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Weeds



giovedì, settembre 28, 2006

Scivola

La musica migliore ti si attacca addosso.
Arriva in punta di piedi e piano piano si prende spazio.
Si scioglie e si confonde con gli umori, gli stati d'animo, diventa un tutt'uno con la quotidianità e ci si perde dentro a tal punto che pare impossibile separarla da tutto il resto.
I dischi di Bonnie 'Prince' Billy sembrano "fatti" apposta.
Te li trovi tra le mani proprio quando cominci a sentirne la mancanza. Il bisogno.
Superano brillantemente lo scoglio della diffidenza, quella naturale perplessità che normalmente si accompagna ad opere di questo tipo.
Quel primo ascolto in cui tutto ti sembra uguale a sempre: "Solo altre dodici canzoni con chitarra e voce in primo piano".
Ed il secondo, quello in cui tutto appare colorato di una tinta nuova.
Come trovarsi immobili a guardare un'alba ogni giorno uguale a se stessa e perdersi sempre dentro gli stessi piccoli particolari. I giochi di luce, i raggi del sole che nasce, il buio che diventa chiarore.
Quei piccoli particolari che rendono un'esperienza "unica". Indimenticabile.
Anche se reiterata e "normale".

Non sono mai stato in Islanda. Tutto quello che conosco di quella terra ha a che fare con la musica e con le immagini a cui spesso viene associata.
Non sono mai andato in Islanda, se non con la fantasia.
Scegliendo di registrare "The Letting Go" da quelle parti, Will Oldham sposta ancora una volta il confine di qualche metro. Come il vicino che cerca di rubarti un pezzo di terreno, si appropria di una sezione d'archi e della voce di Dawn McCarthy dei Faun Fables.
Mischia le carte, gioca con i pastelli, inverte le prospettive.
Inventa un genere: il country dei ghiacci che si sciolgono sotto il fuoco delle parole.
Un disco algido ed allo stesso tempo caldo. Bollente.
Un altro mattone della sua personale ricostruzione della storia del folk americano.
Capolavoro dopo capolavoro.
Dopo capolavoro.



Ascolta: Bonnie 'Prince' Billy - Love Comes to Me

9 Comments:

Anonymous Anonimo said...

..a me non pare così straordinariamente bello..e itunes mi segna già 3 ascolti...islanda o non islanda...penso che il meglio l'abbia già dato...boh..?!

5:45 PM  
Anonymous Anonimo said...

eh beh.. bonnie "prince" billy.. voglio dire.

Carino qui, conosci il Six Day Sonic Madness? Vienici a trovare sul blog..

6:14 PM  
Blogger colas said...

il festival è bello.
akille e angelo sono brutti.

7:30 PM  
Blogger colas said...

lifespotter: Oltre che le banali chiacchiere sui gusti che potremmo fare (e che ti risparmio:D), anche io penso che will oldham il suo meglio lo ha espresso in passato. Al tempo stesso ogni suo disco mi sembra un passo avanti verso una personale visione del folk.
Da Master and Everyone in poi (quindi dopo i suoi veri capolavori) ha sfornato degli album che hanno aggiunto sempre dei piccoli tasselli in più.
L'apertura verso la luce (fioca, islandese) di questo disco a me piace e convince molto.

7:46 PM  
Blogger JunkiePop said...

il titolo mi ha fatto venire in mente il pinguino di fight club

10:51 PM  
Anonymous Anonimo said...

sia chiaro, l'artista ha il mio massimo rispetto per ciò che ha fatto e che continua a fare, è uno dei miei preferiti e l'ho sempre sostenuto ma non trovo quella 'luce' che tu vedi...Cursed sleep è stratosferica cmq..

9:19 AM  
Anonymous Anonimo said...

di grazia, quali sono i capolavori del nostro, acciocchè io possa aggiornare la mia povera discografia e deliziare le mie ignoranti orecchie?

10:22 AM  
Blogger colas said...

Secondo me:
A nome Palace Brothers:Days in the Wake
Palace: Viva Last Blues
Will Oldham: Joya
Bonnie 'Prince'Billy: A Sea a Darkness e Master and Everyone

12:54 PM  
Anonymous Anonimo said...

fino all quinta traccia mi è sembrato il disco più bello di Will Oldham, da Pantheon assieme a Joya ed I see a darkness. E quelle cinque tracce lo sono, da Pantheon, in effetti. Poi un po' si spegne. Un po' eh. E' sempre un disco incredibile. Per me già tra i dischi dell'anno.

9:52 AM  

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