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Weeds



lunedì, settembre 24, 2007

I believe in you (Magic is real)



Sulla torta di Springsteen, ieri, c'erano cinquantotto candeline.
C I N Q U A N T O T T O.
Due meno di sessanta. Due meno di mio padre (che per una strana casualità finisce per compiere il sessantesimo proprio nel giorno dell'uscita di "Magic").
Fa strano pensare a Springsteen come ad "un signore di una certa età", un po' per lo straordinario stato di conservazione del corpo (sembra mio nipote!), parecchio perché i nostri occhi hanno avuto il tempo di abituarsi all'immagine del "Bruce splendido quarantenne", come se i vent'anni trascorsi dal momento della sua esplosione come "Madonna del rock" (parliamoci chiaro, è quello che è) corrispondano, nella realtà, all'altro ieri.
Springsteen non è mai stato giovane (neanche quando lo era per davvero) e non sarà mai vecchio. I suoi capelli diventeranno più grigi, il corpo, forse, si appesantirà un poco, ma per tutti resterà sempre uguale. E la sua icona è il ritratto di Dorian Gray.

Non invecchierà mai neanche "Nebraska", nonostante le venticinque candeline.
Il suo album migliore, almeno per me.
Secondo gli springsteeniani di ferro, quelli che hanno la foto di Bruce sul cruscotto della macchina ("Non correre, pensa a me", in questo caso più che una contraddizione in termini), "Nebraska" è il disco che piace a quelli a cui Il Boss (come lo chiamano loro) non piace più di tanto.
Nel mio caso è quasi vero. Quasi.
Ho impiegato del tempo ad appassionarmi a Springsteen.
Ha contribuito il fatto di essere cresciuto in anni in cui, parliamoci chiaro, non ne azzeccava una.
"Born in the U.S.A.", quando ero bambino, mi piaceva. Mi sembrava un disco "forte".
Veramente rock. Con gli anni ho imparato ad odiarlo, colpa dell'ottusità dettata dalla teenage-angst ("nazionalista, repubblicano, tamarro...", cazzate), e di un suono laccato/tastieroso/muscolare/finto che era finito per diventare più di una barriera.
Per non parlare di quello che è venuto dopo: "Tunnel of Love", "Lucky Town" e "Human Touch". Il male. In pratica.
L'amore quello vero è sbocciato con "il fantasma di Tom Joad" e quelle canzoni di sofferenza e redenzione. Fino a tornare indietro e rispolverare le cassettine abbandonate del passato.
Dall'energia di "Born to Run", a "The River" e tutto quello che c'è in mezzo.
Fino a "Nebraska". Il suo disco migliore, come dicevo.
Un viaggio sulle strade del fallimento umano e della ricerca di un riscatto non possibile.
Un album sentito, diretto, senza fronzoli. Registrato su "quattro piste" (a cassetta), pensato per essere un demo e diventato tutt'altro.
Il disco che l'ha consacrato come autore (mentre la sua potenza come performer era già cosa nota) e reso eterno.
Un pezzo d'America dotato di gambe e cervello. Più che un cantautore: un'idea.
Come Dylan. L'eterno paragone e metro di giudizio della carriera di Bruce Springsteen.
Non c'è da stupirsi se un giorno, forse, realizzeranno un film su di lui e chiameranno decine di attori ad interpretarne la parte. Chiameranno Johnny Deep e Gandolfini. Winona e Owen Wilson. Don Cheedle e... Hulk Hogan. Chiameranno anche Hulk Hogan. Faranno un film e noi faremo la fila per andarlo a vedere.
Perchè Springsteen è così, ti spinge a compiere imprese che a mente fredda non faresti mai.
Smuove passioni insane e gesti folli.
Come spendere soldi per un film del cazzo, o passare una nottata/mattinata davanti al box office solo per assicurarti un biglietto per un suo concerto.

Nella notte tra il 27 e il 28 settembre, molti negozi di dischi (del mondo!) apriranno le porte in via speciale. Se nel 2007 il concetto di "fare la fila per acquistare un disco" sembra più etereo che terreno, Springsteen rappresenta l'unica eccezione.
"Magic", il primo album dopo un lustro con la E Street Band, è atteso come una rivelazione.
Non cambierà la vita di nessuno. Non dominerà le classifiche di rendimento.
E' un disco minore che nasce per essere minore, riempire gli stadi, spaccare i palchi e causare un paio d'ore di purissimo divertimento.
E, scusate, non è per niente una cosa da poco.
Non è da tutti. Più che altro.
E' da Springsteen.



Ascolta: Girls in Their Summer Clothes (Da "Magic").

Bonus Track:
State Trooper (Steve Wynn).
I'm on Fire (Johnny Cash).
Dancing in the Dark (The Thrills feat. Mike Mills)

14 Comments:

Blogger Valido said...

Piu' che Hulk Hogan ci vedo Roddy Piper in "Essi vivono"... piu' proletario :)

3:03 PM  
Anonymous Anonimo said...

mah, riconosco l'importanza di springsteen, ma sono almeno vent'anni che è inutile.

8:32 PM  
Anonymous Anonimo said...

Grazie di cuore per il link!! ;-)

Per il resto, cosa altro aggiungere?
Bruce è un compagno per la vita, uno che ha fatto cazzate e che ha fatto miracoli: insomma, come i migliori amici.
Quelli che ti porti dietro fino a quando Dio o chi per lui te lo consente.

Ho sentito solo RADIO NOWHERE (ma chi te lo fa un singolo così?) e mi mantengo illibato fino a giovedì notte, da Nordovest.

Anch'io penso che NEBRASKA sia il disco che piace a quelli a cui il Boss non piace più di tanto; ma è una considerazioni vieppiù inutile: è semplicemente il disco che chiude la sequela dei 4 Capolavori consecutivi che sfornò tra il 75 e l'82.
Poi è diventato il padrone del mondo, se l'è goduta, ed ha iniziato a sputtanarsi tutto.
Poi è arrivato THE RISING... ed è per THE RISING che siamo ancora tutti qua.
Cause tramps like us, baby we were born to run.

9:42 PM  
Anonymous Anonimo said...

Radio Nowhere sembra i Pearl Jam che sembrano Sprigsteen che sembra i Pearl Jam che sembrano Springstenn che sembra i Pearl Jam che sembrano...

11:22 AM  
Blogger colas said...

e nonostante questo è un singolo carino e country non è un pirla

1:57 PM  
Blogger dufresne said...

Bellissima l’immagine di Dorian Gray!
Ci sono molte cose nella sua discografia che non riescono a piacermi, ma chi è cresciuto negli anni ’80 non può prescindere da Born in the U.S.A., la canzone più mistificata della storia, che quelli superficiali hanno voluto far passare per inno patriottico, quando in realtà è una dura critica della società americana, la disillusione e la consapevolezza della fine di un sogno. Anche se ora non riesce più a coinvolgermi.
Come per te, Nebraska e The Ghost of Tom Joad sono i dischi ai quali sono più legato, ed una sottile linea li unisce. Testi evocativi da vero romanziere, di un’intensità alla quale non si è mai avvicinato. Storie di disperazione, desiderio di normalità e riscatto ai margini della società; il primo nell’America più profonda, l’altro che attualizza l’esperienza proposta nel “furore” di Steinbeck, narrando delle tragiche vite degli emigranti clandestini messicani in fuga dalla miseria, verso un’altra.
Ma alla fine dei conti, è The Rising il “mio” disco di Springsteen. Ma non sto qui a parlarne, ché mi sono lasciato prendere la mano e ho già scritto troppo...

Dico solo che lui ha Danny Federici e Roy Bittan a suonare organo e piano. I peggèm hanno Boom. Ognuno ha gli amici che si merita.


pg

7:40 PM  
Blogger colas said...

ahahhahahahaha

Comunque la mia canzone preferita è "Thunder Road".
Non l'avevo ancora scritto
:D

8:24 PM  
Anonymous Anonimo said...

Anche la mia.
Thunder road.

9:34 PM  
Anonymous Anonimo said...

Io dal disco nuovo toglierei tre pezzi (compreso quello 'carino' che sembra un pezzo dei PJ che sembrano... è *tristemente* vero) perché sono 'brutti' per il livello di uno come Springsteen. "The Ghost.." meriterebbe discorsi a parte. E' un album di poesie. Forte e durissimo. Ma non penso vada giudicato come 'disco'..probabilmente non mi sono spiegato, vabbè. Metto il link alla mia preferita. Vai coi brividi



PleaseDon'tGoSad, Pandas.

2:44 PM  
Blogger colas said...

The Ghost, più che altro va giudicato a parte, come Nebraska.
Sono due dischi speculari, anche per il tema trattato (paradossalmente Nebraska è quello attuale, mentre The Ghost va a ritroso).

La tua canzone preferita mi ha riportato al commento più frequente che una volta veniva associato a Springsteen:
"Quello che parla di belle macchine e belle donne"
:D

10:53 AM  
Anonymous Anonimo said...

'Belle donne' e poi s'è andato a pija' Patti Scialfa.. vabbè, tutti i gusti so' gusti e se quello è gusto allora è cattivo gusto [Cit.]... :D
Almeno nei video ce metteva Courtney Cox.
Eccomunque, avercene di gente che parla di macchine e donne così :)



PleaseDon'tGoSad, Pandas

11:17 AM  
Blogger colas said...

Ma che c'entra?
Patti Scialfa è l'amica di una vita che diventa qualcos'altro.
Harry ti presento Sally, in pratica:D
Prima era sposato con una top model, oh!

11:20 AM  
Anonymous Anonimo said...

Harry e Sally mica erano amici!
Anche perché Harry sosteneva che l'amicizia tra uomo e donna non può esistere.
E comunque prima una top model, poi 20anni co' Patti Scialfa. Avrei paura. Una che te gira sempre col tamburello pe' casa. So' problemi.



PleaseDon'tGoSad, Pandas

11:28 AM  
Anonymous Anonimo said...

Beh... per chi Springsteen non l'ha mai capito, consiglio a-s-s-o-l-u-t-a-m-e-n-t-e la visione dei dvd contenuti nella versione del 30nnale di "born to run". Quello sulla lavorazione del disco fa capire veramente cosa potevano fare lui e la E-Street Band in quel periodo (del tipo: se avessero pubblicato un quadruplo, non oso immaginare cosa sarebbe potuto venire fuori... ma siccome il Boss é rinomato da sempre come un cagacazzo incredibile, alla fine vennero pubblicate "solo" quelle 8 canzoni).
poi c'è il dvd del live all'Hammersmith Odeon di Londra del '75; lui era uno spaghetto allora, ma dentro aveva una carica clamorosa!

10:18 PM  

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