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mercoledì, ottobre 18, 2006

Un oscuro scrutare - L'Aria Salata (un post pieno di premesse)

Dal "mostro" inviato alla Festa internazionale del cinema di Roma.

L'aria salata.
Alessando Angelini.



Premessa della premessa:
Ci si sente un po' idioti ad uscire di casa per andare al cinema in una giornata come quella di ieri, a Roma. Quello che è successo nella metropolitana ha scosso tutti: dal balcone di casa si sentiva il continuo via vai delle ambulanze, persone che conosco si affannavano a mandare messaggi per sapere notizie. Io facevo altrettanto.
Dopo un po' di ore di naturale spaesamento, però, si ritorna alla normalità.
Gli organizzatori della rassegna cinematografica si affannano ad apparire in tutti i telegiornali per comunicare alla nazione che si cambia registro. Non c'è più niente da festeggiare. Per cui via gli incontri, le feste e la passarella. Tutto giusto. Sacrosanto.
Se non fosse che una volta arrivati all'Auditorium ci si rende subito conto che tutto è come prima.
La passarella c'è, i vestiti scintillanti, i fotografi, le ragazzine che urlano... esattamente come il giorno prima, ma con molta ipocrisia in più. Parecchia.

Premessa:
In condizioni normali non sarei mai andato al cinema a vedere un film come "L'aria salata".
Troppi pregiudizi nei confronti di certo cinema italiano (e qui c'è pure Pasotti protagonista) e troppa carne al fuoco nelle altre sale dell'Auditorium.
Ma all'interno del film, in una scena corta corta ma molto efficace, c'è un brano dei MiceCars, Americans per la precisione, e l'emozione di vedere questo nome tra i titoli di coda è ovviamente più grande di qualsiasi pregiudizio.

Gli attori e il regista vengono accolti in sala da ovazioni. Uno degli organizzatori richiama il pubblico all'ordine e alla sobrietà. Quattro ragazzine prendono posto davanti a me. Per gran parte del tempo ironizzano su Nicoletta Romanoff (brava!), compagna di Giorgio Pasotti, e il suo vestito da anteprima serale al Festival di Cannes (effettivamente un pochino fuori luogo). Mentre Alessandro Angelini cerca di rivolgersi, emozionatissimo, alla platea, le quattro ragazzine si scambiano ricordi sulla prima volta che hanno visto "L'ultimo Bacio".
"Io c'avevo 14 anni. Ero emozionatissima. Quant'era bello Stefano!"
"Oddio, sì. Ma Giorgio è sempre stato er meglio."
"Volete mettere con Scamarcio?"
Tutte le altre, in coro: "Lascialo perde' Scamorza!"

Fin dalle prime scene appare chiara la volontà del regista di staccarsi da certi stereotipi di certo cinema italiano. La fotografia è particolare e di grande impatto. Sgranata.
Volutamente lontana dal patinato stile "pubblicità del Mulino Bianco" che ha fatto la fortuna di Muccino, per dire. Emerge chiaramente il passato di Alessandro Angelini come autore di documentari.
Il cuore della storia non si discosta moltissimo da quello del film di Mira Nair. Ancora una volta si parla della difficoltà di costruirsi un futuro senza riuscire a fare pace con il proprio passato.
Ancora una volta si parla di complicati rapporti familiari, anche se ambientati e sviluppati un contesto duro ed esasperante come quello del carcere.
Il maggior contrasto con il film della Nair è proprio il modo in cui la storia viene sviluppata e raccontata. Se lì ad essere centrale non era "il racconto", ma il contorno, l'atmosfera, qui si va dritti al sodo. La vicenda colpisce e commuove immediatamente, senza perdersi in fronzoli, più per l'impatto emotivo capace di generare che per la qualità della scrittura.

Gli attori: Pasotti è sempre Pasotti. Recita in quel modo lì e, in un certo senso, ci sta. T'aspetti che da un momento all'altro appaiano in scena anche la Pandolfi e Ricky Menphis.
Michela Cescon è impressionante. Soprattutto dal punto di vista fisico. Me la ricordavo anoressica in "Primo Amore". Vederla così in carne (e incinta) è quasi uno shock. Comunque sempre molto brava anche se il suo è un ruolo di contorno.
Katy Louise Saunders, per innumerovoli legioni di teenager, è stata e sarà sempre Babi ("Tre metri sopra il cielo"). Se lì limonava con i Grandaddy in sottofondo, qui litiga con i MiceCars (alè).
Magistrale, invece, l'interpretazione di Giorgio Colangeli, impegnato a vestire i panni del detenuto Luigi Sparti. Vero "goodfella" alla romana.

Il film ha tutti i pregi e difetti dell'opera prima. E' coinvolgente, ma imperfetto.
Non mancano, purtroppo, le cadute di tono (certi dialoghi ed alcune scene veramente troppo stile fiction di Rai Uno in prima serata) e finisce per pagare una certa ingenuità di fondo.
E' comunque gradevole e vedibile, ma non so se ci spenderei i soldi del biglietto.

Nei corridoi della Festa del cinema internazionale di Roma, gira voce sia il migliore tra i film italiani in concorso.
Un po' sono contento e un po' ho paura.
Le ragazzine in sala si alzano in piedi ed applaudono.

5 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Ancora ho ben stampato in mente e penso che ci resterà per moolto tempo, il culo perfetto della Romanoff in primo piano in Ricordati Di Me, nella scena da (ma)sturbo del provino per la trasmissione di Silvestrin, mentre balla sul pezzo di Geri Halliwell.
Gli ho dedicato molti pensieri, in questi anni...

http://www.allcelebrity.it/Romanoff/64.jpg

http://www.allcelebrity.it/Romanoff/63.jpg

12:39 PM  
Blogger colas said...

pensa che a me invece non diceva niente.
Live però... BRAVA.

7:27 PM  
Anonymous Anonimo said...

Meno male che in extremis hai lodato Giorgio Colangeli, appena letto il titolo del post speravo che ne parlassi.
Giorgio Colangeli oltre ad essere uno straordinario attore teatrale (uno dei migliori da me visti all'opera) è anche una persona fantastica e spero che la critica si accorga di lui... finalmente.
Un esempio di quanti bravi attori ci siano in Italia che nessuno (se non amante di teatro) vedrà mai. Porcaputtana.
Posso vantarmi di avere la sua amicizia e soprattutto di aver lavorato con lui in uno spettacolo: una lezione il vederlo al lavoro!

Ma 'sti cazz di MiceCars quando li sentiremo in Cantina?
Facce sape'

8:01 PM  
Anonymous Anonimo said...

@Sarak: pare il 15 Dicembre, almeno così c'è scritto sul sito della Cantina. Preparo le uova marce ;-)))

9:12 PM  
Blogger colas said...

Sarak: impossibile non nominarlo, il film praticamente è tutto al suo servizio. A fine proiezioni si è beccato dei lunghissimi applausi solo per lui.
Molto più dei suoi colleghi.


Eh sì. 15 dicembre

9:37 AM  

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