Primavera Sound 2005 Report (LT 07 Preview)
Stephen Malkmus - Home Alone (LT 06)
Adam Green - American Idol (LT 05)
Low... forever changes (LT 05)
Revisionismi: J Mascis - Martin And Me (LT 05)
Sono un ribelle, mamma (Write Up n.2)
Tra le pareti (www.julieshaircut.com)
Broken Social Scene: all in the family (LT04)
Revisionismi:Weezer-Pinkerton (LT04)
Le parole che non ti ho detto (MarieClaire feb 05)
Revisionismi: Scisma-Armstrong (LT03)
Meg: essenza multiforme (LT03)
Greg Dulli e Manuel Agnelli: Matrimonio all'italiana (LT03)
American Music Club e R.E.M.- Once were warriors (LT03)
La lunga estate dei folletti (LT02)
Not tomorrow!No manana!Today! (LT02)
Blonde Redhead sulle ali della farfalla (LT01)
Oltre la traversa (Il Mucchio Selvaggio 2002/2003)


Weeds



venerdì, settembre 30, 2005

Le mie notti sono più bianche delle tue.

E' scoppiata l'epidemia.
Una volta c'era la peste, fra un po' ci sarà l'aviaria ed ora ci sono le Notti Bianche.
Dopo quella di Roma (pioggia, freddo, Benigni. Le parole chiavi di "Google, parole chiavi"), il virus si è spostato verso la provincia, per fermarsi a Frosinone.

Domani sera, dalle venti in poi, sarà possibile ascoltare (parlo solo della musica):
Eugenio Finardi con il progetto "Anima Blues" (tutt' altro che una cag...ehm... una brutta roba), albertofortiszeroassolutol'aura (li scrivo tutti attaccati, così passano in fretta), e Meg.

Ma soprattutto, si ballerà con: Howie B, Will White (Propellerheads) ed il dj set di Matt Safer, che se non mi sono fottuto il cervello dovrebbe essere il bassista dei Rapture.

Tutto gratis, alla faccia del Beat Park e di Ualter Ueltroni!

Qua si prende il treno e ci si va (che la macchina non si puà - il classico "può" alla Robby Facchinetti- che ci hanno appena appena scippato l'unica patente che possediamo. Ok: possiede. Ok: possedeva.)

Mettete i fiori nei vostri cannoni... e levate la droga dalla tazza di Aquaro.

Non voglio rubare il lavoro agli Oltristi, ma Aquaro sta toccando vette di innarrivabile e involontaria comicità.

Passi dire che i Franz Ferdinand hanno sfornato "una dozzina di ballad schizzate di pseudo grunge", ma il pistolotto contro Nick Hornby nella recensione dei Soulwax (comprate il Venerdì di Repubblica, se volete leggerlo) è veramente imbarazzante.

Quello che non riesco a capire è perché nessuno si sia preso l'onere di spiegargli che c'è una differenza fondamentale tra Too Many DJ'S, canzone dei Soulwax, e 2 Many DJ'S, (manco troppo) side project degli stessi e soprattutto: se cerchi di fare le pulci ad una persona che secondo te ha commesso un errore, fallo almeno senza essere tu il primo a sbagliare mettendo al singolare un nome (e un titolo) che sono sempre stati al plurale.

giovedì, settembre 29, 2005

Che gira intorno


Il bello della musica è che non l'acchiappi mai.
C'è sempre qualcosa che ti sfugge tra le mani e neanche te ne accorgi.
Puoi illuderti di governarla, di conoscerla, di interpretarla.
Ma alla fine quello che ti resta è solo l'illusione.
La musica corre sempre più veloce di te. Se sei sul rettilineo, lei sta già curvando.
Se stai percorrendo una discesa, lei è lì che affronta la salita successiva.
Più veloce della luce.

Richard Swift è nato nel 1977. Se fosse di Roma, lo chiameresti "pischello".
Ma non è di Roma, quindi al massimo lo puoi chiamare "guy".
E' la classica persona a cui non daresti una lira.
Anonimo. Segni particolari: nessuno.
Ha la faccia di un pugile. Questo sì, ma non so se può essere definito "un segno particolare".

Ad essere particolare è il suo sogno. E la sua convinzione.
Quella che il pop sia una faccenda da risolvere al di fuori dei grandi studi, senza l'aiuto di musicisti, orchestre e produttori.
Per Richard Swift il pop è una questione privata.
Un gioco da tenere chiuso in cameretta.
In perfetta solitudine.

Solo lui, i suoi strumenti, un computer, un quattro piste ed un sacco di idee.
Idee che non sfiorano per niente il concetto di novità e si concentrano sulle melodie.
Quelle sì, veramente senza tempo.

Nella solitudine della sua cameretta, Richard Swift partorisce due album.
"Walking Without Effort" e "The Novelist".
Poco più che due CD-R.

Swift se ne frega di promuoverli, si limita a fare concerti in giro e a renderli disponibili agli "scaricatori folli".
Passano due anni e finalmente qualcosa si muove.
Squilla il telefono, è la Secretly Canadian, un'etichetta che raramente ne sbaglia una.
Da quelle parti si sono innamorati di Richard. Vogliono produrre il suo prossimo album, ma allo stesso tempo ritengono un'ingiustizia quei due dischi passati sotto silenzio ed hanno un'idea.
"The Collection Volume One " esce in questi giorni. Le canzoni sono diciasette.
Tutte quelle che in separata sede davano vita a "Walking Without Effort" e "The Novelist", messe in fila. Una dopo l'altra.
Tante, normalmente sarebbero anche troppe, ma non in questo caso.

Richard Swift scrive canzoni figlie legittime di Van Dyke Parks e Burt Bacharach e le canta con una voce in bilico tra Damon Albarn ed Elvis Costello.
E' solo musica pop (a bassa fedeltà), ma di quel pop in grado di svegliarti e farti sgranare gli occhi.
Probabilmente il suo "Smile" non lo scriverà mai, probabilmente resterà per sempre un pischello con la passione per il gioco del pop. Probabilmente ce ne dimenticheremo in fretta.
Ma ora c'è, ed è una gioia ascoltarlo.

mercoledì, settembre 28, 2005

Fine intellettuale

Ma sono solo io a trovare imbarazzante, irritante e di pessimo gusto, quella strana usanza che vuole i video di Rossi Vasco - Cantautore basarsi essenzialmente su questo plot narrativo:
Vasco canta, gesticola, dice "eeeehhh!", mentre una poco più che adolescente, semisvestita, strafiga si danna l'anima per riuscire a conquistarlo.

Sono solo io?

Il video di Senorita, l'ultimo bellissimo incredibilissimo singolissimo di quel dischissimo che si chiama "Buoni o cattivi?", parte dal consueto schema illustrato poco sopra e si evolve.
C'è Vasco che canta, gesticola, dice "eeeehhh!", mentre una poco più che adolescente, semisvestita, strafiga si danna l'anima per riuscire a conquistarlo. Solo che sono a bordo di una piscina popolata solo di donne poco più che adolescenti, svestite, e strafighe.

Ma il meglio sta tutto in un frame, un frame che spiega la grandezza dell'uomo e dell'artista.
Ad un certo punto Rossi Vasco-Cantautore canta le immortali parole:
"Dammi una mano senorita, mettila qua, vedrai che qualcosa forse cambierà".
Il bello è che mentre lo fa, le mani vanno a prodursi nel famigerato gesto (uno dei più usati negli stadi italiani) denominato da un pull di esperti (Ciccio Formaggio, Ciccio Di Nonna Papera, Ciccio di ER e Ciccio Graziani) "gesto dell'attacchite a 'sta banana".

L'unica cosa che salva Vasco è quel "forse" piazzato prima del "qualcosa cambierà", se metti una mano là. Ovvio.
Quel "forse" testimone degli anni che passano e della speranza che ci sia ancora una farmacia notturna aperta per andare a comprare il Viagra.

Altrimenti, senorita, mi sa che puoi mettere la mano dove ti pare, ma di cambiamenti neanche l'ombra.

Il mistero s'infittisce

Mentre il Moz si diverte a bighellonare in giro per Roma (in locali leather, per la precisione), incominciano ad emergere le prime dritte sul luogo segreto in cui ciuffettino starebbe registrando il suo nuovo album.

Secondo Freak Out:
" L’ex leader degli Smiths, Morrissey, si trova attualmente a Roma per le registrazioni del suo nuovo album, che avrà come produttore Jeff Salzman (ultimamente a lavoro con The Killers). “Moz” starebbe lavorando in uno studio utilizzato precedentemente da Ennio Morricone, collocato – a quanto pare – nelle catacombe di una chiesta del diciassettesimo secolo!"

Chi riesce a trovare lo studio e me lo fa sapere, avrà in premio la famosa statua di marzapane raffigurante Paolo Calissano alle prese con lo zucchero a velo.

(Mistero 'stanerchia. Pare lo studio sia... non ve lo dico pappapero)

martedì, settembre 27, 2005

Spostamento (Volumeuno)

Trasloco. Si chiama così quel mucchio di scatoloni davanti la porta.

E il fatto che quelli dei CD siano il doppio di quelli dei vestiti mi fa sussultare di gioia.

C'è da esserne orgoglioni, eh?

(Sussaltare era bello. Comunque)

Pelo sullo stomaco

Avete presente Paolini?
Dai, Paolini?
Quello dei preservativi che spunta sempre dove ci sono delle telecamere.
Quello preso a calci da Frajese ai Mondiali di Francia.
Il capellone, sì, lui.

Ecco: questo è il suo sito.

Ed è uno schifo. Andateci solo se non siete impressionabili o se sieti estremamente cultori del trash.
Ma estremamente, estremamente.

lunedì, settembre 26, 2005

La rivoluzione che inizia quando meno te l'aspetti (Your Mother Should Know)

La critica musicale, si sa, è come un tossico in crisi d'astinenza.
Ha i sudori freddi, urla, si gratta la faccia, vomita... ma non riesce mai ad uscire dal tunnel.
Finalmente le cose stanno per cambiare.

La Signora Fiorella recensisce alcuni classici moderni, quei perni su cui si basa tutta la musica (nelle diverse sfaccettature) che ci divertiamo a definire indie.

E' Lester Bangs, ed è di là che pulisce i fornelli.

"La musica in certi momenti è anche passabile ma quando canta pare proprio che dice lo rosario sottovoce." (Dalla recensione di Slint - Spiderland- Touch And Go 1991)

sabato, settembre 24, 2005

Mangoni Che


La miglior maglietta dell'anno, che dico... del secolo, che dico... del millennio!

Ovvero: quando si dice essere "grandi imprenditori di se stessi" (via Emmebi).

(il blog di EeLST)

venerdì, settembre 23, 2005

Sipario



Frodo says "Ecco dov'era finito quel maledetto anello!" (Via Nerve)

(No, questo non è un fotolog. Sembra, ma non lo è)

Romanzo Criminale


Il nuova album dei Baustelle esce il 27 Ottobre.
Sapevatelo!

giovedì, settembre 22, 2005

Pensavo fosse amore e invece era di nuovo un proctologo!

I grandi classici di shogazer [indiessolvenza]

Il solito ed inutile post sui referrer.

C'è un blog che è chiuso da un po' (diciamo un po' parecchio), ma che nonostante tutto continua a collezionare referrer improbabili.
Tipo che dall'inizio di settembre ad oggi, diverse personcine sono capitate da quelle parti alla ricerca di:

  1. tina cipollari nuda (ancora???)
  2. flavia cercato nuda (beh, sicuramente è meglio della Tina)
  3. Le tette di Laura Pausini ( e cosa c'è da cercare? Quelle sono talmente enormi che te le ritrovi tra i piedi senza neanche accorgertene)
  4. Canzoni Porno (tipo "Affaccete Mari' che so' Domenico"?)
  5. Il meglio dei pompini (mi dispiace, io ho solo quello dei Queen)
  6. joey potter nuda (lo so che ci assomiglio, ma non sono Tom Cruise... mi dispiace)
  7. Motley Cure (e i Led Sabbath?)
  8. Linkin Park satanici (sì, fanno parte della setta "Le Bestie di Maccarini")
  9. "rai uno" nuda (tutta? Anche Galeazzi?)
  10. arte + giletti (c0me dire Sesso + Ruini)
  11. backstage del film cento colpi di spazzola prima di andare a dormire (in che senso "backstage"?)
  12. bootleg europe joey tempest (lo voglio anche io! Valido, ti ho sgamato.)
  13. canzone rap con cantante che urla (quale? Quella che fa: "Na-nanana-nanana-nà"?)
  14. come si chiama la canzone che fa in the morning (credo "Prisencolinesnainciuso")
  15. eros ramazzotti dichiara che non gli piace l hip hop (e io dichiaro: "E sti cazzi!")
  16. foto di dj francesco a casa sua (oddio)
  17. foto di pete doherty e nessun altro! (neanche della pipa per il crack?)
  18. giovanni floris maradona (un altro figlio non riconosciuto?)
  19. il lato oscuro di rocco siffredi (non sono sicuro di volerlo sapere)
  20. ho bisogno d'amore teone (capito, Teone?)
  21. le foto di jennifer lopez senza vestiti tutta nuda (nel caso qualcuno dovesse fraintendere)
  22. malgioglio tanga (brrrr)
  23. perchè domenico è stupido? (Domenico, perché?)
  24. personaggio televisivo dell'anno+topo gigio (ed io che pensavo Stefano Bettarini)
  25. records tette più grandi del mondo (ancora il fan della Pausini?)
  26. software per vedere in anteprima quale taglio di capelli mi sta meglio (lo voglio anche io!)
  27. tutto su il ristorante di daniele e costantino (ma anche no!)
  28. video di daniele bossari porno (con Ciccio Graziani? Altrimenti non interessa)
  29. band piattole videoclip (secondo me vincono il grammy)
  30. cabo cavallo biografia (allora: Gianluigi Cavallo, detto Cabo, nasce a Parma...)
Posso dire di essere invidioso di me stesso?
Posso?

Aggiornamenti talmente inutili che non ve ne frega un cazzo

E ci mancherebbe pure.

In alto sulla sinistra: l'intervista a Stephen Malkmus pubblicata nel numero estivo di LOSINGTODAY ed il report integrale del festival Primavera Sound di Barcellona, che potrete trovare fra qualche giorno in edicola, in versione parecchio più asciutta.

C'è un motivo per leggerli?
No.
E infatti non fatelo.

mercoledì, settembre 21, 2005

Toh, gli Strokes!

Un tempestivo intervento del Boss via msn - grazie Bosso - ed ecco a voi il nuovo singolo dei fighettini preferiti di tutti i fighettini del pianeta.

The Strokes - Juicebox (qui via yousendit)



All'inizio fa paura - non lasciatevi ingannare dall'attacco metal, non lasciatevi ingannare dall'attacco metal - poi, dopo un'inizio di strofa che sembra rubato ai Bloodhound Gang ed un ritornello urlato e punkettoso, decolla.

La voce è molto più in primo piano del passato. Ma la personalità c'è tutta.
Mi sembra.
No?

Non c'entra niente, ma c'entra: il disegnino lì sopra l'ho preso da un sito di disegnini lì sopra che si chiama Rocktoons e che è molto bellino.

martedì, settembre 20, 2005

Everything has changed


Tutto cambia.
Dal 3 ottobre anche All Music.

In altri tempi mi sarei illuso con la possibilità di avere (finalmente) anche in Italia una TV musicale -in chiaro- con un po' di dignità e qualità.
In altri tempi.
Ora incrocio le dita e spero che almento The Club sopravviva al cambiamento.
L'unica trasmarchetta in grado di far apparire i tronisti della De Filippi come dei luminari.


Update: le paure sono state sedate. Secondo questo articolo, The Club sarebbe salvo. Altre indiscrezioni dicono che Extra, l'unica trasmissione decente del canale, andrà probabilmente a farsi benedire.

C'hanno preso tutto

Il Cardinale my city of Ruini:
"I Pacs sono incostituzionali".

Prodi:
"Rispetto per le parole del cardinale".

Platinette (a Radio Deejay):
"Gli interventi di Ruini sono incostituzionali. Se questo è ancora uno stato laico".

Stai a vedere che abbiamo sbagliato tutto.
Alle primarie voto lei, almeno non è una bacia pile:

E poi tutti a fare il trenino da Mauritio Cottanto!

lunedì, settembre 19, 2005

Se scrivi un post a punti è perché ti piace Teri Hatcher e non ha vinto neanche un Emmy


_ Ieri sono stati assegnati gli Emmy (gli oscar della T.V. americana) - se ne parla anche qui- sorprende la non incetta di statuette di Desperate Housewives (neanche il "premio jije" ad Eva Longoria) e la vittoria come miglior Comedy dell'anno di Everybody Loves Raymond, telefilm che da circa dieci anni Mediaset utilizza come jolly nelle ore più improbabili della mattina ( per una volta non a torto).

_ Sempre in tema TV, oggi inizia la nuova serie di Mai Dire Goal (o lunedì... non so). Sarò fatto male, ma la "musichina di Vai col liscio" rimane una delle poche certezze della vita.

_ Enrico Ruggeri merita gloria imperitura per il suo ruolo come "Vitello dai piedi di Cobalto", nella fantastica operetta messa in piedi da EeLST. Nonostante tutto: il suo ultimo singolo Americano Medio è uno dei più grandi cancri che l'umanità possa ricordare.

_ Se siete romani e siete lettori di City, non spaventatevi: i Teenage Fanclub suonano a Roma il 19 ottobre. Non questa sera.

_ A proposito di concerti e di "capitale" (intesa come città e non come libro comunista), si comincia a fare sul serio. Il Circolo Degli Artisti riapre il 29 settembre con la data dei Raveonettes, a cui seguiranno (tra ottobre e novembre): Okkervil River, Stepehen Malkmus + Spoon (!), Stereo Total, Offlaga Disco Pax, Marco Parente, Black Rebel Motorcycle Club, Animal Collective, Kaiser Chief+ Nine Black Alps, Larsen+Xiu Xiu, Architecture in Helnsinki (!) e l'evento speciale (all'Alpheus) dEUS+Brides Of Destruction+Amusement Parks On Fire.

_ Sempre a Roma, Jailbreak più LOSINGTODAY (ehm, ehm), scendono in campo con una serata in cooperazione (tendenzialmente il giovedì, tendenzialmente quando ci sono gruppi in tour da far suonare). Si parte il 9 ottobre con King Biscuit Time (ex Beta Band) più Alan McGee dj set , e si prosegue di settimana in settimana con Cut, Pecksniff, A Toys Orchestra, The Others, Mark Eitzel e tanti altri che non possiamo ancora annunciare ma che presto annunceremo. Sempre a Roma, allo ZooBar, Converge, Art Brut, Bobby Gillespie e compagnia suonando.

_ Vedere il Milan perdere è sempre causa di grande godimento. Con la Sampdoria poi... non sto neanche a dirlo.

_ Andate a vedere Viva Zapatero! e non prestate attenzione al titolo di merda ( e sti cazzi di passare per fazioso, lo sono. C'è poco da dire).

_ Il tanto celebrato Party Monsters è in realtà un film da poco o nulla. O almeno così è sembrato a me.

_ Sta per tornare Neil Young. Dicono con un bel disco. Dicono.

_ E' sempre bello fare marcia indietro ed accorgersi di un disco che fino a poco prima hai considerato adatto solo come sottofondo o poco più.
E' sempre bello riuscire ad ammettere i propri errori, guardare negli occhi gli avventori ed esclamare: "Avevate ragione voi, "Silent Alarm" dei Bloc Party è un gran bell'album. Ma veramente.".

_ Questa sera sarà proclamata Miss Italia 2005. Secondo me vince lei:



_ E' triste ammetterlo, quanto doveroso: La Notte Bianca porta sfiga.
Pfiuuu, ecco, l'ho detto.

sabato, settembre 17, 2005

Acqua calda... le grandi scoperte di [indiessolvenza]


Dopo le foto di Kate Moss alle prese con "il cocco", e l'ammissione di tossicodipendenza di Courtney Love, che hanno tanto fatto scalpore in questi giorni, ecco altri succosi scoop che colonizzeranno le pagine dei giornali nelle prossime settimane.

Carlo Azeglio Ciampi è di Livorno.

L'assassino del Silenzio Degli Innocenti è Buffalo Bill.

Berlusconi si è fatto il trapianto dei capelli.

Emilio Fede era della Juventus.

Cristiano Malgioglio è gay.

La madre di Norman Bates è nascosta in cantina.

Michael Jackson era nero.

Maurizio Costanzo era iscritto alla P2

venerdì, settembre 16, 2005

Il materiale e l’immaginario. Signora libertà, signorina fantasia.


Dice il vecchio Scuotilapera: “Siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni”. Punto interrogativo.
Che anche se nell’originale non c’è, io ce lo metto lo stesso, perché una cosa del genere porta domande. O almeno le porta a me.
Sicuramente siamo fatti dai nostri sogni, è capire di cosa sono fatti loro che è difficile.
Ogni tanto qualcuno ci riesce. Ma sono in pochi. Veramente pochi.
Il mondo è pieno di gente di talento, sono i geni che latitano. I geni veri, dico, mica quelli presunti.
Di quelli son piene le fosse ed i sensi di colpa.
Perché il genio vero lo riconosci subito. Lo riconosci da come osserva le cose e le persone, da come cerca di sorprendersi e poi sorprendere, dalla tendenza che ha di scegliere sempre la strada meno battuta. Dal coraggio e dalla voglia di rischiare.
“Dall’altruismo e dalla fantasia”, diceva quell’altro.

Eh sì, la fantasia è il nodo. La chiave di tutto. Ci sono quelli che nascono con l’immaginazione più potente di qualsiasi altra cosa possiedono. Quelli che se fissano un muro è perché ci vedono un mondo. Quelli che tenendo in mano un oggetto toccano una persona, una folla, una moltitudine.
I Lennon, i Maradona, i Dylan, i Kandinsky e i Terry Gilliam.
Già, Terry Gilliam.
Perché c’è poco da fare, i geni non li puoi fermare e non li puoi incatenare.
Ma possono farlo loro stessi. Da soli.
Costretti ad inseguire i “propri numeri” finiscono per venirne travolti. Ed i numeri sono difficili da governare, soprattutto se non hai una “beautiful mind”.

Gilliam è considerato un “ammazza film”. Ad Hollywood ci sono produttori che sono disposti ad aprire le finestre e farsi grattacieli a faccia avanti al solo sentire nominare “Il Barone di Munchausen”. Per dirne uno.
Perché funziona così: scrive un film, cerca i finanziamenti, convince i produttori, stila un budget, arruola i tecnici e gli attori. Inizia a lavorare.
Ed è lì che scatta qualcosa. Il definito diventa indefinito e la fantasia entra a gamba tesa sull’ogni: scene, scenografie, movimenti di camera. Tutto.

Ed i giorni di girato aumentano, i metri di pellicola girano.Ed i budget decollano. Ma di brutto.
Poi succede che arriva anche la sfortuna. La “dea bendata che ci vede benissimo”.
E si sa che quando la sfiga tende la mano non c’è più niente da fare.
I set vengono chiusi, i film saltano e Terry Gilliam torna a fare a cazzotti con le sue idee.
Nuove, perché i geni non stanno mai fermi. I geni si annoiano e prima di stupire gli altri hanno il bisogno fisico di stupire loro stessi.
Per cui si rimette al lavoro, archivia i tentativi e riparte all’inseguimento dei suoi sogni.
Sogni talmente grandi che non entrano in una villa dell’Olgiata.
Sogni che chiamano altri budget imponenti ed altre sfighe.
Ma a Terry non importa. Lui va avanti e si prende i suoi tempi.Ed ha ragione.

The Brothers Grimm” è l’amuleto. Il ritorno. Il sogno che diventa pellicola e finalmente esce fuori dal cassetto.
Ci sono attori importanti (gli attori sono le vera fortuna di Gilliam, fin quando certe star vorranno lavorare con lui qualche produttore ci cascherà sempre). C’è la Bellucci meno Bellucci del solito ma sempre Bellucci, c’è Matt Damon (ed è veramente bravo) e c’è Heath Ledger, che è supremo.
Ma è “il mondo” in cui il film vive ad essere il vero protagonista, la foresta nemica in cui gli alberi sono nemici degli uomini, gli insetti soldato, i corvi vedetta.
E’ sempre così con Terry Gilliam, è il “contorno” ad essere importante. I dettagli.
Le piccole trovate che in realtà nascondono idee magniloquenti.

The Brothers Grimm” prende tutte le fiabe degli omonimi fratelli, le mischia e le rende parte di una storia. La storia di due fratelli, poveri e cialtroni. Due fratelli in lotta con la fantasia e la mancanza della stessa. Ed è così che le favolette della buonanotte vengono rappresentate per quello che in realtà sono: incubi.
Spettrali e terrorizzanti incubi. Incubi da cui ti salvi solo grazie alla percezione che hai di quelle storie e dal fatto che, comunque vada, “le storie le scrivi proprio tu”.
Probabilmente andrà male anche questo film.
Probabilmente Gilliam prima o poi farà un film normale, un non-kolossal, uno da girare in un paio di mesi e non di anni.
Probabilmente, ma ora è bello vederlo ancora qui, a fare a pugni con i sogni.
I suoi ed i nostri.

giovedì, settembre 15, 2005

Sulla bocca di tutti ("Che palle i blogger: parlano tutti degli stessi dischi, libri e guardano le stesse serie televisive")

#1 (FRANK) BLACK IS THE COLOR OF MY TRUE LOVE

Honeycomb - C.V. 2005



Tema: “I miti non esistono e neanche i miti dei miti”.
Secondo il comune volere, ora ci andrebbe scritto “svolgimento”, ma dato che del comune volere non me ne frega poi niente, vado avanti per la mia strada.
Ognuno si sceglie gli idoli che si merita. Il mio è calvo, di robusta costituzione (attenzione, questo è un eufemismo), suonava la chitarra e cantava in una band chiamata Pixies.
Lo fa ancora, a voler essere pignoli. Solo che nel frattempo fa anche altre cose.
Nell’estate del duemilatre, si è caricato i suoi strumenti sul pick-up, si è seduto al volante, ha acceso il motore ed è partito. Destinazione Nashville.
Ad aspettarlo, da quelle parti, c’erano alcuni dei suoi personali eroi di gioventù (ecco il perché di quanto scritto sopra).
Le canzoni no, quelle facevano proprio parte del viaggio dall’inizio.
Erano sedute sul sedile di fianco a quello di Frank, mentre il nostro cambiava le marce e teneva gli occhi incollati sulla strada. Me lo immagino, una volta arrivato, mentre spiega a gente che ha fatto la storia della musica, gente che ha suonato con Dylan e messo la propria firma sulla quasi totalità dei classici Motown, come suonare o non suonare questa o quella parte di piano, chitarra, batteria e altro. Me lo immagino, emozionato e tremolante, così come potrei sentirmi io a spiegare come si scrive un articolo a Vittorio Zucconi, mentre fa ascoltare le sue canzoni ed un po’ si vergogna. In “Honeycomb” ci sono alcune delle più bellecomposizioni della carriera da solista di Frank Black (Sing For Joy e My Life In Storage su tutte), ma allo stesso tempo il disco non riesce a decollare come vorrebbe. Colpa di una scrittura per una volta eccessivamente troppo calligrafica nel ripercorrere la storia del suono rock americano e di una voce non selvaggia ed imponente come al solito, ma trattenuta, strozzata e quasi timida.
Un po’ come se l’emozione avesse preso davvero il sopravvento su tutto il resto.
Poi i miti restano tali, unici ed intoccabili.
Anche quando il cuore te lo scaldano solo a metà.

Cortocircuito


Per la serie: avere la connessione a puttane, andare in un internet caffè indiano per scaricare la posta, ed essere "allietati", durante l'intera permanenza, da un album di grandi successi hip hop rifatti in indy.

Non indie, indy nel senso di "in indiano".

( The Thong Song l'avevo proprio rimossa... meno male)


Mi mancherà questo quartiere!

mercoledì, settembre 14, 2005

Coltivo dove tutti han detto che non cresce un cazzo


Esiste provincia e provincia.
Quella che accetta la sua condizione e la vive serenamente e quella che, pur non facendo niente per migliorare il proprio stato, si crede città nascondendo con l'0stentazione la propria miseria e povertà culturale.
In un posto del genere, un luogo in cui sentirsi veramente a casa ti può quasi salvare la vita.
Se i miei quindicianni fossero stati trascorsi osservando le vetrine di un negozio di dischi che esponeva l'intera (quasi) discografia dei New Pornographers, probabilmente la mia vità provinciale sarebbe stata di tutt'altro tenore.
Per due motivi.
Perché senza Internet, i blog, il p2p e via cantando, avrei finalmente trovato il modo di avere la mia musica senza svenarmi, oppure facendola inseguire da amici poliglotti.
E soprattutto perché, quando avevo quindicianni io, i New Pornographers non esistevano ancora e trovarseli esposti nella vetrina di un negozio sarebbe stato quantomeno strano.
Una roba da chiamare il Doc Emmet Brown e chiedere spiegazione sui suoi ultimi viaggi ad ottanta miglia all'ora.
I Galaxy500, i Gun Club, gli Stones e i Dream Syndicate, invece, c'erano già (a dire il vero qualcuno non c'era già più), solo che nessuno si sarebbe sognato di metterli in vetrina.

Marco l'ho conosciuto a scuola. Erano i tempi del ginnasio (miei). Prima di entrare in classe si parlava di N.B.A. e di basket in genere.
Di musica mai.
Marco era uno strano e piuttosto popolare nella scuola. Lo trovavi a tutte le partite seduto sugli spalti, intento nel raccogliere statistiche.
Se non avesse ricevuto la folgorazione, a quest'ora sarebbe il nuovo Rino Tommasi.
Ma l'ha ricevuta. Eccome se la ricevuta.
Alla fine di quell'anno ho cambiato scuola. Marco l'ho perso di vista.
Per ritrovarlo ci sono voluti quattro anni.
E' successo in un negozio di dischi, si chiamava Musicheria ed era il primo tentativo di negozio "altro" della città. Ci andavo da tempo, ma ad un certo punto il tempo si è moltiplicato.
Uscivo da scuola... e correvo lì. Uscivo il pomeriggio... e correvo lì.
Com'è e come non è, un banale negozio di dischi era diventato Il Posto. Quello in maiuscolo.
Nelle ore passate lì dentro si ascoltava musica, ma soprattuto si parlava e ci si conosceva.
E' durata per un po'. Poi Riccardo (così si chiamava il padrone) ha chiuso. Non ce la faceva più.
Mi ero già trasferito a Roma, ma ho preso un treno apposta per non mancare al grande (triste) giorno.
Sono uscito da lì con in mano un disco dei Notwist ed uno dei Silver Jews. Era il 1998.
Non avevo mai ascoltato niente di quelle due band. Da allora sono diventate una costante.
Io ho fatto la mia strada, Marco la sua. Come tutte le persone conosciute tra quelle mura hanno fatto la loro.
Non ci siamo più persi di vista. Tra una serata alcolica e l'altra è successo che lui si è laureato ed ha aperto un blog. Un blog necessario.
Da lì in poi deve essere scattato un interruttore e Marco si è messo ad inseguire i suoi sogni.
Sogni di cambiamento e di bisogno di fare qualcosa per la sua città.
"Think global, act local", dicevano i R.E.M. E lo dice anche Marco.
Oppure sono io ad immaginarmelo mentre lo dice.
Il suo blog oggi diventa un negozio di dischi. Un negozio di dischi con annesso blog.
Un negozio dove in vetrina ci puoi trovare i New Pornographers, ma anche Galaxy500, Gun Club, Stones e Dream Syndicate. E poi: Low, Sleater-Kinney. Sigur Ròs e R.E.M.
Un negozio dove a quindicianni mi ci sarei perso dentro volentieri, e volentieri mi ci perdo anche oggi.

Esistono due tipi di provincie, ed esistono le persone.
Quelle che si alzano in piedi e si buttano sulle idee come i kamikaze sugli autobus.
Quelle che, in un modo o nell'altro, provano a cambiarla quella cazzo di realtà che hanno intorno.
E rischiano.

In bocca al lupo (o all' enorme Ligabue), Nordovest!
Un paradiso rock and roll (ed anche un po' socialista)

martedì, settembre 13, 2005

I got 99 Problems with my mothafucka self


Grazie a "Guido Uomo Microsoft","Gigi Uomo Chitarre" e all'effetto coupling, per la foto.
Grazie a Jay Z per il titolo.
E grazie alla mia mamma che mi ha fatto così funky.

lunedì, settembre 12, 2005

Autumn Leaves

Sarà l'umore che vaffanculo e la testa che gira tantissimo.
Sarà che dopo tanto combattere i fantasmi ti viene voglia di resa.
Sarà che l'energia e l'entusiasmo vanno affanculo pure loro.
Sarà che ho riscoperto i Replacements.
Sarà che per me l'autunno comincia oggi.
Sarà che l'autunno sembra proprio un disco così.
E con un disco così forse l'autunno non sarà poi così male.


Sarà che c'è una canzone da ascoltare ed un video da guardare (che peraltro è anche la più debole dell'album, ma tant'è).

Non sarà cool come "le cinnamon", ma...



dai miei recenti (diciamo da luglio in poi) passaggi in autogrill, mi sembra di aver capito che la mitica "noce di prosciutto al pepe" non è più esposta nei banchi degli affettati.

Crolla uno degli ultimi miti italiani, speriamo non sparisca anche la "signora della pipì"

domenica, settembre 11, 2005

Certe notti qui-vi ti inculano il piccì-vi

(Che poi alla fine a me il Liga sta pure simpatico)

Ansa: Ligabue. Durante il concerto al CampoVolo di Reggio Emilia, ladri entrano in casa del popolare cantautore. Rubata un tv, un video proiettore e due computer portatili.

Vi giuro che è tutto vero.
Ed ho l'alibi.

venerdì, settembre 09, 2005

Consorzio [indiessolvenza] - Scrivi anche tu la tua canzone di Ligabue

Cari amici e cari amiche.
Questa è la prima lezione dell'esclusivo corso di cantautorato pop italiano, fornito dalla regione Blogspot.

In questa serie di brevi incontri, analizzeremo l'opera artistica/linguistica di alcune figure di riferimento della musica pizza-spaghetti-mandolino-mafia.

Prima Lezione: Luciano Ligabue

Non è facile scrivere come Luciano Ligabue. Il suo perfetto mix di intimismo e storie di provincia lo colloca esattamente a metà strada tra i due punti cardine della musica italiana:
Francesco Guccini e Max Pezzali.

Per scrivere come Luciano Ligabue, bisogna seguire delle piccole regole fondamentali.

  1. I personaggi. Le canzoni del Liga sono delle storie, e come tali partono sempre da un personaggio. Preferibilmente femminile, preferibilmente nativo di una qualsiasi provincia del reggiano, preferibilmente con un nome straniero. Perché comunque è rock and roll. Esempio: Jenny.
  2. Le canzoni di Ligabue si basano sull'uso di detti popolari e frasi fatte che decotestualizzate e ricontestuallizate acquisicono nuovi e sorpendenti significati. Esempio: Jenny ha il vento in poppa, getta il cuore oltre l'ostacolo
  3. I verbi. Dalle canzoni di Ligabue emerge forte e chiaro il concetto - retorico - di fuga. Fuga da un lavoro che non piace, fuga da un amore andato a male... fuga, appunto. Per questo il verbo andare è di gran lunga il più presente e viene inteso come scappare anche quando non ha un complemento oggetto a supportare questa ipotesi. Esempio: Jenny ha il vento in poppa, getta il cuore oltre l'ostacolo e va-a
  4. Ligabue è un prodotto fiero della sua terra. Per questo motivo, nelle sue canzoni, non mancano mai citazioni di luoghi tipici e consueti della vita di provincia. Esempio: Jenny ha il vento in poppa, getta il cuore oltre l'ostacolo e va-a...da Mario che apre il bar
  5. Questo è il momento perfetto in cui far entrare un personaggio maschile. I maschi nelle canzoni di Ligabue vivono sempre un esistenza tormentata, hanno nomi tipici emiliani e passano la vita sul sellino di una moto custom. Esempio: Jenny ha il vento in poppa, getta il cuore oltre l'ostacolo e va-a...da Mario che apre il bar. Loris cuore in panne, i suoi trent'anni su una moto.
  6. Un altro concetto tipico di Ligabue è quello del sogno. Esempio: Jenny ha il vento in poppa, getta il cuore oltre l'ostacolo e va-a...da Mario che apre il bar. Loris cuore in panne, i suoi trent'anni su una moto chiude gli occhi e sogna già di andare via di qua
  7. Di nuovo il tema della fuga. Esempio: Jenny ha il vento in poppa, getta il cuore oltre l'ostacolo e va-a...da Mario che apre il bar. Loris cuore in panne, i suoi trentanni su una moto chiude gli occhi e sogna già di andare via di qua da questa sua realtà che non ci piace e non ci avrà
  8. Siamo arrivati al momento del bridge. I bridge di Ligabue, di solito, si riconoscono per la ricomparsa di personaggi protagonisti di canzoni precedenti. Esempio: Jenny ha il vento in poppa, getta il cuore oltre l'ostacolo e va-a...da Mario che apre il bar. Loris cuore in panne, i suoi trentanni su una moto chiude gli occhi e sogna già di andare via di qua da questa sua realtà che non ci piace e non ci avrà. E intanto il mago Walter, rimescola le carte, il trucco suo stavolta fallirà. E intanto Key rimane in un angolo a pensare, cosa succederà con ancora Freccia qua.
  9. Il ritornello, finalmente, la summa di tutto il Ligabue pensiero. Esempio: Jenny ha il vento in poppa, getta il cuore oltre l'ostacolo e va-a...da Mario che apre il bar. Loris cuore in panne, i suoi trentanni su una moto chiude gli occhi e sogna già di andare via di qua da questa sua realtà che non ci piace e non ci avrà. E intanto il mago Walter, rimescola le carte, il trucco suo stavolta fallirà. E intanto Key rimane in un angolo a pensare, cosa succederà con ancora Freccia qua-a. E poi ci siamo noi, che non molliamo mai con le nostre storie e i nostri guaaaii. E poi ci siamo noi teniamo botta come voooii...finchè fa male, finche ce n'è...Lalalalalala lalalalalala-la.

Ricapitoliamo:

Jenny ha il vento in poppa, getta il cuore oltre l'ostacolo e va-a...

da Mario che apre il bar.

Loris cuore in panne, i suoi trentanni su una moto chiude gli occhi e sogna già

di andare via di qua

da questa sua realtà

che non ci piace e non ci avrà

E intanto il mago Walter, rimescola le carte, il trucco suo stavolta fallirà

E intanto Key rimane in un angolo a pensare cosa succederà con ancora Freccia qua-a.

E poi ci siamo noi, che non molliamo mai

con le nostre storie e i nostri guaaaii.

E poi ci siamo noi teniamo botta come voooii

...finchè fa male, finche ce n'è...

Lalalalalala lalalalalala-la.

Ecco, ora siete pronti anche voi per scrivere il vostro inno generazionale di Ligabue personale.

Piccola appendice fotografica (di Wilco vol2)

Il colmo per un musicista che entra ed esce dalle cliniche causa dipendenza da medicinali?
Chiedere un foglio su cui scrivere la scaletta e ricevere in cambio questo:

(che non si vede bene, ma è una carta intestata di un medicinale e non a caso è stato abbandonato su una sedia)

La scaletta:



Sul palco:

giovedì, settembre 08, 2005

The late greats



Sul blog bisogna essere veloci.
Bisogna fare a cazzotti con l'attualità.
Bisogna governarla.

Non ha senso scrivere di un concerto dopo quasi due giorni.
Quelli che volevano le informazioni (o le impressioni) hanno trovato pane per i loro denti vagando sulla rete già da ieri.
Gli altri... agli altri non frega un beneamato.
E come dice Umberto Tozzi: "Gli altri siamo noi."

Per cui mi sono preso un giorno di tempo.
Un po' perché avevo qualcosa da fare, un po' perché doveva andare così.
Dovevo "smaltire la sbornia". Perché se levi l'alcool e ci metti l'emozione, cambia l'additivo ma è sempre di sbornia che si tratta.
Dovevo ragiornaci su ed evitare di cadere nel tranello.
Evitare di scrivere cose come: "La più grande cazzo di rock n' roll band di questo cazzo di pianeta". Evitare di raccontare un pomeriggio che doveva essere di venti minuti ma è finito per durare alcune ore.
Evitare di descrivere l'emozione di un palazzetto dello sport vuoto. Del luogo comune della "band che sembra suoni solo per te" che diventa realtà.
Evitare di parlare di una canzone che sono tre anni che non viene suonata, ma che il caso vuole sia una delle tue preferite.
Evitare di scadere sul: "Non ti prometto niente, non decido solo io - siamo in cinque - ma ti consiglio di non andartene prima della fine dei bis".
Evitare-Evitare-Evitare.
Un po' come tanto-tanto-tanto e resistere-resistere-resistere.

Era la prima volta che prendevo il Treno OK.
Parte da Tiburtina ed arriva a Lambrate.
Questa è l'unica cosa che ricordo.
Per il resto, ho solo dormito e sognato.
Sognato un concerto benefico, tipo Live8 ma diverso.
Una cosa per la televisione. Presentavano Maradona, Povia ed una Carlucci che ora non ricordo quale.
C'era un sacco di vento e c'era un sacco di polvere. Tanta polvere che nenche in un libro di Tommaso Pincio.
Poi mi sono svegliato, ero quasi arrivato. Ho girato la rotella, ho messo "Crooked Rain, Crooked Rain", la versione doppia, e mi sono svegliato davvero.
Sceso a Milano, ho camminato tanto, fatto cose, visto persone, timbrato biglietti. Ed ho deciso che queste cose le avrei tutte scritte in un post. Che se uno legge e poi non ci trova queste cose non può dire: "Blogger, autoreferenziale, diaristico" e ci rimane male.
Ed io non voglio che qualcuno possa rimanerci male.
Voglio che ci resti. E basta.

Gabriele fa il discografico, uno di quelli che si rovina le giornate scrivendo mail e sopportando le rotture di balle dei giornalisti.
Gabriele vive e lavora a Firenze. Fino alle 17 era ancora in ufficio.
Alle 21 e 40 era sotto il palco.
Alle 4 e mezza (A.M.) era ancora in macchina.
Alle 9 e mezza (A.M.) scriveva le mail e sopportava le rotture di balle dei musicisti.
Ha fatto tutto questo per gli Wilco.
Ed era contento. Per la passione.

Di Andrea so poco, ma quello che conosco basta e avanza.
Lo chiamano il Sindaco e suona la chitarra in una rock and roll band.
Il suo cantante si fa chiamare Erik, è di Potenza, vive a Roma, ma parla solo inglese.
Erik da giovane assomigliava al primo Iggy, poi si è messo con una metallara.
Ora sculetta come Axl Rose.
La band di Andrea ha una particolarità che solo per questo bisognerebbe vederli live ed intitolargli una piazza o un monumento. Davanti ad un ipermercato.
"Al terzo pezzo ci buttiamo sempre per terra. Sempre al terzo, siamo professionisti".
Anche Andrea ha una particolarità: dove c'è un concerto lui c'è.
Si fa viaggi enormi, passa la notte in giro o in stazione e poi ritorna a Roma.
Ma non rinuncia.
Andrea era a vedere gli Wilco, aveva un treno di ritorno alle sei del mattino.
Alle tre e qualcosa, l'abbiamo visto andare via.
Il resto delle ore le passava in centro, così, giusto per vedere l'effetto che fa il Duomo di notte.
Era contento. Per la passione.

Gli Wilco erano arrivati a Milano già lunedì. Non era la prima volta che ci suonavano, ma finalmente l'hanno vista. Roma no, Roma mai.
Magari ci verranno in vacanza con le mogli. Che suonare pare proprio che non si possa.
Gli Wilco sono in tour praticamente da un anno e mezzo. Fra un paio di mesi uscirà un disco live, ma loro non hanno intenzione di riposarsi. Che c'è un disco nuovo da fare.
Gli Wilco, se li prendi da soli, sono dei personaggi piuttosti timidi e bendisposti.
Se li metti su un palco sono un'ira di Dio.
Sono la band che bisogna vedere suonare almeno una volta nella vita.
Sono psichedelici, krauti, sonici, country, indie.
E rock n' roll. Cazzo se sono rock n' roll.
Ultimamente hanno riscoperto "Being There", dal vivo si divertono a suonarlo in lungo e in largo. "Summerteeth", "Yankee" e "A Ghost is Born", non hanno praticamente avuto bisogno di riscoprirli. Che la gente li vuole. Sempre.
E loro accontentano.
Ad un certo punto, sono arrivate anche le cover.
Due. Una consueta (One By One - Woody Guthrie), una inaspettata ma quasi scontata (I Shall Be Released - Bob Dylan and The Band).
Jeff Tweedy scherzava, si tastava la pancia e scherzava di nuovo.
Ovviamente cantava. Eccome se cantava.

Per tornare ho preso un altro treno. Non OK, ma comunque buono lo stesso.
Ho dormito ed ho sognato.
Tipo che c'ero io che scrivevo una cosa. Iniziava così:

"Sul blog bisogna essere veloci.
Bisogna fare a cazzotti con l'attualità.
Bisogna..."


Ero contento.

Le buone idee che non ti aspetti

Come scritto qualche giorno fa, oggi inizia Enzimi.
Per tre giorni (sulla spiaggia di Inculonia, comune di Ostia) sarà possibile guardare film, ascoltare reading e concerti senza dover tirare fuori un euro che sia uno.

Alcune della band tra quelle che si esibiranno sul palco, hanno acconsentito alla registrazione di una serie di Istant CD contenenti le perfomance della serata.

Non so a voi, ma a me l'idea di tornare a casa con un live dei Perturbazione e dei Disco Drive ( per dare una mano sulla "storia del furgone rapinato", bastarebbe andare qui, ma forse hanno rubato anche il sito) mi fa star bene un bel po'.

Mi accontento di poco e godo.
Così così.

Per fare un albero...

Una brutta notizia. Letta più o meno ovunque: è morto Sergio Endrigo.
Potrei mettermi a citare quanto le sue canzoni siano state centrali nell'infanzia di molti di noi, ma non è il caso. Per me Sergio Endrigo significa due cose: Claudio Bisio rappresentante discografico, sull'orlo del suicidio, che gira di negozio e negozio con un cartonato di Endrigo sotto braccio. Era un oscuro film italiano. Ma non è questo quello che importa.
Immagine numero due: Sergio Endrigo in persona che, seduto su una sedia, presenta il suo libro in una delle ultime edizioni del M.E.I.
Intorno la gente si fa i fatti proprio e non lo degna di uno sguardo.
Lui continua a parlare praticamente da solo.
Fino alla fine.

lunedì, settembre 05, 2005

Un brutto colpo per la musica occidentale ("Ha copiato il face roll!")


(Non so se è peggio la copertina o la canzone)

Sta tornando Ligabue.
Mettete in salvo le donne e i bambini.
Grazie a loro potremmo fondare una nuova civiltà.

(I Know, potrebbe andare peggio... potrebbero sempre riunirsi i Litfiba)

venerdì, settembre 02, 2005

Se scrivi un post a punti è perché hai rischiato di dover intervistare John Cena

_Ormai l'avrete letto ovunque, tranne che sul sito di Indipendente: i Bloc Party non suoneranno all'Independent Days Festival.
Capisco la malafede verso un evento che ogni anno annuncia mille nomi per farne saltare la metà a due giorni dal concerto... ma una laringite può capitare. Purtroppo.

_ Per quelli che comunque delle next big thing inglesi proprio non possono farne a meno: lunedì cinque, al Foro Italico, Roma, suonano gli Editors. Gratis.
Consigliato anche a chi non può fare a meno degli Interpol e delle loro cover band.
Il sottoscritto la mattina dopo ha un treno per Milano. E una missione: Wilco.

_Sempre a Roma, ai Cancelli di Ostia per la precisione, prende il via l'otto settembre l'edizione 2005 di Enzimi. Imperdibile la serata del dieci. Se non altro per il dj set dei Fantastici Cinque.

_Succede che ti arriva un disco piccolo piccolo e sconosciuto. Succede che lo metti nel lettore e finisce che te ne innamori. "Hello My Captor" dei The Amazing Pilots è l'unica vera ragione che in questo momento mi fa venire in mente di fermarmi a Bologna a vedere Pedro The Lion.

_ Sta uscendo un nuovo EP dei Grandaddy. Sul loro sito però, sezione news, si parla della nuova stagione di baseball.

_ Blog nuovi nuovi da leggere leggere: già detto di Modulation One, Se Mi Scrivi lo conoscete già più o meno tutti, il futuro è... Mammeta.

_ Curioso fine palinsesto estivo di MTV. Ogni giorno viene preso in esame un anno e vengono mandati in onda i programmi di allora. Curioso vedere uno sbarbatissimo e giovanissimo Massimo Coppola parlare dei Sex Pistols e, ancora di più, una divertentissima puntata di Tokusho, con Elio a fare da mattatore, Neffa, Mangoni, Pezzi e Morgan a subirne l'esuberanza.
La cosa incredibile è che in TV, al momento, non c'è niente di meglio.

_ Fa uno strano effetto vedere le immagini che arrivano da New Orleans . Fa uno strano effetto vedere una super potenza in ginocchio e costretta a chiedere aiuto. Lo stesso effetto che fa pensare che quella super potenza di aiuti non ne avrebbe affatto bisogno... se non avesse buttato soldi su soldi per fare delle guerre. Fa uno strano effetto rendersi conto che il mondo sta andando in pezzi e, allo stesso tempo, pensare che non è più una novità.

_ Volevo scrivere qualcosa su Pera e "il meticciato". Poi lei ha raccontato una storia.
Ed io mi sento di non aggiungere altro.

So, I’m back in -You Could Have it So Much Better With [indiessolvenza]

Arriva il corriere con un "pacco".
Dischi. Ovvio.
Mentre apro la busta e faccio scivolare tutto il contenuto sul letto, il mio sguardo rimane attratto da una copertina non copertina. Un foglio bianco con sopra la scritta a pennarello "Unica Copia".
A guardarla così sembra che sia il disco di tali "C Drive Backup".
Più in basso c'è scritto (sbagliato) il nome della rivista per la quale scrivo ed il mio.
Poi ci sono i titoli dei brani.
Li leggo solo per avere la conferma, tanto ho già capito tutto.
Il disco di cui si parlerà fino a settembre prossimo (nel bene e nel male) è nel mio lettore.
Ora lo racconto per voi. Canzone per canzone.




The Fallen: E' la classica canzone dei Franz Ferdinand. L'attacco è molto tirato e quasi settantasettino, poi arrivano le solite ritmiche spezzate e la batteria pestona, il ritornello riprende l'intro, i suoni sono molto più caldi e "vecchi" rispetto all'album d'esordio.
Nel finale partono dei cori "hooligani". Sono paraculi e sono tornati. Niente da ridirie.

Do You Want To: Sono dei paraculi, dicevo. E in questa canzone ne danno la migliore prova possibile. Ormai l'avrete sentita tutti, qui c'è anche il video, è una canzoncina senza arte nè parte ed al tempo stesso un ottimo modo per riaffermarsi, poggiare la manina sulle spalle dei vari Editors, Bloc Party, Killers ed urlare: "Avete giocato, mo' scansateve!"

This Boy: Credo che la frase "la classica canzone dei Franz Ferdinand" sarà ripetuta in questo post altre dieci volte. Questa è la seconda ed è sicuramente quella "più solita".
Tenete voi il conto?

Walk Away: Signore e signori... un lentone. Il primo vero della carriera della band. Chitarre di stampo quasi surf e voce da new wave piaciona. Quella non è una novità, ma è sempre piacevole.
Con un po' di "malattia" in più potrebbe essere un pezzo degli Interpol.

Evil and A Heathen: Brano veloce e punkettino, con tanto di coretti sguaiati a fare capolino. Batteria dritta e pestona, flanger sulla voce. Un pezzo per pogare. Nè più e nè meno.

You' re the Reason I'm Leaving: "La solita canzone dei Franz Ferdinand". E tre. Secondo me sarà il prossimo singolo. La butto lì. La balleremo a capodanno. Statene sicuri.

Eleanor Put Your Boots On: Una canzone atipica. Chitarra acustica e piano, melodia molto 60's e beatlesiana. Sorprende e un po' spiazza. Ricorda molto gli XTC. Ed anche questa non è una novità.

Well That Was Easy: Si riparte a mille all'ora. Altro probabile singolone, la gemellina di This Fire con elementi di Take Me Out. La suonavano già dal vivo negli ultimi concerti dello scorso tour (chi li ha visti a Roma e all'Indipendent Days l'ha sicuramente sentita).
Ah... è "la solita canzone dei Franz Ferdinand".

What You Meant: Altra canzone atipica, gioca con gli stilemi del rock 70's, sempre filtrati in maniera franzferdinosa. E' uno dei punti più deboli del disco, ma potrebbe crescere con gli ascolti. Una normale canzone pop- rock inframezzata da stacchetti dance.

I'm Your Villain: Un’altra variazione sul tema “la solita canzone dei Franz Ferdinand. Molto potente e con i consueti cambi di ritmo.
Finalone cassa dritta e coro stile Darts of Plesaure. “See you later, baby see you later”.

You Could Have So Much Better: La title track. Un colpo veloce è ben assestato.
Franzo Ferdinando goes to punk rock.

Fade Together: L'altro lentone. Ancora gli anni sessanta dietro l'angolo. Pianoforte e chitarre acustiche. Un tentativo. Niente più che un tentativo.

Outsiders: Il pezzo di commiato. Un crocicchio (un applauso per la parola crocicchio) in cui Franz Ferdinand, Talking Heads e Clash s'incontrano, si stringono la mano e si prendono anche a pacche sul sedere. Una delle canzoni più riuscite dell'album e al tempo stesso una delle più cupe e diverse.

E insomma, com'é?
Già, com'è?


*La copertina l'ho recuperata da qui


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