Primavera Sound 2005 Report (LT 07 Preview)
Stephen Malkmus - Home Alone (LT 06)
Adam Green - American Idol (LT 05)
Low... forever changes (LT 05)
Revisionismi: J Mascis - Martin And Me (LT 05)
Sono un ribelle, mamma (Write Up n.2)
Tra le pareti (www.julieshaircut.com)
Broken Social Scene: all in the family (LT04)
Revisionismi:Weezer-Pinkerton (LT04)
Le parole che non ti ho detto (MarieClaire feb 05)
Revisionismi: Scisma-Armstrong (LT03)
Meg: essenza multiforme (LT03)
Greg Dulli e Manuel Agnelli: Matrimonio all'italiana (LT03)
American Music Club e R.E.M.- Once were warriors (LT03)
La lunga estate dei folletti (LT02)
Not tomorrow!No manana!Today! (LT02)
Blonde Redhead sulle ali della farfalla (LT01)
Oltre la traversa (Il Mucchio Selvaggio 2002/2003)


Weeds



giovedì, febbraio 28, 2008

Game, set, match (forse no, ma speriamo bene)



"Vantage Point", il nuovo album dei dEUS, uscirà il 21 aprile (sì, il giorno del compleanno di Roma).
The Architect, il singolo destinato al mercato belga, è già on line.
Ed un po' spaventa.

Giudicate voi.

lunedì, febbraio 25, 2008

Abbiamo vinto il festival di Sanremo



C'è ancora qualcuno che crede che Sanremo sia importante per la musica italiana?
Che serva a vendere i dischi?
Che faccia parte del patrimonio culturale del paese?

Non scherziamo: Sanremo è il tizio che tenta di buttarsi dalla balconata e Baudo che lo salva.
Sanremo sono Andrea Occhipinti presentatore e il tanga della Oxa
Il capezzolo di Patsy Kensit. La parlata di Dulbecco.
Gigi D'alessio con il disco in edizione limitata oro 24 carati. Le canzoni di Frà Cionfoli.
La valletta bionda e quella mora.
Anna Falchi che dice "cazzo merda" per dire "guarda il mare".
Francesco Salvi e la lettera A.


Ecco, questo è Sanremo. Una cagata pazzesca.
Ed in quanto cagata pazzesca è anche bello da vedere e commentare.
In tempo reale.
Qui.
L'importante è essere consapevoli del suo non essere una cosa seria.

domenica, febbraio 24, 2008

E Breeders fu



E nel disco c'è anche una canzone in spagnolo.

The Breeders - We're Gonna Rise ("Mountain Battles" first single).

venerdì, febbraio 22, 2008

L'angolo sfacciato dell'autopromozione sfacciata

Due Tre cose veloci veloci.

1) Questo è il video dei MiceCars. La canzone è Nihil is the Quest. Quella veloce con i clapping alla fine. Ecco. La trama è semplicissima: due band che litigano per la fama. Da una parte i buoni e dall'altra i cattivi.
Ma sarà veramente così?
Esistono davvero i buoni e i cattivi?
E l'altra band è reale oppure non è nient'altro che una proiezione dei Mice?
E Bob di Twin Peaks?
Vabbè. guardate e giudicate. Oppure non giudicate, che siamo suscettibili.



2) Domani sera, a Roma, si terrà la Qoob Night. Sul palco si alterneranno i Bikini the Cat e i nostri (nel senso di 42) Cat Claws. Dopo il concerto dj set di Munk (quelli di Kick Out the Chair) e The Shadow Line.
Dai, veniteci, mica vorrete restare a casa?
(maggiori info qui).



3) Domani c'è Walk this way! Nella sua versione "completa". Con me, Giorgio, Raina, Kekkoz e vari ed eventuali.
Su Radio Città Aperta (88.9 a Roma, ovunque in streaming). Dalle 15 alle 18.
Yo!

martedì, febbraio 19, 2008

Un giorno prima di tutti gli altri



Su Stereogram.
Yes, we can.

lunedì, febbraio 18, 2008

99 Posse



Benvenuti sul carro su cui qualcuno sta già da un po'.

(Resta con noi, non te ne andar. La notte mai più scenderà).

(Una scusa banale per parlare di calcio e postare la fantastica apparizione di Antonio Cassano a Che tempo che fa).

Perché a noi piace il genio. La regolatezza lasciamola a Rutelli.

giovedì, febbraio 14, 2008

Quante volte ho raccontato questa storia?

lunedì, febbraio 11, 2008

Alle falde del Teatro Parioli... paraponziponzipò

Se dovessi stilare una classifica delle cose che non mi perdonerò mai, l'essere arrivato tardi alla registrazione di una puntata del Maurizio Costanzo Show figurerebbe molto in alto.
L'aver perso il momento clou, quello con la luce spenta, l'occhio di bue e la musichetta (quella musichetta), sarà un rimpianto che mi porterò dentro per molto tempo.
Peggio: il solo mi pensiero mi fa sentire come un cronista che ha fallito l'appuntamento più importante della sua carriera.
Un giornalista sportivo che si gira mentre un terzino di quarant'anni segna in rovesciata.
L'inviato che arriva in parlamento quando l'ultima fetta di mortadella è stata consumata.
O semplicemente: un tale che accende il televisore giusto l'attimo seguente ad una cazzata di Ferrara. Insomma: uno che ha perso.

Da più parti il live dei Flaming Lips è stato descritto come la rappresentazione reale delle visioni sotto acido di Wayne Coyne. Bastano solo cinque secondi dentro il Teatro Parioli per rendersi conto di come il Maurizio Costanzo Show sia praticamente la stessa cosa.
Al banco della reception mi accolgono in maniera molto gentile.
Purtroppo il posto che mi è stato riservato è andato perso, ma si fanno in quattro per trovarmene uno nuovo.
Alla fine vengo sbattuto in prima fila. Nell'ultimo sedile sulla destra.
Mi chiedono scusa mille volte, e proprio non capisco perché. Fin quando non realizzo: in quella posizione è praticamente impossibile venire inquadrati.
Per una cosa del genere la quasi totalità degli spettatori dello show bestemmierebbe in Aramaico, giusto prima di dare fuoco alla testa di Costantino, io invece sono felice.
Felicissimo. Sollevato. Ecco la parola giusta.
Per via del trambusto generato dal ritardo, mi rendo conto soltanto dopo essermi già seduto dell'enorme levatura degli ospiti presenti sul palco.
Il tema della puntata è "l'alter-ego", virato furbescamente dal Costanzo in una sorta di analisi sul trasformismo in politica. Tolti Syria, un comico di Zelig, la sua spalla, e Nicoletti, il programma è praticamente una lunga intervista con tre politici.
Sorru, del Partito Democratico, Pecoraro Scanio, Sinistra Arcobaleno, e l'assoluto protagonista: Maurizio Gasparri.
Guardo Gasparri parlare e penso che l'imitazione di Neri Marcorè sia una delle più grandi opere che la società occidentale abbia partorito.
Marcorè è Gasparri. E me ne accorgo solo ora. Dal vivo.
Ogni volta che l'ex ministro si allontana dai discorsi dogmatici tipici della campagna elettorale, ogni volta che cerca di apparire ironico e spiritoso, finisce per riprodurre quell'inconfondibile espressione da ritardato che ha appena visto il camion dei gelati.
Dietro di me il pubblico rumoreggia. Mi volto per guardare i miei vicini e scopro di essere finito in una zona riservata a delle signore sulla sessantina provenienti da Colleferro.
Mentre Gasparri parla, comincia ad alzarsi il brusio.
"Vergogna. Siete tutti uguali. Volete i soldi."
Poi la palla passa a Sorru e Pecoraro Scanio.
Qui il brusio diventa rumore vero, Gasparri è furbo e se ne appropria.
La gente continua sempre a dire che i politici sono tutti uguali, ma il "nostro" riesce a strappare gli applausi più fragorosi.
Intanto Costanzo lancia un video sui trasformisti.
Vengono mostrate immagini del Gay Pride a cui fanno seguito un po' di frasi di Mastella.
Le signore impellicciate dietro di me dicono in coro: "Che schifo".
E purtroppo non stanno pensando a Mastella.

Finalmente riesco a scoprire cosa succede durante i "conciipeiacquitti".
La differita viene fermata per tre secondi (si capisce dai microfoni degli ospiti che vengono chiusi) e poi si riparte come se nulla fosse.Nel frattempo arriva il turno del comico di Zelig e la sua compagna.
La gag è quella dei due che mettono in atto dialoghi in stile "Cinema Polacco".
Le signore ridono. Soprattutto quando si fa riferimento ad una presunta non rigidità del maschio.
E di nuovo si torna a parlare di politica.
Questa volta la discussione cade su Napoli e la munnezza.
Pecoraro Scanio viene praticamente spolpato vivo dal pubblico.
Compreso dalle mie signore che più passa il tempo e più diventano cattive.
Addirittura una fa un bizzarro crossover tra la situazione napoletana ed il problema dei rumeni.
Non capisco il nesso, ma tant'è. Tanto vale concentrarsi su quello che succede sul palco.
Quel che è certo è che l'antipolitica, quella vera, non passa da Beppe Grillo, ma da un manipolo di casalinghe che di lunedì prende un pullman per andare da Colleferro a Roma solo per insultare un politico e farsi inquadrare. Beccarsi un'inquadratura nel mentre di un insulto è praticamente l'equivalente di un goal in una finale di Coppa Campioni.
Perché loro sono così, non si accontentano di essere ultras. Loro vogliono recitare anche il ruolo del bomber e non c'è "conciopeiacquitti" che tenga.

E qui avviene l'irreparabile.
Costanzo annuncia una novità, durante la pubblicità viene messa una rete da pallavolo a dividere a metà la platea. Dalla galleria vengono fatti cadere dei palloncini azzurri e rosa sulle nostre teste.
Un vecchietto vestito da bidello urla: "E' l'ora della ricreazione".
Arrivano sul palco due strappone e parte una musica stile swing misto dance'90.
Il centro dello stage viene preso da Edoardo Vianello che, conciato come un cattivo dei Sopranos, si produce in un medley dei suoi più grandi successi riveduti e corretti.
Nel teatro, intanto, è anarchia totale. Tutti si possono alzare in piedi, correre a colpire i palloncini, ballare, fare i coglioni davanti alle telecamere.
Le signore, agguerritissime, si lanciano per recuperare quanti più palloni possibili.
Ma non li tirano. Se li tengono. Vogliono portarseli a casa. Li mettono da parte.
Vianello finisce il medley, ma attacca i Watussi. "Gli altissimi negri".
Qua si scatenano delle tardone cascate in platea da non so dove.
Anche loro vogliono le inquadrature e per questo ancheggiano in una maniera che dovrebbe essere sexy, ma finisce per diventare tutt'altro. Una sagra di paese, ecco.

La ricreazione viene interotta. Costanzo richiama tutti all'ordine.
Qualcuno comincia a scoppiare i palloncini.
Sembra di stare a Beirut negli anni ottanta. Così il Capitan Maurizio dà un ordine perentorio: scoppiateli tutti ora. A casa non si può portare nulla.
Le signore lo capiscono, ma riescono a far scoppiare i palloni solo dieci minuti dopo l'annuncio.
Arriva il turno di Syria. Canta un inedito di Endrigo, prodotto da Cesare Malfatti.
La figlia di Endrigo, seduta in prima fila, parla di come gli addetti ai lavori si siano dimenticati del padre.
Dopo un altro momento comico, torna il dibattito. Un Costanzo alla frutta ripropone ai suoi ospiti la domanda che chiudeva i suoi show di trent'anni fa. "Che cosa c'è dietro l'angolo?".

I politici ne approfittano per fare campagna elettorale.
Pecoraro Scanio parla del bisogno di grande rinnovamento del sistema energetico italiano.
Fa riferimento all'energia solare.
Le signore, quelle che fino a prima sembravano così attente al problema dell'ambiente, s'imbizzarriscono: "Ancora! Basta! Vergogna!".
Ed allora arriva Gasparri: parla del problema della sicurezza. Applauso.
Ha vinto.

E così finisce lo show.
Esco fuori ad aspettare degli amici e vedo passare in fila tutti i protagonisti del programma.
Ma soprattutto mi colpisce il pubblico. Una ragazza in particolare, accompagnata dalla madre, ferma tutti per delle foto. E' conciata da velina, anche se il viso non lo permetterebbe.
La madre la spinge a fermare qualsiasi parvenza di vip. Come se quelle foto non servissero ad una collezione, ma a qualche altro scopo.
Mentre mi allontano penso a Costanzo come ad un rocker di vecchia data che sceglie di rimanere on stage fino alla morte.
Ormai parla una lingua incomprensibile. Più delle imitazioni che vengono fatte dai comici di turno.
E' oltre. Esattamente come il suo show.
Quello del paese reale.

Sipario.

giovedì, febbraio 07, 2008

Una specie di festa


(foto Bossanostra).

Domani,venerdì 8 febbraio, al Covo.
Due band 42, una dopo l'altra, per presentare i nuovi dischi e non solo.
Per noi rappresenta anche un tentativo.
L'idea di una 42 Night, itinerante, che speriamo di riuscire ad organizzare prima o poi.
Sul palco saliranno i Fake P, in veste di special guest/battitori liberi, ed i København Store, gli headliner (che brutta parola).
A seguire: dj set dei Cool Kids Can't Die, Y:DK e Yanez.
Alla faccia degli Amari all'Estragon.

mercoledì, febbraio 06, 2008

Ma i Cat Claws come sono andati?



Giudicate voi.

martedì, febbraio 05, 2008

La visione di Pete Doherty da vicino.



Qui.


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