La visione di MCA da vicino
Il primo impatto con la Festa del cinema di Roma è devastante.
Come andare a farsi un giro nell'Italia in miniatura e ritrovarsi in un calco a dimensione ridotta (o compressa) del Lido di Venezia.
Tutto ricorda la più anziana mostra, a partire dai colori bianco su rosso che fanno Venezia almeno quanto le gondole e le bestemmie colorite.
Ad essere diverso è il clima, non tanto per questioni di caldo e freddo (l'ottobre romano è in grado di toccare vette siberiane come di trasformare "Il Cup[p]olone" nell'equatore), ma proprio di atmosfera.
Tutto è intriso da un senso di grandeur "vorrei ma non posso".
Il tentativo di trasformare un festival del cinema de noantri in una specie di Hollywood sul Tevere.
Per cui è naturale sentirsi imbarazzati quando, una volta messi i piedi ed il culone nello spazio dell'Auditorium, ci si ritrova circondati da una moltitudine incredibile di persone vestite come ad un matrimonio e passate di fresco dal parrucchiere.
Magari solo per stare delle ore appiccicate alla passerella per veder passare Leonardo Di Caprio. O Fabio Volo.
O prendersi un mojito nello sciccosissimo bar, al modico prezzo di 18 Euro.
Proprio Fabio Volo appare come per magilla mentre vago tra gli scaffali della libreria.
Appena entra rivela ad alta voce (molto ad alta voce) ad un amico che "è sempre figo farsi vedere in una libreria, anche se non si compra niente".
Tutto torna: ecco i nostri divi ospiti del nostro festival.
Davanti alle biglietterie c'è coda, ma non troppa.
La sensazione è che tutti siano lì per fare un giro. Guardare i film è un'altra storia.
Giusto il tempo di rimbambire la cassiera con richieste di biglietti da qui alla fine della prossima settimana ed arriva il momento di spostarsi in Sala Petrassi per assistere alla prima di "Awesome, I Fucking Shot That!", il film concerto tratto dalla tappa newyorkese del tour 2004 dei Beastie Boys.
Nel foyer il colpo d'occhio è assai diverso rispetto al resto del festival.
Gli abiti scintillanti e le mise "pugno in un occhio", lasciano il passo a jeans baggy, t-shirt e felpe.
C'è tutto l'hip hop romano in parata, dai Cor Veleno a Frankie Hi Nrg, passando per discografici e direttori di giornali musicali (uno: XL).
Mentre vengo distratto dall'arrivo di Jovanotti, mi passa sotto il naso Adam Yauch aka MCA aka il Beastie Boy dalla voce roca.
Senza annoiare su inutili considerazioni da fan (sì, sono un fan), colpisce come colui che per l'iconografia della musica pop degli ultimi venti anni apparirà sempre come un ragazzetto ebreo, bianco, con il cappellino rosso di traverso, che fa le facce buffe e dice le parolacce, sia ormai in realtà un signore di mezz'età avvolto completamente nel suo raffinato paltò nero.
"Awesome, I Fucking Shot That!", è un documentario unico nel suo genere.
Girato da Nathanial Hörnblowér (in realtà tutti i possessori di "Paul's Boutique" sanno che si tratta proprio di MCA), con l'ausilio di cinquanta telecamerine prestate ad altrettanti fan del gruppo, con l'unica regola di accenderle al momento dell'inizio del concerto e spegnerle alla fine.
Qualunque cosa succeda.
Un concerto intero, quindi, ma rappresentato in un modo totalmente nuovo.
Le diverse prospettive ed inquadrature (quasi tutte di bassissima fedeltà) si susseguono con una rapidità impressionante. Il montaggio è forsennato, veloce, a tempo con il bum bum cha di Mix Master Mike.
Non mancano i colpi di scena: lo spettatore che durante Sure Shot va in bagno, fa quello che deve fare e torna nell''arena. Tutto in piano sequenza.
Tra il pubblico accadono scene di puro delirio (sia tra quello del Madison Square Garden, sia tra quello del cinema), si canta più a meno ad alta voce, si agitano le mani al cielo e si applaude.
Come ad un concerto vero, appunto. Come un concerto vero dei Beastie Boys (Roma 1999, per inciso, rimane uno dei momenti più esaltanti che mi sia mai capitato di vivere).
Qualcuno suggerisce anche di passarsi una canna, ma purtroppo non succede niente.
Il concerto è molto hip hop. Tanto hip hop.
Con degli intermezzi funky (il lato adulto dei Beastie Boys) di ottima fattura ed il finalone punk hard core con Sabotage suonata live a mille all'ora e Money Mark che salta sulla tastiera come e più di un Boosta senza molla e culo di fuori.
Un'ora e mezza di beat e frame che si rincorrono sparati ad un volume altissimo (lo stesso Adam Yauch andrà tre volte nella sala audio per farlo alzare).
Secondo alcuni questo dvd avrà lo stesso impatto del film su Woodstock (il primo girato con la tecnica dello split-screen). Probabile.
Intanto le luci si accendono. MCA viene circondato dai cacciatori di autografi. Qualcuno si è portato dietro i vinili, qualcun altro chiede dediche personalizzate ("per Davide e Matilda")ed ottiene in cambio facce stranite.
Poi tocca a me.
Fuori ormai la festa è finita, la passerella viene lasciata al suo destino. Tutti vanno a dormire.
Fabio Volo, probabilmente, no.
2 Comments:
Gran bel post.. Non pensavo certe bassezze al festival. Fabio Volo è troppo un cretino. E cmq finchè nelle librerie ci saranno suoi libri non può fare così tanto figo entrarci: dato che posso essere li proprio per comprare un suo libro.. :-)
ciao
Il Festival si farà... si farà...
era inevitabile che in questo esordio si aprisse lo zoo.
Nel giro di qualche anno (almeno 3!!!) il Festival di Roma può veramente scalzare Venezia sotto quasi tutti i punti di vista. Le tamarrate resteranno sempre, ahimè!
O.T. Apprendo proprio ora che è morto Andrea Parodi, mi spiace.
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