Quel giorno in cui ho comprato il libro di un calciatore e l'ho finito in due ore.
Raramente mi sono sentito così in imbarazzo.
R A R A M E N T E.
La prima avvisaglia di crisi è avvenuta tra me e quell'altro che si chiama me.
A prendere in mano questo libro mi sono sentito male.
Un idiota.
Peggio.
Un coglione.
Un pollo pronto per essere spennato. Per via del font in stile "ragazzino di cinque anni che ha cominciato a scrivere le lettere dell'alfabeto ieri sera", un trend molto in voga tra i libri "mainstream" di questo 2008, e per via del prezzo.
Per non parlare del libro in sé.
L'imbarazzo vero, però, è un'altra cosa: il sentimento che ho provato al momento di lasciare questo rettangolo composto da fogli da carta nelle mani della cassiera.
Lei era lì, che mi dava il resto, con lo sguardo di chi sta circuendo il povero mentecatto. Lo sguardo di Wanna Marchi, per capirci. Una cosa così.
Avrei voluto dirle di tutto. Raccontarle per filo e per segno di tutti i libri che ho letto nella mia vita, darmi un tono, chiedere se per caso avessero anche la riedizione di Elias Canetti, spiegarmi per quello che sono. Una persona "meglio", di quelli che di solito cascano in operazioni editoriali di questo tipo.
Insomma: non ho neanche un libro tratto da Zelig.
Non ho le barzellette di Totti. E neanche "Intime seduzioni" di Valeria Marini.
Io non compro libri di questo genere. Di solito.
Perché a pensarci bene un'autobiografia di un calciatore l'ho letta.
Ed era quella di George Best.
Uno che, in un certo senso, era un po' come Cassano. Con l'aggiunta di alcool e droghe - Whiskey & Soda e rock'n roll - ed il netto di malavita sfiorata e Gigi D'alessio sparato a tutto volume da una Golf nera metallizzata.
Non leggetelo questo libro, andate avanti, uscite di casa, date i soldi a chi se li merita per davvero. A Baricco, che ne so. A Faletti. A Moccia. A chi vi pare. Ma non dateli a Cassano.
Lui lasciatelo a quelli come me. Quelli con lo stomaco allenato a sopportare racconti che prendono il trash, lo sfiorano, lo annusano e poi ci si immergono dentro. Come in piscina. O alle terme.
Il suo mondo, un mondo popolato da allenatori a cui voler bene come padri per poi "odiarli come stronzi", modelle venezualane da far vestire con la propria divisa di gioco prima di. E pure durante.
Un mondo in cui il concetto da ripetere con più vemenza è quello che di madre ce n'è sempre una sola. Che i panzerotti alla carne come li fanno a Bari Vecchia non li fanno da nessuna parte.
Che "c'è gente a cui il sesso piace meno e a chi di più". Lui è quello di più.
Che la filosofia di vita più giusta è quella del braccio fuori dal finestrino.
Che non esiste canzone migliore di quelle di Tony Colombo.
E sì, vabbè, pure Imagine: "perché mi dicono che parla della pace".
Insomma, evitate questo libro come la peste, che altrimenti finisce che vi piace pure e che forse è il caso di cominciare a dubitare del proprio cervello.
Come è successo a me.
3 Comments:
"Il problema non è leggere Novella 2000*. Il problema è leggere solo Novella 2000*" (cit.)
Io avevo già deciso. In settimana lo compro!
* O il libro di Cassano.
proprio perchè sei quello che sei hai dovuto leggerlo, e ti rispetto per questo.
... e per gli amanti del genere, eccolo da Fazio
http://www.chetempochefa.rai.it/TE_videoteca/1,10916,1093607,00.html
irrimediabilmente, diabolicamente, infattamente geniale
G.
letto e piaciuto (in una sera)
semel in anno...
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