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Weeds



venerdì, maggio 26, 2006

Blackology (guida sragionata al Frank Black post Pixies. Seconda parte)

Come tutti quelli cresciuti a pane e Pixies, ho vissuto un rapporto controverso con la seconda parte della discografia da solista di Frank Black. Quella targata Catholics, per intenderci.
Un po' per non essere mai riuscito a considerare sul serio la nuova band di Frank Black "la nuova band di Frank Black", ed al tempo stesso per aver interpretatato la svolta artistica verso sonorità più mature e per così dire classiche, più come un segno di scarsa vena che come parte di un percorso che, in un certo senso, finiva per tornare a dove era partito.
Come sempre la verità sta nel mezzo e tra il bianco e il nero esistono anche diverse sfumature di grigio. I Catholics sono la realizzazione del desiderio principale del giovane Black (cosa che, tra l'altro, lo accomuna a J Mascis), quello di diventare il Neil Young della generazione indie rock.
I sei album pubblicati sotto quel moniker virano alla grande verso il genere definito, in maniera un po' semplicistica, "americana". La voce e le linee melodiche diventano più calme e tradizionali. La nota schizofrenia compositiva lascia il passo ad una scrittura ben delineata, mentre i testi rimangono di fatto l'unico legame indissolubile con il Frank Black precedentemente conosciuto.
Con il senno di poi non si può non notare come anche in album non proprio esaltanti finisca per non mancare mai la zampata, il tocco di classe, la canzone capace di salvare la barca e restare nella memoria.

Frank Black and the Catholics
Play it Again Sam 1998


Trait d'union tra "Cult of Ray"e quello che verrà, il primo disco di Frank Black con i Catholics parte benissimo. All My Ghosts ha il riff e la paraculaggine dei tempi migliori, ma è solo uno dei pochi momenti ad essere veramente all'altezza. L'album paga una certa omogeneità dei suoni e delle composizioni, non decolla mai per davvero e non tocca mai il fondo. Un disco medio. Nè più e nè meno.
Ascolta:
All My Ghosts
Back To Rome

Pistolero
Play It Again Sam 1999


Con il secondo disco, l'avventura Catholics comincia a diventare più decifrabile. Il suono torna ad essere graffiante, seppur mantenendo enormi e forti legami con la tradizione americana.
L'album dà l'impressione di essere stato registrato live, come se le canzoni fossero frutto di jam (ed infatti abbondano gli assoli di chitarra...). Un disco di transizione.
Ascolta:
I Switched You
I Want Rock and Roll

Dog in the Sand
Cooking Vinyl 2001


Uscito in sordina, "Dog in the Sand" è in realtà un album migliore di quanto era lecito aspettarsi.
E' ormai chiaro quanto i Catholics siano la versione paisley dei Pixies.
Tutti gli elementi fondanti dello "stile Black" sono presenti in questo disco, la passione per Neil Young e quella per i Rolling Stones, le strizzate d'occhio al Bowie più rock e le virate verso il post punk. Con questo disco Frank Black torna a fare pace con il suo passato, dal vivo inizia a suonare anche brani dei Pixies e in Robert Onion fa la sua comparsata alla chitarra (e non è la prima volta) Joey Santiago.
Ascolta:
Robert Onion
Hermaphroditos

Black Letter Days - Devil's Workshop
Cooking Vinyl 2002


Come al solito molto prolifico, nel 2002 arriva a pubblicare due diversi album, usciti in contemporanea e pensati per essere l'uno il contraltare dell'altro. Purtroppo non tutte le canzoni sono all'altezza. In Italia non sono neanche stati distribuiti.
Ascolta:
1826
Heloise

Show Me Your Tears
Cooking Vinyl 2003


L'ultimo disco intestato a Frank Black and the Catholics, finisce per essere il migliore del lotto con "Dog in the Sand". Prodotto in parte con Stan Ridgway, non si pone il problema di inventare qualcosa e va semplicemente per la sua strada. Quella di un rock americano imparentanto con il folk e non solo. E' un album onesto, vola basso e arriva al sodo. Come un centromediano metodista.
Ascolta:
Everything is New
Horrible Day


[continua...]

6 Comments:

Anonymous Anonimo said...

queste sono le cose che odio dei bloggers: tirarsela credendo che qualcuno sia veramente interessato a sapere il vostro parere su un disco. MA che ci frega di quello che pensi tu di Frank Black!

7:33 PM  
Blogger colas said...

queste sono le cose che odio di chi lascia un commento idiota: credere che qualcuno scriva una cosa perché è convinto che agli altri interessi il suo parere e non perché, semplicemente, ha voglia di farlo.

7:41 PM  
Anonymous Anonimo said...

frank black c'ha l'importanza

8:17 PM  
Blogger sadpandas said...

Il commento anonimo è uno degli esempi di idiosincrasia più assoluti che mi siano mai capitati. Rasenta la genialità nella sua demenza. Sul serio.

12:15 PM  
Blogger Mr. Onward Toward said...

secondo me l'ha lasciato Kim Deal...

9:54 PM  
Blogger Mr. Onward Toward said...

infatti Kim Deal è completamente andata

4:19 PM  

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