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lunedì, luglio 10, 2006

Quella volta che vidi la finale dei mondiali in un centro sociale

Arrivo al Forte Prenestino subito dopo gli inni nazionali, la prima persona che incontro ha una bandiera di Cuba indossata a mo' di mantello.
"Torniamo a casa?"
"Adesso? Dopo tutto quello che ho dovuto fare per parcheggiare? Sei pazzo!"

Attraverso i cunicoli del Forte, lasciandomi alle spalle i murales e il punk melodico che proviene dalla libreria.
Il maxischermo è stato allestito sotto un gazebo, alla sinistra del palco che viene usato, di solito, per i concerti. Mi rendo conto immediatamente di una cosa terribile: la luce del sole riflette sullo schermo.
Non si vede un cazzo. Praticamente.
Neanche il tempo di ambientarmi e salutare gli amici, che subito vengo rapito da quello che risulterà di gran lunga il personaggio cardine della serata: il commentatore.

Il commentatore ha un cappellino da baseball calato sugli occhi, ogni volta che il telecronista dice qualcosa di controverso, ogni volta che qualcosa finisce per attirare la sua attenzione, ogni volta che la sua condizione di schiavo dell'umorismo/posseduto dalla battuta prende il sopravvento su tutto il resto, si alza, leva l'audio dal mixer ed esterna ad alta voce le sue opinioni.
Sempre.
Il rigore della Francia viene accolto da tutti con madonne di vario genere.
Tutti eccetto i membri della sparuta delegazione francese.
Loro applaudono, inneggiano ai Blues e s'inchinano a Zidane.
Goal.

Mentre la partita dell'Italia si mette male, con il passare dei minuti diventano chiare le ragioni che hanno spinto i ragazzi del Forte Prenestino ad organizzare la serata.
Orgoglio patrio?
Attaccamento alla maglia?
Passione per il bel calcio?
Niente di tutto questo. Il motivo principale è... La Roma.
Totti, soprattutto, e Perrotta, in maniera minore.
Del resto non frega niente a nessuno, ogni volta che il pupone tocca palla si sentono urla di giubilo che neanche gli Argentini dopo il goal di Maradona contro l'Inghilterra.
Peccato che "ogni volta che il pupone tocca palla"vada calcolato sulla distanza tra ere geologiche che occupano lo stesso tempo dei minuti di gioco, ma durano molto, molto di più.
Quando Materazzi salta in cielo e la butta dentro, le urla risuonano per tutta Centocelle.
Dura poco, Mazzola critica aspramente Totti, ipotizza una sua sostituzione.
Il commentatore si alza in piedi, fa il solito insopportabile gesto di escludere l'audio ed annuncia:
"Se esce Totti spegniamo."
Porca puttana.

Il primo tempo finisce, l'Italia non gioca male, la Francia neppure, ma un po' meno bene.
Il commentatore decide di essere anche dj e colora l'intervallo con le sue fantastiche selezioni:
L'inno del Frosinone Calcio (!)
L'inno di Checco Zalone.
Una serie di brani hip hop.

Si ricomincia. Vieira si fa male poco dopo il ritorno in campo, ma ciò non fa perdere alla Francia il pallino del gioco. La ripresa fin dai suoi primi minuti rivela quella che sarà la sua principale prerogativa: non è una partita di calcio, è un'agonia.
A Lippi tocca prendere l'inevitabile decisione: fuori Totti e Perrotta, dentro Iaquinta e De Rossi.
I romanisti del Forte vanno in crisi profonda. Subito, come tradizione di sinistra vuole, scatta il dibattito.

"Basta, non me ne frega più niente. Mejo che vince la Francia a 'sto punto."
"C'hai ragione."
"Io comunque volevo tifa' la Francia dall'inizio."
"Fai bene, alla fine loro rappresentanto uno stato multirazziale. Pure la squadra, guarda, è piena de negri, algerini, arabi."

"Sì sì, poi er nostro è un paese demmerda. Il loro è mejo."
"Chi fa 'na canna?"

La partita prosegue. La Francia sfiora più volte il goal, l'Italia non riesce quasi mai ad uscire dalla metà campo.
Quando lo fa è per segnare in fuori gioco.
"E' perché ha levato Totti! Merda!"
Quando entra Del Piero, a pochi minuti dalla fine, si scatena il putiferio:
"Aho, ma mica starà a pensa' all'uccello?"
"Io spero che l'Italia perde, se no Der Piero diventa er salvatore della patria e tutti romperanno le palle ar capitano."

"Chi fa 'nantra canna?"
Prima del fischio finale, la regia internazionale stacca prima su un gruppo di francesi vestiti in maniera piuttosto buffo, poi su una ragazza bionda, sempre francese.
Scatta l'applauso.
"Chi è?"
" 'Na gnocca!"

Iniziano i tempi supplementari, la musica non cambia.
La Francia attacca, l'Italia cerca di non prendere goal.
Entra Trezeguet e finisce il primo tempo supplementare.
Inizia il secondo , dopo pochi minuti succede il parapiglia.
L'azione procede verso la metà campo francese, ma un giocatore italiano è per terra.
Materazzi è stato colpito ma non si capisce bene perché.
L'unico che sembra essere al corrente di quello che è successo è Gigi Buffon, che si sbraccia verso il guardalinee e va a parlare con l'arbitro.
Alla fine la Rai riesce a mostrare cosa è successo: Zidane ha colpito Materazzi con una testata in pieno petto.
L'arbitro va a parlare con il quarto uomo, torna in campo e tira fuori un cartellino rosso.
Scatta l'applauso, ma dura poco. In televisione viene ricordato come il tutto sia stato scoperto grazie a Buffon e questo scuote profondamente ii ragazzi del Forte.
"Spia!"
"Buffon è una guardia!"
"Oh, attenti che m'è cascato il fumo per terra."

Anche l'espulsione di Zidane diventa occasione di dibattito.
"Secondo me ja detto arabo demmerda."
"Gli ha chiaramente dato del mezzosangue."
"Sicuro."

Fatto sta che finisce anche il secondo tempo supplementare ed arriva il turno dei rigori.
Fino a quello finale, tirato da Grosso, è tutto una continua girandola tra scatti di gioia ed attacchi d'ansia.
L'Italia diventa campione del mondo per la quarta volta, viene inquadrato Napolitano e subito parte il coro ritmato: "Noi non siamo Na-po-li-ta-no."
L 'Italia riceve la coppa.
Materazzi viene insultato perché decide di portare al collo una bandiera tricolore.
Cinque secondi dopo la stessa cosa la fa Totti, suscitando ovviamente una reazione diversa.

Marco Civoli decide di far ascoltare, restando in religioso silenzio, l'inno di Mameli.
Al Forte quasi tutti fischiano l'inno. Il commentatore si alza, leva l'audio ed urla: "Ma che ce frega a noi dell' inno!"
Ritorna in console e fa ripartire quello del Frosinone. Lo cantano tutti.
L'Italia è campione del mondo.

"Sì, ma io non so' contento. Questa è l'Italia de Moggi, de Cannavaro..."
"Sì."
"E poi i francesi so mejo de noi, proprio come persone"
"Sì."
"E hanno pure giocato mejo."
"Sì... che c'hai una canna? Ho finito il fumo."

24 Comments:

Anonymous Anonimo said...

ahahaha
bellissimo!
c.

10:53 AM  
Anonymous Anonimo said...

cazzo, che risate. quando cazzo ce lo fai scaricare, sto inno del frosinone!?

11:04 AM  
Blogger colas said...

eh, ammetto di averlo ascoltato per bene, per la prima volta, proprio ieri.
Comunque è un rockaccio simil ligabue con ritornello:
"Alè Frosinone Alè, dovunque andrai starò per sempre con te..."

11:58 AM  
Anonymous Anonimo said...

poteva andare peggio :-)

1:35 PM  
Anonymous Anonimo said...

STUPENDO.

1:48 PM  
Anonymous Anonimo said...

geniale!
E un po'stronzetto.

(anche io ero al forte prenestino).

ale.

2:06 PM  
Anonymous Anonimo said...

ma pure te dove cazzo vai a vedere le partite? io non avrei resistito neanche 10 minuti.

2:12 PM  
Blogger boss said...

ahahah spettacolo!

3:42 PM  
Blogger colas said...

ugo, no, fidati, ne è valsa la pena.
Ed il Forte è molto confortevole nonostante le apparenze (vero ale?)
:D

3:47 PM  
Anonymous Anonimo said...

cazzo, mi rifiuto di credere che ci sia una percentuale di veridicità superiore al 11% : D

3:52 PM  
Anonymous Anonimo said...

meglio il forte prenestino del brancaleone... meglio i bori con il cuore che i rastaman quattordicenni...meglio zidane di materazzi... meglio che mi sto zitta???

3:59 PM  
Anonymous Anonimo said...

Bellissimo!

che storditi...

Sul'anadare peggio: poteva piovere! :D

g.

5:00 PM  
Anonymous Anonimo said...

A suo modo dev'essere stata un'esperienza da ricordare :)
A Napolitano forse avrebbero preferito l'ipotesi Berlusconi+Andreotti in tribuna autorità?

E Totti cappuccetto tricolore era il più ridicolo, gli ho urlato contro mentre avevamo appena vinto il mondiale.

PS ma perchè, Totti ha toccato palla?

5:50 PM  
Blogger colas said...

ehehehhe
Grande la citazione melbrooksiana.
Sicuramente meglio il forte del branca.
Sicuro.

5:57 PM  
Anonymous Anonimo said...

Cazzo, bel post, mi hai fatto collassare dalle risate e riflettere un po'. Certi atteggiamenti portati all'esasperazione sono sempre da idioti.. (sempre meglio degli aggressivi nazionalisti mezzi fascisti) Però che figata l'inno del frosinone! Ciao

7:23 PM  
Anonymous Anonimo said...

Chissà quanti po-popopo-po-po...

8:57 PM  
Blogger sadpandas said...

Quotare il commento anonimo è *praticamente* un dovere morale (tranne lo "Zidane meglio di Materazzi". Quello no. Ma non perché Materazzi sia meglio).
Parlando seriamente: io di questa finale credo conserverò altri ricordi. Piccole storie che mi hanno fatto (ben) sperare.
Parlando meno seriamente:
Porcoddue, l'ammio fatti cabbrio.

Vado ad ascoltare la Laurona nazionale che acutizza.

9:18 PM  
Anonymous Anonimo said...

In Francia so mejo de noi?
Ma che ve siete fumati? Capisco che stavate tutti accannati...ma dire ste boiate!!!
Forse non ce siete mai stati in Francia...

Grande ITALIA!!

CAMPIONI DEL MONDOOOOO!!!
Pure alla faccia vostra!!!

12:57 PM  
Blogger colas said...

hai capito tutto.

1:04 PM  
Anonymous Anonimo said...

ahahahahahah
ve siete divertiti na cifra!!!

haò, io nun sò romano ma me sò permesso de scrive pur'io na storiella simpatica 'nomanesco, si ve và de leggella...

http://www.renatomas.com/web/?p=69

e comunque... CAMPIONI DEL MONDO!!!!!

6:28 PM  
Anonymous Anonimo said...

Bah... è proprio vero che si sente solo quello che si vuole sentire. Io non le ho mica sentite tutte quelle cose, eppure ero seduto di fianco a te. Forse mi sono fumato troppe canne.
Comunque a conferma della tua visione (assai "massi") del forte posso portare questo: il dj non era ciociaro: l'inno del frosinone era per sfottere la lazio che l'anno prossimo dovrà giocare contro la tua squadra del cuore.
Ciao

5:59 PM  
Blogger colas said...

carlo, erano quelli dietro di noi.

Tutti i dialoghi sono presi da loro.
Supponevo che l'inno di Frosinone messo dal commentatore era per la Lazio.
Io comunque, e l'ho deto e ridetto, mi sono divertito. Anche per queste cose qui.
E il Forte mi piace un sacco, però devi ammettere che certe cose rasentavano e rasentano il ridicolo.

6:27 PM  
Blogger sadpandas said...

Carlheinz, rispondo qui solo perché mi hai 'chiamato in causa'. Al Forte non sono venuto proprio perché detesto certe cose. Ci scherzo, mi fanno sorridere all'inizio; mi nauseano dopo i primi cinque minuti. Però, letto il racconto di Emi, trovo che certi cliche continuino ad essere indifendibili. Anche se -inizialmente- divertenti.
Resta il fatto che al Forte ci ho passato anche tante belle serate, parecchi anni fa. E sottoscrivo ancora una volta il commento anonimo sul paragone col Branca (che ha avuto altri meriti, ma è un'altra storia). Nel commento precedente accennavo al fatto di essere stato molto contento di aver festeggiato al Pigneto. Per una serie di ragioni e perché gli 'immigrati' c'erano davvero, con le bandiere in piazza. E non nelle frasi fatte di qualche terzomondista di ritorno.

Comunque: se serve un filtro... ;)

massi

7:26 PM  
Anonymous Anonimo said...

Per quanto riguarda il Branca io posso dire di averlo un po' vissuto quando era l'elite: 1990-91... per me, amante e studioso di cinema, non poteva aver confronti. Poi col passar del tempo i Centri Sociali son diventati una moda di merda!

1:53 PM  

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