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Weeds



mercoledì, agosto 31, 2005

Yo Bum Rush The Show (un post che ho appena iniziato a scrivere e che immagino finirà per essere piuttosto lungo)

Di Hip Hop e di Video Music Awards

La risposta che uno si sente indirizzare quando cerca di tentare un primo approccio con il rap/hip hop è da sempre una e sola: "L'hip hop non è un genere musicale, è uno stile di vita, una cultura".

Vista l'enfasi con cui di solito queste parole vengono dette, è lecito sospettare che questa C di cultura sia davvero maiuscola.
Enorme. Una C grande come un grattacielo che King Kong, prima di scalare, ha bisogno di andare in un negozio di articoli sportivi e comprarsi tutte le imbracature di questo mondo. E anche quelle di quell'altro. Se esistono.

Poi succede che uno torna a casa, tutto carico di fremiti verso questa nuova "Cultura" da approfondire, accende la TV, mette un canale a caso - uno tipo MTV- e finisce per farsi l'idea che queste benedette radici culturali/socio-antropologiche su cui si basa l'hip hop/rap siano le stesse di Flavio Briatore e dei frequentatori del Billionaire.

Domenica a Miami c'erano gli MTV VIDEO AWARDS.
Presentava Puff Daddy... ehm- scusate- P Diddy... OK: presentava Diddy (per la serie cambiare dieci volte nome e rimanere sempre lo stesso-enorme- coglione).
Aveva un vestito elegantissimo (un po' da gelataio, ma da gelataio ricco) ed un orologio di diamanti che veniva inquadrato ogni due per tre.
E' questa la cultura hip hop?
No, la cultura hip hop è quella di Snoop, di 50 Cent, di Kanye West (santo subito!), di The Game e Jay-Z.
Che sono uguali a Diddy. Hanno gli stessi cappelli Panama, gli stessi brillocchi, gli stessi occhiali di Gucci, gli stessi vestiti gessati e le stesse donne sciccose, e chiappe al vento, vicino.
Qualcuno ha talento, qualcuno no.
E' che c'è poco da fare: P Diddy è Briatore.
Jay Z è Lele Mora, Alicia Keys... la Ventura.
Signorini? Signorini non c'è. I rapper sono tutti indiscutibilmente macho... anche se... quell'Usher lì...

Quando l'ho scoperto io, l'hip hop, andavano ancora di moda i "radioloni" (giamaicani, li chiamavano così a Roma, non ho mai capito il perchè).
Chuck D agitava spesso la mano facendo il simbolo della pistola e Flav andava in giro con la sveglia al collo.
Erano gli anni (tardi), dei Public Enemy number one, di Cop Killer, ma soprattutto erano gli anni dei De La Soul, Jungle Brothers, Arrested Development,KRS ONE, GangStarr e A Tribe Called Quest.
Erano anni in cui l'hip hop su MTV ci andava solo la domenica (a mezzanotte) e i palinsesti delle radio proponevano questo tipo di musica solo in piccoli, carbonari, spazi.
Erano anche gli anni in cui in Italia la parola rap che fino ad allora era stata sinonimo di... Jovanotti, diventava altro.
Diventava una pubblicità della Uno.
Ed ancora:
riviste, programmi radio e dischi.
Molti dei quali deprecabili, alcuni che hanno un senso ancora adesso.
E' diventato: "Bella lì", "Forse no?", "Non ve n'è" e "Nun ce sto".

I B Boy (si chiamano così) andavano vestiti alla bellemmeglio. Una certa attenzione per lo stile c'era, ma era uno stile diverso.
Pantaloni larghi, scarpe enormi e da basket, felpe e magliette sportive di una o due taglie superiori.
Se avevi le Reebok Pump piuttosto che le Gazzelle venivi già considerato un fighetto.
Figurarsi se vestivi Dolce & Gabbana.
La leggenda dice che tale, carneade, Dj Flash (Già un Lorenzo c'è già e allora?)
si prese bottigliate sulla faccia, ad un concerto, perchè aveva la camicia bianca a maniche lunghe e, come scarpe, un paio di Hogan.
Ora è la norma. Ora il figo sarebbe lui.

Quando l'ho scoperto io, l'hip hop, non giravano poi così tanti videoclip (l'ho già detto) e quelli che giravano non erano così pieni di tette e culi.
Ce n’erano sempre. Ma erano diversi. Erano "veri".
Quasi normali. Ma, soprattutto, non erano la norma.
All'epoca, se eri un pessimo rapper la gente ti schifava e ti additava. Ora vendi milioni di copie. Il livello si è abbassato c'è poco da fare.
Dove c'era Q Tip ora c'è Nelly.
E lo stesso Q Tip con gli anni è diventato scarsino.
Una volta il simbolo dell' hip hop era una frase che diceva "Keep it real", ora è un calice d'argento pieno di simboli e ghirigori e che viene per comodità chiamato "Pimp Cup". La tazza del pappone.
Il punto di non ritorno del rap è stata la morte di 2Pac e quella subito seguente di Notorius B.I.G.
Già con loro si stava prendendo una brutta piega, ma dopo di loro si è andato solo peggiorando.
Il rap si è convertito gangsta, ha fatto dalla strada ai salotti ed è diventato una macchietta.
E' diventato il Wrestling.
E la Death Row... la WWE

E allora incominci a dare ragione a quelli che ti guardano con sospetto quando dici che ti piace un certo tipo di musica. O comunque ti piacciono alcune cose.
Cose che non passano su MTV e che spesso sono fatti da bianchi che indossano magliette che un vero rapper non metterebbe mai.
Perché ti vergogni quasi a dire che Edan, Nobody, Quasimoto, Blackalicious, Mos Def, Madlib, HandsomeBoyModellingSchool, Alias, Subbtle e pure Common e Outkast valgono davvero la pena di essere ascoltati.
Nonostante tutto.


14 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Da vecchio e disaffezionato ascoltatore di musica hip hop condivido in toto il contenuto del post. E al di la' della deriva demente dei contenuti e l'immaginario billionaire, anche i pezzi si somigliano tutti, con the game che somiglia alla carey o viceversa, 50 cent che rifa the magic stick nell'ultimo disco e via cosi'. Per quel che riguarda l'Italia: ri-ascoltavo dopo anni SXM dei sanguemisto pochi giorni fa. Peccato, una parentesi eccellente durata troppo poco.

11:49 AM  
Anonymous Anonimo said...

Ineccepibile.
Però voglio sapere quali additivi usi per esserti riuscito a ricordare Dj Flash.
A.30mo

12:49 PM  
Anonymous Anonimo said...

Hip-Hop è il bianco Billy Wimsatt e il nero "chiaro" Elliott Wilson.

PROTEGGERE I CONFINI DELLA NAZIONE HIP-HOP di N.R.Kleinfield: un'illuminante e splendido resoconto dell'essere hip-hop, edito sull'imperdibile libro "Rock, Pop, Jazz & Altro. Scritti sulla musica" a cura di Nick Hornby.

CERCATELO! E' un buon consiglio

4:23 PM  
Anonymous Anonimo said...

Il 'radiolone' veniva chiamato così perché all'epoca era più presente nella gggioventù romana l'iconografia del giamaicano 'stereo in spalla' che quella degli (allora) misconosciuti hiphoppers. La mia mente bacata ricorda anche che (parliamo di primissimi anniottanta) le casse degli stereo portatili venivano dipinte coi colori rasta (uniposka rulez). A proposito di rap ("chi lo ama e chi lo frega...") questo è un pezzo di cabaret *puro*.

6:40 PM  
Anonymous Anonimo said...

o.t.:
http://www.fantacalciocazzone.splinder.com
grazie...
thebig

7:33 PM  
Anonymous Anonimo said...

Bella pure pe'tté, Enri'. Eccomunque il pezzo dei Manny From Venice è dignitosissimo(altro che quella roba che ho linkato), pure se mi sono -ahem- perso qualcosa ;)

1:45 AM  
Anonymous Anonimo said...

amen.
io del rap mi ricordo solo che avevo 14 anni (quindi aimè tanto tempo fa...) e qui nel varesotto impestavano gli OTR e Tormento (che venne a "cantare" nel nostro liceo...) non mi piaceva il rap, nemmeno allora, ma mi ero presa una cotta favolosa per il buon vecchio ESA, il capellone ricciolone...mia sorella pranzava nello stesso circolino universitario dove andavano loro e un giorno mi portò un articolo di giornale con la dedica di esa sopra...mi vergogno un po ma lo conservo come una reliquia!! ma non so il rap cosa sia...

8:09 AM  
Anonymous Anonimo said...

Qualcuno sa dove è finito DJ Flash?

9:27 AM  
Anonymous Anonimo said...

Billionaire: un' ossessione dei nostri tempi...
-nordovest

11:36 AM  
Blogger crush said...

Molto d'accordo sul parallelismo hip hop - wrestling, purtroppo è quasi inevitabile che un fenomeno, nel diventare di massa, si incoattisca malamente. Restano comunque sacche di purezza, in buona parte bianche: penso in primis a Sage Francis (che ha fatto uno dei dieci dischi più belli di tutta la storia dell'hip hop) e al giro anticon. E occhio al nuovo Blackalicious con la collaborazione di george Clinton! Mi ha invece deluso DangerDoom, ma i due personaggi non si discutono. Interessante esempio di artista che cammina sul filo dello sputtanamento ma è ancora troppo agli inizi per averlo oltrepassato è M.I.A., ma probabilmente finchè sta insieme a Diplo si salva.

12:01 PM  
Anonymous Anonimo said...

Mi permetto di aggiungere che, uno dei punti più alti (e fondamentali) del nuovo hiphop 'bianco/canadese' di cui parla -giustamente- Crush, è imho il bellissimo "Square" di Buck65.

3:16 PM  
Blogger EmmeBi said...

Respect!
Il paragone con il wrestling è più che calzante.

11:43 AM  
Blogger PikkioMania said...

daccordissimo con tutto quello scritto però ci siamo dimenticati dei wu tang! poi secondo me Kanye West e Jay Z spaccano, però aho boh?

cmq il problema vero è che l'hip hop si è incoattizzzato quando è diventato super super mainstream! pensiamo al rock! che rock c'è in classifica? sempre rock da stadio, rock coatto certo ci sono l'eccezioni ma sono poche.

Ecco se prendiamo l'hip hop in generale e non solo quello che vende e fa tendenza secondo me è il genere che più ha dato dischi fichi in questi ultimi anni. gente come antipop consortium, clouddead, dizzee rascal, el-p e cannibal ox e tanti tanti altri. Per fortuna che gli Outkast vendono e sono pure strafichi!

3:15 AM  
Blogger colas said...

garbamafia: ho fatto questo post solo per avere il tuo intervento.
giassai!:D

3:37 PM  

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