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Weeds



lunedì, gennaio 15, 2007

Band on the Run (Vol 1)

Firenze. 12-01-2007. Sintetika.

Rientro a casa che sono le 4 di mattino di venerdì.
Gli altri li ho sentiti solo via sms. Dovrebbe essere tutto ok.
Domani alle 11 e 30 ci vediamo davanti al Circolo degli Artisti, carichiamo il furgone e partiamo per Firenze.
Sono le 4 e sono ubriaco, vado a dormire ansioso, ma dormo.
Mi sveglio presto, preparo la valigia, sbrigo un po' di cose ed esco per andare al Circolo.
Arrivo in ritardo e non c'è nessuno. Chiamo Matteo: ci sono problemi per il furgone.
Quello che avremmo dovuto prendere ha i vetri rotti, possiamo cambiarlo con un altro, ma è molto più piccolo. Vincono i vetri rotti, quindi, e vince il forte sconto che riusciamo ad ottenere.
Nel frattempo il luogo dell'appuntamento cambia un altro paio di volte.
Alla fine ci ritroviamo tutti a casa di Lele, il batterista.
"Daniele dov'è?"
"Non è ancora arrivato."
"Gli altri Turnpike Glow?"
"Ahahahah, dai falla finita."
"Falla finita de che. Dove sono Valerio e Nicola?"
"Ma non sai niente: praticamente Valerio non può venire, ha problemi in famiglia e Nicola, ieri sera, ha lasciato il gruppo."
"Eh???"
"Eh!"
"Minchia."
"Comunque con noi viene The Niro per suonare e Peppe dei Turnpike come groupie."
"Ehehehehe, che sfiga però."

Cominciamo a caricare il furgone.
Caricare il furgone di una band è un azione ricca di misticismo.
E' lì che i tour iniziano per davvero, prima ancora dei chilometri, dei soundcheck e delle stanze d'albergo. Una partita a Tetris in 3d.
Proprio quando pensi di aver finito, ti giri, e trovi una valigetta. E allora riapri il furgone, cerchi di far entrare la benedetta valigetta, ma non c'è posto.
"Che facciamo?"
"Tira fuori lo zaino di Sandro."
"OK."
"Il rullante."
"OK."
"La valigia dei dischi."
"OK".
Quando finalmente si trova il posto per la valigetta, bisogna risistemare tutto quello che si è tirato fuori. Fino ad infinito, due volte.
Archiviata la pratica e "gabbato lo santo" (nel frattempo è arrivato anche Daniele), siamo pronti per partire.
Dopo un po' di gimcana per uscire da Monte Sacro, arriviamo all'autostrada.
Un altro momento importante per la vita di un gruppo in tour è la scelta della musica da ascoltare in furgone.
Il tour dei MiceCars inzia così: con "Aenima" dei Tool in sottofondo, il primo disco di James Holden, "Selected Ambient Works" di Aphex Twin, l'ultimo, ma ormai vecchio, disco dei Queens of the Stone Age e i Built to Spill. Fondamentalmente ascoltiamo troppa musica ed a volume troppo alto.
Cosa che fa "bucare" a Daniele un'intervista con Radio Città Futura.
Per la seconda volta.
In prossimità dell'uscita "Scandicci" ci sorge un dubbio, un dubbio atroce:
"Dove cazzo è il biglietto dell'autostrada?"
Claudio, fonico, chitarrista dei Black Circus Tarantula, bassista di The Niro, produttore di video, sindaco del mondo e chef nel ristorante di Vissani, cerca di ricostruire i movimenti del biglietto come neanche in una puntata di C.S.I.
Alla fine lo spirito di Grissom incastonato nel corpo di un essere molto rock and roll sentenzia che deve essere volato per forza di cose via dal finestrino.
Si decide la strategia da adottare con il casellante, qualcuno propone di circuirlo tramite sesso, si cercano scontrini di Autogrill da usare come prova, si pensa anche di coprire la targa e rompere la sbarra.
Alla fine vince il buon senso: diciamo la verità, il casellante è clemente e non paghiamo una lira di più del dovuto.

Arriviamo a Firenze più o meno puntuali. In città è un delirio. Colpa del Pitti Uomo, o qualcosa del genere. Il locale è in pieno centro e per raggiungerlo commettiamo infrazioni che neanche Fisichella dopo duecento birre analcoliche.
E' increbile il modo in cui il Sintetika riesce a cambiare nel corso della stessa serata.
Alle 18 e 30 del pomeriggio ci appare per quello che è: un dopolavoro ferroviario con i vecchietti che ballano la mazurka.
Nel corso della serata, durante il check e poco dopo, si trasforma pian piano (grazie al non poco lavoro dei ragazzi del posto) e diventa un'altra cosa.
Tutto scorre via abbastanza liscio (e meno male, vista la giornatina per niente facile), ceniamo, discutiamo per capire se "Pop" degli U2 è più o meno una cagata, ci rilassiamo, facciamo i scemi e qualche volta pensiamo.
Non c'è problema, no, è tutto Ok, sul palco sale The Niro (in due, Davide e Claudio, voce/chitarra e basso) e fa quello che sa fare (ed io la smetto di citare Jovanotti).
Davide suona circa mezz'ora. Benissimo. Il pubblico è attento, anche se purtroppo non molto partecipe (la classica situazione in cui la gente si siede per terra a due metri di distanza dal palco), ma non chiacchierano e non disturbano. E questo è un bene.
Durante il live Sandro ha un'idea geniale, gira per il locale chiedendo se quelli che stanno suonando siano i MiceCars.
"No, suonano dopo."
"Ah, meno male, non li ho mai ascoltati dal vivo e ci tenevo tanto."
Chissà la faccia dei poveretti quando l'avran visto salire sul palco ed imbracciare la chitarra... con i MiceCars.
Cambio palco veloce e l' "I'm the Creatour" ha finalmente inizio.
Subito Ghost Trolley ed Heretical. In sala qualcuno canta i pezzi, ma il resto della gente rimane fredda. Ci diranno poi che a Firenze è normale.
Io intanto metto su il banchetto, in fondo alla sala, Davide mi tiene compagnia.
Lontano dal palco l'audio è pessimo, il concerto non decolla mai per davvero, ma non va male.
Anche se non siamo soddisfatti alla fine la pagnotta la portiamo a casa.
Vendiamo cinque dischi e va bene così. Smonto.
Mi riprendo e dopo un po' do il cambio a Matteo, il dj residente del Sintetika, per il SadPanda(s) dj set.
Mi avevano spaventato dicendo che a Firenze non balla nessuno e invece va tutto bene.
Certo, assecondo la folla e metto dischi "facili", ma mi diverto.
Verso le 3 e 30 svuoto la pista con Graham Coxon e i Thermals, ma incredibilmente si riempie di nuovo con l'ultimo singolo dei Modest Mouse. Potere della cassa!
Dopo Dashboard arriva il mio ultimo disco: Corona - The Rhythm of the Night.
Matteo prende la palla al balzo e parte con Tiga, Madonna, Scissor Sisters, Gwen Stefani.
Restiamo un altro po' nel locale. Carichiamo e andiamo a dormire.
All'alba. A Sesto Fiorentino.

Roma. 13-01-2007. Circolo degli Artisti.
La sera prima, a Firenze, una ragazza del Sintetika ha scambiato Peppe per il Maestro Pavarotti. Probabilmente l'aveva sentito russare.
Così, dopo pochissime ore di sonno in una stanza più rumorosa di un'acciaieria, mi sono ritrovato a fare colazione con Pier e Davide, mentre gli altri arrivavano alla spicciolata.
Dopo aver avuto la malaugurata idea di cercare un'edicola ed aver attraversato mezzo Sesto Fiorentino, scoprendo tra l'altro la presenza di laziali (nel senso di tifosi della) nella ridente cittadina toscana, ci siamo rimessi in marcia verso Firenze.
Ennesima partita a Tetris con il furgone e via alla volta di Roma.
Dovevamo essere al Circolo alle quattro, ma era chiaro che non ce l'avremmo mai fatta.
A monopolizzare lo stereo nel viaggio di ritorno è stato l'album appena terminato dai Turnpike Glow (o Turn Pile Glow o Tumpike senza Glow).
Broken Social Scene vs Notwist vs dEUS vs loro stessi. Ne sentirete parlare.
Questa volta non abbiamo perso il biglietto ed il viaggio è stato tranquillo, nonostante a viaggiare ci fossero dieci stracci ambulanti.
Molto più complicata l'organizzazione della serata: il concerto sarà aperto ancora da Davide, ma in trio, con la batteria e prima di lui ci sarà un nostro amico, infilato all'ultimo, Sospesoa.
Passiamo tutto il tempo al telefono con il Circolo e cerchiamo di capire come fare a recuperare le macchine e riportare il furgone al noleggio.
Alla fine arriviamo che sono le 17. Matteo ed Enrico riportano il mezzo. Sandro, Daniele, Lele e Davide recuperano le macchine, Pier, Peppe, Claudio ed io montiamo il palco.
Una catena di montaggio perfettamente funzionante.
Siamo tutti stanchissimi, chi senza voce, chi con il morale alle stalle, tutto fa pensare che la serata andrà male.
Il check è molto lungo e fortunatamente sembra che tutto sia a posto.
Intanto arrivano alla spicciolata le fidanzate, ceniamo con pizza e birra mentre nel locale viene diffuso "Grace" di Jeff Buckley.
Siamo tutti tesi, pure troppo.
Il locale è ancora chiuso, ma fuori comincia ad esserci un po' di gente, molte facce amiche, ma anche sconosciuti.
Aprono le porte e alle 22 e 15 sale sul palco Sospesoa.
Solo chitarra e voce. E tuta.
Bravo, anzi: "grosso nel mondo degli alti."
The Niro, fa il suo anche meglio della sera precedente. I pezzi arrangiati per la band sono molto più efficaci ed anche la sua mezz'ora finisce in gloria.
Faccio partire "Magic Moments" di Burt Bacharch, i Mice salgono sul palco.
Il Circolo è talmente pieno da far paura. Dedica per Jack e via, si parte.
Resto nascosto sul palco per cinque pezzi, poi mi sposto nella saletta laterale per fare il banchetto.
Il concerto è il migliore in assoluto da quando esistono i MiceCars: le voci si sentono bene, si distinguono le chitarre, tutto viene come sarebbe sempre dovuto venire.
Il boato prima di Americans leva ogni dubbio: è andata da Dio.
Dopo Hulk Hogan vengo preso d'assalto. Nel buio più totale riesco a vendere tantissimi dischi.
Alla fine faremo i conti: avevamo 34 copie. Ora non ce le abbiamo più.
Aspetto Giulia che viene a darmi il cambio per un po' e raggiungo gli altri dietro.
Enrico tira fuori la frase che riassume alla perfezione la nostra serata: "E' troppo bello, secondo me siamo morti tutti allo svincolo di Orte e niente è mai avvenuto."
Gli amici ci arrivano in camerino. L'alcool raggiunge i cervelli.
Facciamo l'alba un'altra volta.

MiceCars - Nihil Is the Quest (live @ Circolo degli Artisti, Firenze).
MiceCars - Heretical (live @ Circolo degli Artisti, Roma).

Bonus track: The Boys in the Van (MiceCars vs Turnpike Glow) - Eye of the Tiger.



Una foto di quelle che non andrebbero mai pubblicate, ma sotto questo post ci stava troppo bene.
Da sinistra a destra: Claudio, uno che fa la bocca pauvcina, Lele, Davide, i capelli di Sandro, il cappello di Peppe, il breviario di Daniele, e Pier. Davanti: sembra un picchiatore ma invece è Enrico, e Matteo.

7 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Diario divertentissimo!
Dovresti farlo di ogni concerto
C.

8:38 PM  
Anonymous Anonimo said...

1- Non è vero che da noi nn si balla: fate una cover della Bandabardò e si agiteranno tutti (sigh)

2-Il fatto che ai Modest Mouse ci arriviamo mi riempie comunque di speranza per il futuro :)

3- ODIO chi si siede a 5 metri dal palco e inibisce chi vorrebbe seguire in piedi e vicino al palco dal farlo...

9:04 PM  
Anonymous Anonimo said...

Vista la foto, se io fossi stato il casellante avrei chiamato l'antiterrorismo!!

10:02 PM  
Anonymous Anonimo said...

Non siete morti allo svincolo di orte, anzi E' stata una bellissima serata.

Quella che voleva le spillette (ehehe)

11:39 PM  
Blogger sadpandas said...

- A Firenze è normale.
- Mi ripeto e chissene: sono stato davvero contento.
- 'Sto diario dovrebbe avere un seguito.
- "Oh, nun ce volevo crede' ma so' bbravi..." detto con aria delusa da un idealtipico postgrungettaro delle ultime file del Circolo.
- Lo svincolo di Orte è un posto che c'ha dei poteri. Tipo il Gange, ma senza batteri.
- L'alta presenza di illustri personaggi di Roma Nord-Est (più quelli evocati) ha aiutato. Fidateve.

9:45 AM  
Anonymous Anonimo said...

e ti dirò che io mi sono pure un po' emozionato a leggere..

7:51 PM  
Blogger colas said...

ti è venuto il brividino?
:D

8:06 PM  

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