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Weeds



giovedì, settembre 20, 2007

Il cantamusicista (un post "scontato")

Anche noi abbiamo avuto i nostri Beatles.
Si chiamavano Lucio Battisti. O meglio ancora: Battisti e basta.
Solo con il cognome, come un compagno di scuola con cui non si è mai entrato troppo in confidenza. Ed è strano, visto che Battisti è stato ed è tuttora, in un certo senso, "uno di famiglia".
Uno che in un modo o nell'altro è entrato nelle vite di tutti.
Uno che solo con la forza delle canzoni ha lasciato un segno evidente sulla cultura popolare di questo paese. E non solo.
Battisti è arrivato dove nessun altro è riuscito ad arrivare: la sua musica con il passare del tempo è diventata sempre più patrimonio comune. E' musica di tutti.
Sembra che esista da sempre. Come l'aria.

Il primo album, omonimo, di Lucio Battisti è uscito nel 1969.
All'epoca non era così automatico riuscire ad arrivare a pubblicare un disco.
La sfida vera la si giocava con i singoli. I 45 giri, come si diceva una volta.
Con il "pezzo giusto" potevi dare vita ad una carriera e provare a diventare una star; al tempo stesso era mille volte più facile, e più comune, bruciarsi.
In quegli anni i dischi si vendevano ancora. Anzi, si vendevano parecchio.
Al punto che trecentomila copie erano un mezzo flop.
Battisti di flop ne aveva sfiorati un bel po'. Era quasi considerato un fallito, uno che con quella voce "strana" non avrebbe mai potuto fare grandi cose.
Eppure il talento c'era, aveva bisogno solo di qualcuno che l'aiutasse a tirarlo fuori.
La storia è nota: Mogol. L'incontro che ha cambiato due vite e la storia della musica italiana.
Un sodalizio partito sotto i peggiori auspici (all'epoca la casa discografica di entrambi aveva messo un veto sul cantante Battisti, per cui i due furono costretti a scrivere per altri) ed arrivato alla gloria dopo pochissimo tempo grazie a successi incredibili come 29 Settembre e Per una lira, numeri uno incontrastati nelle versioni di Equipe84 e Ribelli, che vengono ricantate e registrate da Lucio proprio per questo famoso primo album.
"Lucio Battisti" è un disco che a prenderlo in mano oggi c'è da restare a bocca aperta.
In poco più di trenta minuti riesce a rendere inutili e vani tutti i discorsi che siamo abituati a fare sulla musica e sul suo significato. Non tanto per il valore (elevatissimo, comunque) della proposta musicale, quanto per la potenza della tracklist.
Fa impressione avere tra le mani quello che è a tutti gli effetti un disco d'esordio e leggere tra i titoli almeno sette brani (su dodici) che sono rimasti ed hanno superato indenni questi ultimi quarant'anni. Tre anni fa, all'uscita del primissimo disco dei Franz Ferdinand, mi è capitato di leggere in giro di come fosse impossibile non ammettere l'importanza di quell'album a causa della traccia indelebile che alcune di quelle canzoni avevano lasciato su tutto il 2004.
Ecco, sul primo Battisti ci sono, una dopo l'altra, o quasi: Un'avventura, 29 Settembre, Non è Francesca, Balla Linda, Per una lira, Io vivrò (senza te), mentre sono state pubblicate solo su singolo (in contemporanea all'album) Acqua azzurra, acqua chiara e Dieci Ragazze.
Canzoni che dopo quarant'anni vengono ancora cantate da tutti.
Il panettiere sotto casa, l'indie rocker frangettata, l'impiegato dell'ufficio postale e perfino il portiere rumeno. Tutti, una volta messi davanti al più classico dei "ti stai sbagliando chi hai visto non è", rispondono in coro che no, non è Francesca e che Francesca non può essere lei.
E' un riflesso condizionato, non ha neanche più niente a che fare con l'avere o meno memoria.
E' dentro di noi. Punto e basta.

"Lucio Battisti" è un disco incredibilmente moderno, atterrato sull'Italia del 1969 come un'astronave carica di soul (Un'avventura potrebbe benissimo essere frutto del catalogo Motown se solo fosse cantata da un non bianco), psichedelia (cosa non sono Prigioniero del mondo e Il vento?), arrangiamenti sontuosi (29 Settembre è la nostra A Day in the Life, perdonatemi la sparata), idee e creatività da vendere.
Rubava da tutti, Battisti. E tutti rubano da lui, ancora adesso.
I suoi dischi, nessuno escluso, vengono ristampati in questi giorni e venduti in edicola a prezzo di favore.
Il primo, questo, è acquistabile, addirittura, a soli 4,99 euro più il prezzo di Sorrisi e Canzoni.
Da lunedì, invece, gli altri album saranno messi in vendita settimanalmente, a coppie di due, a solo 12 euro (e senza l'obbligo di comprare anche l'orrido giornale).
Insomma, mi piacerebbe che li comprassero tutti quelli che hanno scaffali pieni di Amari, Artemoltobuffa, Carpacho!, ma anche Afterhours e Blonde Redhead.
Ci starebbero benissimo.



Guarda: Per una lira & 29 Settembre.
Scarica: due stralci da un'intervista d'epoca (in cui Battisti è francamente insopportabile. Ma non importa).

11 Comments:

Anonymous Anonimo said...

la cosa curiosa è che tutti conoscono 10, 20, 100 canzoni di Battisti, eppure in pochi lo definirebbero "il mio cantante preferito", e nemmeno "il mio cantante italiano preferito". non c'è nemmeno bisogno di amarlo: lui sta lì a prescindere, è oltre. come la mamma.

10:43 PM  
Anonymous Anonimo said...

ecco, questo è uno di quei post che fanno la differenza tra un giornalista musicale che tiene un blog e un blogger che si spaccia da giornalista.
Bello e interessante. Grazie.
c*

12:57 AM  
Anonymous Anonimo said...

ecco quello che mi fa incazzare è che cazzoni come dietnam o junkiepop o inchstro che sono al passo con i tempi e sono fighi ma in realtà sono delle checche del cazzo hanno tremila commenti e sono famosi e tu che scrivi cose buone e giuste e hai un bellissimo blog hai solo pochi fedeli.

un lurker

1:43 AM  
Blogger colas said...

uddio:
c* Grazie! Anche se mi sono pentito di aver scritto 'sto post. Il festival dell'aria fritta.

Un lurker: mah citi blog che mi piacciono. E poi non è che ho tanti lettori in meno.
Sono solo più silenti. Ma va bene così, sono io che sono logorroico
:D

1:56 AM  
Blogger colas said...

miic: ecco, precisamente quello che volevo dire, con molta più sintesi.
Tra l'altro ascoltando alcune versioni orignali, mi rendevo conto di come la musica di battisti ci arriva filtrata dalla percezione di battisti che abbiamo.
Conosco persone che lo associano alle canzonette, quando in realtà musicalmente non è mai stato un "facilone".

1:58 AM  
Anonymous Anonimo said...

Arbore col riporto che ascolta rapito e fa le 'mossette beat' è *meraviglioso*.
A me stupiscono sempre le contraddizioni di Battisti.
Era un cafone insopportabile e ti staccava delle melodie da ricongiungimento con l'Universo. Era un burino di paese, fiero di esserlo e frequentava e scriveva con un figlio ricchissimo della borghesia milanese.
Aveva una voce sgraziata e cantava 'di testa' eppure su certi pezzi (pazzesco il secondo ritornello di "Mi ritorni in mente") faceva i numeri che quasi 'manco Mina gli stava dietro.
Ha inciso con i più grandi e uno dei suoi migliori amici in musica (e altro) era *Pappalardo*.
Una delle più belle contraddizioni mai esistite.


PleaseDon'tGoSad, Pandas

12:25 PM  
Anonymous Anonimo said...

Precisazione: oggi in edicola mi sono accorto che 4,99 è il prezzo *compreso* TvS&C; inoltre è disponibile anche con Panorama, alla stessa cifra o poco più. il prezzo di 12,99 dalla prossima settimana per ogni coppia è comprensivo di quello dei 2 suddetti giornalacci (almeno lo è per Panorama, dell'altro non l'ho chiesto ma immagino sia uguale). Quindi, per quanto siano 2 pessime letture, se si conosce qualcuno che già le compra ci si possono procurare con i cd pagandogli la differenza, e risparmiando ulteriormente.
Inutile dire che intanto questo primo l'ho fatto mio (nonostante avessi già tutti pezzi da cofanetto) :)

Rilancio e correggo la tua sparata: secondo me la A Day In The Life italiana, per la struttura del pezzo, è Mi Ritorni In Mente (29 Settembre lo può essere solo per la ricca orchestrazione nel finale). Comunque io che la coppia Mogol/Battisti rappresentasse i Beatles della musica italiana come importanza l'ho sempre pensato e detto.

I tuoi lettori sono silenti ma quando si buttano a commentare esagerano in lunghezza, come vedi :)

2:34 PM  
Blogger colas said...

dis0rder: sicuro? il mio edicolante mi ha detto che verranno venduti a parte e senza giornali a 12e90.
Mah, chi vivrà vedrà. Lo sòla vera è che in settimana avevo già comprato Panorama (parlano di Giulia in un articoletto!), ma senza cd. Poi ieri ho avuto la folgorazione.
Rimango su 29 settembre anche per una questione di contemporaneità storica.
Comunque: è un post scontato perchè sapevo di dire cose già note e stracondivisibili.
Ma sentivo il bisogno di farlo.
Quasi quasi faccio un post per ogni disco di Battisti :)

3:17 PM  
Anonymous Anonimo said...

Finalmente qualcuno che dà a Battisti cio che è di Battisti.
Articolo giustissimo.
Di simile al Beatles c'è anche il fatto che ogni pezzo è diverso dall'altro come scrittura, stile, ispirazione... c'è la ballata, il soul, il blues e lo stomper, ma non è imitazione, ce l'ha e basta, perché i dischi da cui ha "preso" gli piacevano davvero (e li ha ascoltati davvero)...

Se avesse fatto qualche pezzo in più sul carcere o in dialetto aretino ora sarebbe un mito anche per gli altri, e david byrne lo citerebbe.

4:23 PM  
Blogger a. said...

chi han gli scaffali pieni di Amari, Artemoltobuffa, Carpacho!, ma anche Afterhours e Blonde Redhead non ha il cd di Lucio.
ma i suoi genitori probabilmente si, anche i miei, che è piuttosto simile.

5:19 PM  
Blogger colas said...

ma infatti è esattamente quello che dico nel post: Battisti è passato dalle orecchie di tutti, ma ad approfondirlo si scopre un mondo

5:45 PM  

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