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Weeds



lunedì, marzo 06, 2006

...'till we get more damage done...



Il nuovo disco dei Liars va ascoltato dalla fine per essere compreso.
Un po' come quando si prende in mano un libro per la prima volta e si salta subito all'ultima pagina. Così, solo per vedere l'effetto che fa, senza curarsi della trama e degli scompensi che questo insano gesto è in grado di provocare.

Va ascoltato dalla fine, da The Other Side of Mt. Heart Attack. Per la precisione.
La canzone che chiude l'album è una vera sorpresa.
Una carezza in un pugno. Oppure il contrario.
Una nenia d'amore di una dolcezza disarmante, quella che non ti aspetteresti mai da chi passa il suo tempo alle prese con streghe e tamburi.
Già, i tamburi.

"Drum's Not Dead" è un percorso di ritmi vorticosi e percussioni tribali che si abbracciano e si perdono annegando in un mare di suoni impalpabili ma al tempo stesso minacciosi.
Una sorta di liquido amniotico da cui emergono cantilene e litanie, sussurri e grida.
La voce è solo uno strumento in mezzo ad altri strumenti. Lì solo per generare massa, "suono".
Colore.
In alcuni tratti sembra di avere a che fare con l'ennesima evoluzione dei Radiohead post "OK Computer" (basta ascoltare la parte finale del primo singolo It Fit When I Was a Kid per farsene un'idea), in altri emergono più chiari i riferimenti a certa musica d'avanguardia di stampo europeo (il disco è stato registrato a Berlino, e si sente).
Se il precedente "They Were Wrong So We Drowned" rappresentava la distruzione dei cliché della forma canzone, "Drum's Not Dead" è "i nuovi edifici che si ricostruiscono" (ogni riferimento a fatti, persone, cose e gruppi musicali in cui milita Blixa Bargeld è estremamente poco casuale) e che tornano ad essere "tradizionali" seguendo però regole tutt'altro che codificate.
Un po' come se quei palazzi di poco sopra fossero costruti con le fondamenta al posto dei terrazzi, le porte al posto delle finestre, e nonostante tutto finissero per risultare poco meno che perfetti.

Perfetti come un percorso da fare all'indietro, stando bene attenti a dove si mettono i piedi, tenendo sempre gli occhi sulla strada e cercando di evitare le buche.
Partendo dalla fine. Ovviamente.

5 Comments:

Blogger Mr. Onward Toward said...

Disco colossale. Storia della musica. Meraviglioso. Senza parole.

6:07 PM  
Anonymous Anonimo said...

blooddddddddddddddddddddddddddddd

8:59 AM  
Anonymous Anonimo said...

a me fanno venire il mal di testa

c.

10:41 AM  
Anonymous Anonimo said...

far venire il mal di testa è un ottimo segno

3:06 PM  
Blogger charming djs said...

hai scritto davvero cose sacrosante! e il disco è credo la cosa più sconvolgente che io abbia ascoltato negli ultimi mesi...

6:06 PM  

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