Primavera Sound 2005 Report (LT 07 Preview)
Stephen Malkmus - Home Alone (LT 06)
Adam Green - American Idol (LT 05)
Low... forever changes (LT 05)
Revisionismi: J Mascis - Martin And Me (LT 05)
Sono un ribelle, mamma (Write Up n.2)
Tra le pareti (www.julieshaircut.com)
Broken Social Scene: all in the family (LT04)
Revisionismi:Weezer-Pinkerton (LT04)
Le parole che non ti ho detto (MarieClaire feb 05)
Revisionismi: Scisma-Armstrong (LT03)
Meg: essenza multiforme (LT03)
Greg Dulli e Manuel Agnelli: Matrimonio all'italiana (LT03)
American Music Club e R.E.M.- Once were warriors (LT03)
La lunga estate dei folletti (LT02)
Not tomorrow!No manana!Today! (LT02)
Blonde Redhead sulle ali della farfalla (LT01)
Oltre la traversa (Il Mucchio Selvaggio 2002/2003)


Weeds



mercoledì, gennaio 18, 2006

Di Blog (un lungo pippotto inutile che mi è venuto così ed allora l'ho postato)


Io odio i blog che parlano di blog. E odio la tv che parla di tv, l'hip hop che parla di hip hop e il calcio che parla di calcio.
Mi piace invece il cinema che parla di cinema. Soprattutto se lo fa in silenzio.

Odio i blog che parlano di blog, dicevo, per cui adesso odio un po' anche questo, visto quello che mi appresto a fare.
Ho aperto un blog ormai quasi tre anni fa. Ignoravo la forza del mezzo e non avevo idee del potere che questo potesse avere.
O meglio, non mi sono mai fermato un secondo a pensarci seriamente.
Ho aperto un blog perchè ne leggevo un paio ed ho continuato a tenerne uno perchè mi divertiva scriverlo.
Poi l'ho chiuso perché non ne potevo più, ma forse ne potevo ancora ed infatti ne ho aperto un altro. Questo.
Non ho mai pensato che il blog potesse fare opinione (non parlo del mio, ma in generale), che potesse spostare voti, creare movimenti, o spingere ad acquistare un disco piuttosto che un altro. Pensavo e penso, però, che sia un ottimo strumento per alimentare discussioni, scambiare opinioni e consigliare film, dischi, libri e quant'altro, tutto in nome del gusto ( o delle idee) personale.

In questi giorni si fa un gran parlare dei blog, soprattutto come mezzo alternativo alla politica, merito anche dello straordinario successo dei due aperti a distanza quasi ravvicinata da Beppe Grillo e Daniele Luttazzi.
Già, Grillo e Luttazzi, le pietre dello scandalo, i due di cui si parla anche sui blog seri. Quelli linkati dai giornali. Quelli che non hanno niente a che vedere con questo qui, che se gli va bene si becca una citazione dai Perturbazione seduti sul divano della Maugeri (e se ne vantano anche) e qualche trafiletto sulla Gazzetta di Sora. Ed è pure troppo.

Il blog di Grillo è arrivato come un fulmine a ciel sereno, ottenendo fin da subito accessi da rullo compressore e consensi impressionanti.
Bene, è un blog importante - nel senso che un po' serviva- ed è lì apposta per suscitare reazioni.
Anche spropositate.
Per una serie di motivi tutti terribilmente validi: la credibilità del personaggio ed il fatto reale che in Italia mancava un sito di controinformazione capace di evitare le cadute di gusto tipiche, per esempio, di Indymedia ed altri dello stesso genere.
Però i blogger insorgono: "Quello di Grillo non è un vero blog", "I post non li scrive tutti lui", "Non interagisce con i lettori".
Quelli bravi/veri/linkati dai giornali, fanno lo stesso ma con motivazioni differenti che vanno dalle accuse di populismo, a quelle di eccessiva faciloneria.
Che poi sono più o meno la stessa identica cosa, ma detta in un modo diverso.

Il problema vero è un altro: Grillo in un anno di blog ha riscosso più credito di qualsiasi altro blogger. Anzi, non mi stupirebbe trovare scritto da qualche parte che il mezzo, magari, l'ha inventato proprio lui.
Ed i blogger si sa come sono. Certe cose non le accettano e non le accetteranno mai.

Luttazzi è arrivato molto dopo e molto più in sordina. La sua affezzione per il mondo blog è durata anche di meno. Un tiro di schioppo.
Ha salutato tutti con un messaggio ed un'intervista (per La Repubblica), in cui spiegava in poche parole che l'eccessivo bisogno di un Messia da parte della "popolazione digitale" ha spinto qualcuno ha considerarsi tale. O ad essere considerato tale suo malgrado.

Tutti hanno visto un riferimento inevitabile a Grillo. Ed è giusto così.
Grillo il piglio del Savonarola ce l'ha sempre avuto, è un capopopolo nato che ha scoperto di averlo davvero un popolo ai suoi piedi. E ci ha marciato un po'. Forse un po' troppo, ma in buona fede. Trascinato dall'entusiasmo di chi fa una cosa per la prima volta e gli riesce pure bene.
Ma è un comico, ed è per le risate (amare, incazzate, quello che vi pare) che riesce a strappare che va giudicato.
Stessa cosa Luttazzi, uno che il talento ce l'ha proprio nel sangue e si vede. Uno che non è mai contento di se stesso e dei suoi allori, tant'è che cerca sempre di raggiungerne altri (tipo un dischetto tanto pretenzioso quanto pieno di estro).
Luttazzi vive per suscitare indignazione, ma non l'indignazione del genere "I politici sono tutti uguali, magnano e basta", non gli interessa essere rinfrancante, ma abrasivo, distruttivo, anche disgustoso.
Seppur in un modo capace di smuovere il cervello e tirare fuori una grassa risata.
Che vale più di un urlo e una lacrima. E fa male il doppio.
Il doppio di un blog.
Spesso ce ne dimentichiamo.

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

temevo volessi parlare della mucchiopolemica anche tu, meno male.

8:35 PM  

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