a disagio. Piuttosto che indossare una giacca e una cravatta preferirebbe il casco nero di Darth Vader, ma non può fare altrimenti.
E' lì per una riunione importante. Una di quella a cui ci si va con la valigetta in mano.
Fuori dal palazzo c'è un taxi che l'aspetta. L'ha prenotato una settimana prima.
Ha i secondi contati e tutto deve essere calcolato alla perfezione.
Non sono ammessi sgarri.
Scende le scale, non gli piacciono gli ascensori, saluta il portiere e si dirige verso la macchina bianca.
Apre la portiera, non fa in tempo ad aprire la bocca che rimane sorpreso dalla musica diffusa nel taxi.
"I Mogwai? Quale cazzo di radio manda in onda i Mogwai a quest'ora?"
Non fa nemmeno il tempo ad indagare che la canzone finisce.
Ne inizia un'altra. Sempre dei Mogwai.
A. non si trattiene: "Scusa, ma ti piacciono i..."
La frase non fa in tempo a finirla. Il tassista si illumina. Impazzisce.
Ascolta i Mogwai tutti i giorni, da sei anni, e mai nessun cliente si è interessato a quella musica.
Nessuno che abbia mai chiesto di cosa si trattasse, nessuno che si fosse mai dimostrato infastidito, figuriamoci contento, di quella musica.
Mai una parola. Una faccia, neanche uno sbuffo.
Niente di niente.
Il tassista è felice, non si trattiene più, racconta di viaggi e di concerti collegati ai viaggi.
Di notti insonni negli aeroporti e nelle stazioni. Di Fear Satan, come la chiamano gli intimi, e di Xmas Steps che ormai non la suonano quasi più, però, insomma...
Parla, snocciola aneddoti su aneddoti e si scioglie.
Poco prima di lasciare A. al suo lavoro, subito dopo: "Ecco, tieni pure il resto." e "Ma no, scherzi, dovrei essere io a pagare te", indica con un dito il cruscotto della macchina. Vicino al tassametro, proprio dove una volta ci andava la classica scritta "Non correre, pensa a me" è attaccato un biglietto. Quello del concerto dei Mogwai a Milano. Il prossimo.

C'è poco da fare, i Mogwai sono il classico gruppo che ti viene facile considerare come "un fatto personale". Una band che riesce a dire tantissimo pur facendo dell'incomunicabilità un vanto. Una bandiera.
Un po' come certi giochi della Settimana Enigmistica, si limitano a darti i puntini.
Unirli, seguire i numeri e vedere che disegno esce fuori è un compito che tocca allo spettatore.

Si limitano a suonare note che sono emozioni. E che scuotono.
Anche quando si dimenticano di fare tutte le tue canzoni preferite, anche quando il suono ed i volumi non sono all'altezza, anche quando si ritrovano su palchi infami e non meritevoli di così tanto pubblico.

Questa sera erano a Milano.
Il tassista ha staccato il biglietto dal cruscotto del suo taxi ed è entrato nella sala concerti.
La storia è finita. Anche se non so ancora come.

mercoledì, aprile 19, 2006

No una, non due, non tre... sei! (Who Put the "M" in Codroipo?)

m

12 luglio - Villa Solaria - Sesto Fiorentino
14 luglio - Neapolis Festival - Napoli
15 luglio - Anfiteatro Zafferana Etnea - Catania
16 luglio - Teatro Romano - Ostia Antica
18 luglio- Villa Arconati - Bollate
19 luglio - Villa Manin - Codroipo

Prevendite disponibili dal 27 aprile.
(via Rockol)

domenica, aprile 16, 2006

You think we're fanatical but we're not so fanatical, in fact we're heretical... Heretical!



Tipo che in questi giorni è uscita una compilation della Homesleep.
Una cosa strana. La via di mezzo tra un'idea rivoluzionaria ed una reazionaria.
La rivoluzione (tra millemila virgolette) sta nel fatto che non si tratta di un disco, ma di una manciata di mp3 scaricabili dal sito di una rivista. Rockstar. Il fu simpatico mensile per teenager. Gratis.
O meglio, è gratis solo per quelli che hanno comprato il giornale e che lo hanno a disposizione al momento di effettuare il download (roba di codici, parole, numeri di pagine e righe da controllare). Troppo complicato, lo so.
Peccato, perché la compila merita davvero (un greatest hits dell'etichetta bolognese che va dagli Yuppie Flu fino agli Each Other, passando per Fuck, Julie's Haircut, Giardini di Mirò, Ian Fays, Ant... insomma l'intero catologo. O quasi).

Heretical,
invece, è il nuovo pezzo dei MiceCars (i gaglioffi della foto più l'accorata collaborazione di un altro tizio che non si fa fotografare ma che vi giuro è un figo della madonna e se volete uscire con lui basta che mi date il vostro numero e vedo di metterci una parola buona).
Il primo pezzo tratto da un disco che uscirà tra un po.'
Un pezzo le cui voci sono state registrate alle sei del mattino, dopo che per ore lo studio (e le orecchie dei presenti) erano state messe a dura prova da un cantante autore di musica etnica, il mitico Tonino Zurlo. "Cervell' e coratell..."
Un pezzo che a quell'ora lì, alle sei del mattino, aveva l'effetto che fa il traguardo visto da un ciclista che per otto ore ha pedalato in montagna. Che poi sia solo quello dell'intergiro è un altro discorso. Che poi al massimo possa portare ad una vittoria di tappa lo è ancora di più.
Ma d'altronde è con le vittorie di tappa e con i buoni che si vince il Tour de France. Per cui...

Anche Heretical è presente sulla compilation di Homesleep/Rockstar.
Per scaricarla servono codici, parole e mille altre diavolerie.
Per ascoltarla: basta cliccare qui.

(E qui invece si scarica e basta.)
E' un rough mix, maneggiare con cautela.

venerdì, aprile 14, 2006

Sperando non sia troppo tardi



Servirebbero un milione di parole per spiegare perché il Six Days Sonic Madness non deve morire, ma nessuna di queste sarebbe abbastanza per descrivere l'atmosfera che si respira in quei giorni di musica, salite e caldo assassino di fine luglio in quel di Guardia Sanframondi.
Bisogna andarci, al Six Days, bisogna guardare in faccia quei ragazzi e quelle ragazze che ogni anno si sbattono per fare sembrare il loro posto un posto migliore.
Respirare quell'aria e sentirsi parte di un qualcosa d'importante.
Qualcosa che ha a che fare con la musica ma che nasconde ben altri significati.
Significati talmente grossi che il milione di parole di prima lo si moltiplica per due miliardi ed il risultato è talmente grande che fa paura.

Bisognerebbe andarci, ma forse non ci si potrà andare più.
Per questo motivo, sempre a Guardia, è stata organizzata una tre giorni (da domani a Pasquetta) per manifestare dissenzo verso una burocrazia assassina, capace di mandare al creatore l'unica cosa che tiene veramente viva quella zona.
Questo blog è lì con il pensiero. Beve Birra Morena con Angelo ed Achille ed invita tutti (ma proprio tutti) a farsi un giro sul sito della manifestazione e lasciare un segno di solidarietà.

(la foto in alto è di Caterina Farassino. Un bacio, dovunque si trovi adesso)

giovedì, aprile 13, 2006

E così tornossi a parlare delle solite cazzate...



Satan Eats Seitan (sì, quasi come il sottotitolo), il nuovo video dei Julie's Haircut.

Qui.

mercoledì, aprile 12, 2006

Una vittoria è una vittoria è una vittoria

Dialogo origliato alla prima data romana del tour degli Afterhours.

Personaggi e interpreti: donna mingherlina nei panni di donna mingherlina.
omone con maglietta "Io Non Tremo" ed il vizio di gridare: "Manueeeee sei un poeta!" nei panni dell'omone con maglietta "Io Non Tremo" ed il vizio di gridare: "Manueeee sei un poeta!".
Tutti gli altri nei panni di tutti gli altri.

Donna mingherlina: "Scusa. Ma non lo sai che è vietato fumare?"
Omone con maglietta.... "Ah"
Donna mingherlina: "Sì, hanno fatto una legge. Per cui spegni questa sigaretta. Mi dà fastidio."
Omone con maglietta: "Scusa. La spengo subito."
Donna mingherlina, urlando: "E pure voi, spegnete ste sigarette, altrimenti chiamo i carabinieri.
C'è una legge!".

La serietà al governo.

martedì, aprile 11, 2006

Ho visto... (Slight Return)

Un giorno lunghissimo che pareva non finisse mai e forse non è ancora finito.
Ho visto Roma trasformarsi in Twin Peaks e farsi scudo di una calma apparente quanto irreale.
Ho visto gente abbandonarsi a facili entusiasmi dopo i primi Exit Poll e perdere pian piano le staffe.
Ho visto Beppe Grillo scrivere una lettera al nuovo Presidente del Consiglio, Romano Prodi, alle 15e35. Non ho visto un nuovo Presidente del Consiglio.
Ho visto Gavino Angius fare dichiarazioni che neanche il nuovo capo del mondo.
Ho visto i dati che pian piano arrivavano e le gambe che molto più velocemente cedevano.
Ho visto Bertinotti bullarsi di un sette percento, mentre Prodi continuava a spostare l'orario della conferenza stampa.Non ho visto la conferenza stampa. Non c'è stata.
Ho visto l'0mino della Nexus diventare pallido pallido.
L'ho visto tirare fuori miriadi di parole, motivazioni, spiegazioni che alla fine suonavano tutte come un unico concetto: "Mi sa che abbiamo fatto una figura del cazzo."
Ho visto Lost. Ad un certo punto non ce la facevo più.
Ho visto Bossi parlare con la voce del Califfo e lo sguardo di Norman Bates.
Ho visto Cossiga e quasi mi sentivo d'accordo con lui. Poi ho capito che non era niente di serio.
Forse si era solo ricordato di prendere il Prozac.
Ho visto una piazza piena di gente fischiare un inviato del TG5 ed ascoltare in silenzio Bruno Vespa.
Ho visto dati che si rincorevvano e si assotigliavano.
Ho visto Scajola fare il pieno di foglietti ed Intini avere un malore.
Ho visto Capezzone ricordarmi il perché non l'ho votato. E Pannella difendere la legge elettorale.
Ho visto i DS annunciare di aver "preso" il senato con diciotto seggi di differenza. E ho visto il senato finire in mano alla CDL per 155 a 154.
Ho visto Fassino proclamare vittoria e salire su un palco con Prodi, Rutelli e decine di coglioni con le bandiere al vento. Prima del Ministro dell'Interno. Prima di tutto.
Li ho visti ed ho pensato che forse Berlusconi non aveva poi tutti i torti .
Ho visto Scajola parlare di Golpe sudamericano.
Non ho visto nessuno rispondere: "Scuola Diaz. Genova. Si ricorda?"
Ho visto Bonaiuti annunciare un ricorso annunciato.
Ho visto i nervi che cedevano e la delusione che aumentava.
Ho visto gli italiani all'estero che evidentemente sono gli italiani migliori.
Ed ho visto il destino di un paese pendere dalla matita di Rita Levi Montalcini.
Hanno appena arrestato Provenzano.
Forse finalmente riuscirò a dormire.
Forse.

domenica, aprile 09, 2006

Ma che cazzo!



Pagina quattro della Gazzetta Dello Sport di oggi (cliccare sulla foto per ingrandire e leggere la fantastica didascalia).
E poi c'è ancora qualcuno che parla di questo paese come di un paese normale...ma va là.

(Segnalata da Akille nei commenti di questo post di Macchianera).

giovedì, aprile 06, 2006

Fare finta di parlare di musica per poi parlare d'altro



Volevo scrivere un post sugli ultimi giorni della campagna elettorale.
Un post che partisse dalla noia che provo ultimamente per il modo in cui certe notizie vengono gestite.
Di come anche la faccenda dell'orgoglio coglione si sia trasformata in poche ore in una barzelletta di quelle che fanno tanto ridere gli stranieri. Soprattutto i produttori polacchi.
Del modo in cui si perde tempo ad osservare la maniera in cui certi personaggi vengono ammantati di credibilità e considerati alla stregua di mirabili strateghi, quando poi basta un fazzoletto a pois sulla bocca per capire che nulla muta mai per davvero.
Che uno strumento rimane sempre uno strumento. E quando il padrone decide di spingere il tastino - è incredibile - funziona!
Volevo scrivere di come non sopporto gli "scrutatori non votanti".
Quelli che "la politica? Per carità!".
Quelli che non si schierano mai. Che schierarsi è profondamente uncool.
Quasi quanto dimostrare di avere una coscienza politica.
Soprattutto in certi ambiti.
Quelli che "questo è un blog in cui si parla di musica e allora parla di musica".
Quelli che sembra che in questi giorni non sia successo niente e niente succederà nei prossimi, e allora tutti di corsa a linkare l'mp3 del gruppo nuovo, il video preso da YouTube e la notizia futile che più futile non si può.
Tutti tutti. Compreso me.
Volevo scriverlo, poi mi sono ricordato di questa "lettera" che Jukka aveva spedito in occasione delle regionali dell'anno scorso ed ho pensato che aveva già detto tutto lui.
Ed ho deciso di stare zitto.

Today Your Love Tomorrow the World

Un secondo fa, Linus (fuori onda) si aggirava per gli uffici di Radio Deejay chiedendo il disco di Cat Power.
E' intervenuta Daria Bignardi: "Sai che ho perso la testa per un gruppo? Si chiamano Non Voglio Che Clara e l'album si chiama Non Voglio Che Clara".
"Sono italiani?"
"Sì, ma sono meravigliosi!"

mercoledì, aprile 05, 2006

Una notizia che da troppo tempo sapevi ma che non potevi dire

Questi signori qui sotto:



A Ferrara e Roma.
Il primo e il tre luglio 2006.
Chi non viene è un "coglione".

(Sì, sono i soliti Flaming Lips. E questo è il loro nuovo video).

martedì, aprile 04, 2006

Berlusconi ti voglio bene



" Ho troppa stima dell'intelligenza degli italiani per pensare che ci siano in giro così tanti coglioni che possano votare contro i propri interessi. "

A Berlusco' vaffanculo.

(Sono ironico, eh. Non si offenda. E' ironia. I R O N I A. Vaffanculo.)

Io che non sono un cantautore


Adam Green fa dischi con la stessa velocità con cui i politici della campagna elettorale fanno promesse.
Ogni suo album è come un cambio di posizione su una sedia, un dito puntato, un sorriso forzato ed un ammiccamento carpiato.
"Sì, avete capito bene. Jacket Full Of Danger".
Il quarto disco solista. In quattro anni.
Esattamente come i politici della campagna elettorale tende a spararle un po' grosse.
"Un milione di nuovi Johnny Cash", "Più folk per tutti", "Meno Jessica Simpson".
Ed ogni tanto è bravo anche a fartele credere.
"Friends of Mine", per esempio. Il suo contratto con gli indienauti.
Folk, marcette, chitarra acustica, batteria, violino e Fender Rhodes.
E la voce. La voce di un ventenne con le corde vocali del grande classico.
Un capolavoro. Il nuovo miracolo americano.
Esattamente come era stata convincente la discesa in campo di "Garfield", un discorso alla nazione fatto di scricchiolamenti, cigolii ed incertezza affascinante.
Poi è arrivato il turno di "Gemstones". La risposta alla crisi economica.
La manovrina che costringe il popolo a tirare la cinghia, ma che al tempo stesso riesce a mantenere viva la fiducia. Che in un certo senso anche quel programma di governo aveva i suoi spunti interessanti.
Ed ora "Jacket Full of Danger". Quindici canzoni. Una cover dei Beat Happening.
Qualche melodia che ti rimane attaccata addosso e poco altro.
In compenso: tanta demagogia degli arrangiamenti e riciclo forsennato di forme altrui.
Un passo falso.

Avrebbe bisogno di un po' di pausa, Adam Green. Di un po' di mesi in barca lontano dalla musica e da tutto il resto. Dovrebbe lasciare il campo ai suoi alleati e nel frattempo ritagliarsi un po' di tempo per scrivere il capolavoro che tutti stanno aspettando.

E continueremo ad aspettarlo, in attesa di una nuova campagna elettorale.


Adam Green è in Italia per due concerti. Mercoledì a Roma (al Circolo degli Artisti) e giovedì a Milano. Nel frattempo (domani alle 14e50) suonerà un paio di canzoni e chiacchiererà con Giulia in una nuova puntata di Larsen (eccezionalmente anticipata al mercoledì).
Visibile come sempre in streaming (
qui).

lunedì, aprile 03, 2006

Voglio andare a vivere in camp... in Canada (soprattutto se il nove aprile...)


Broken Social Scene ha vinto il Juno Award come album alternative dell'anno.

Qui il momento della consegna.
E qui Ibi Dreams Of Pavement suonata dal vivo alla cerimonia (con una formazione allargatissima che vede sul palco quasi tutti i membri del collettivo).

Anche gli Arcade Fire si sono portati a casa un premio (Best songwriter of the year).
Che dire, se non: "Fights for better music!"


(La cosa bella è che le famose "foto dei televisorini" ormai sono diventate quelle ufficiali della band. E' stata un' idea di Paolo Proserpio per un mio articolo. Direi che un po'- ma poco poco- abbiamo vinto anche noi).

sabato, aprile 01, 2006

Sempre sulla notizia


Due giorni fa i Flaming Lips hanno suonato al Letterman Show.
Questo è il video della performance.
yeahyeahyeahyeahyeahyeahyeah!!!


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