Primavera Sound 2005 Report (LT 07 Preview)
Stephen Malkmus - Home Alone (LT 06)
Adam Green - American Idol (LT 05)
Low... forever changes (LT 05)
Revisionismi: J Mascis - Martin And Me (LT 05)
Sono un ribelle, mamma (Write Up n.2)
Tra le pareti (www.julieshaircut.com)
Broken Social Scene: all in the family (LT04)
Revisionismi:Weezer-Pinkerton (LT04)
Le parole che non ti ho detto (MarieClaire feb 05)
Revisionismi: Scisma-Armstrong (LT03)
Meg: essenza multiforme (LT03)
Greg Dulli e Manuel Agnelli: Matrimonio all'italiana (LT03)
American Music Club e R.E.M.- Once were warriors (LT03)
La lunga estate dei folletti (LT02)
Not tomorrow!No manana!Today! (LT02)
Blonde Redhead sulle ali della farfalla (LT01)
Oltre la traversa (Il Mucchio Selvaggio 2002/2003)


Weeds



giovedì, maggio 26, 2005

Rafa's revenge



I milanisti incominciano a cantare quando ancora non e' finito il primo tempo.
Dicono che sono venuti qua per veder giocare Kaka'.
Gli spagnoli li osservano in silenzio, bevono, li guardano e poi sorridono.
Gli inglesi sono silenziosi, incominciano a sfilarsi le magliette gialle e quelle rosse. Hanno gli occhi vitrei.
Incomincia il secondo tempo.
Finisce il secondo tempo.
Incominciano i supplementari.
Finiscono anche quelli.

Rigori: il portiere improvvisa un twist e manda Sheva in cura di antidepressivi per i prossimi cinque anni.
I milanisti non cantano piu'.
Spagnoli ed inglesi invece festeggiano come pazzi. Offrono birre, saltellano da un tavolo all'altro e poi, per strada, tra i vicoli.
Io sono uno di loro.

mercoledì, maggio 25, 2005

Come un anno fa



Si parte.

Intanto, per ricordare:
il "Piccolo diario catalano" (1, 2, 3, 4)
e la sua versione remix.

lunedì, maggio 23, 2005

White lines, stripes heat



White Stripes non è un gruppo rock, e neanche un duo.
White Stripes è un uno-con. Come nel canottaggio.
Jack White è "gli Abbagnale". Sono suoi i remi, è lui quello che fa muovere "la barca", che decide le coordinate... la rotta.
Meg è "Peppiniello Di Capua". Lei porta il tempo, dà la velocità, decide il numero di colpi per minuto e permette a Jack di guidare al suo meglio.

Lui è sotto i riflettori. Lei è nell'ombra.
Lui si fidanza e si sfidanza con le star del cinema. Lei muove i polsi e dondola i codini.
Solo quelli. Il resto del corpo rimane fermo. Incredibilmente.
Meg è tranquilla e silenziosa, lui irrequieto e caciarone.
Jack sa di essere uno che lascerà il segno, uno che è sceso qui per incidere e, probabilmente, restare. Meg è cosciente: prima o poi sparirà e finirà dimenticata come un Andrew Ridgeley qualsiasi. O un Ike Turner.
Sa di essere lì per un miracolo, un miracolo che l'ha voluta forse sorella, forse amante... forse tutte e due le cose.
Un miracolo con la data di scadenza.

Jack scrive le canzoni, Meg picchia i tamburi.
Jack canta, suona la chitarra, il piano, produce e mixa.
Meg picchia i tamburi.
Sì, ogni tanto canticchia, ma si percepisce il suo disagio:
lei è il divertismant, quella che è messa lì per strappare un sorriso. Lui è l'artista.
Lei lo sa e lo accetta.

Insieme hanno fatto un disco. Il quinto. Un disco strano. Diverso.
Solo tre canzoni su tredici sono elettriche.
Nessuna verrà cantata in coro o resa disponibile come suoneria da scaricare.
Nessuna... popopopopoo-po.
Il singolo Blue Orchid è il classico spaccarotule.
Il tipo di brano che se lo senti ti muovi, non importa quello che stai facendo. Ti muovi.
Non ha lo stesso appeal di 7Nation Army. E' un altra cosa.
Ma quel falsetto, quel falsetto non si scorda. Ti entra in testa e ci rimane dentro, ingombrante come un blocco di cemento in una casa costruita con i Lego.

Il resto è pianoforte. Pianoforte e chitarra acustica. Country e blues. Blues e fruscio.
Fruscio e tutto. Tutto e niente.
Questo è il nuovo minimalismo, il minimalismo che non inventa nulla e ricicla il riciclabile
Vero e proprio percorso verso e dentro le radici della musica americana.
Percorso al contrario, che svuota tutto quello che è pieno e lo porta al grado zero.

"Get Behind Me Satan" è un disco che andrebbe ascoltato su vinile. Ha tutta un'altra potenza ed un altro suono.
Il calore ed il rumore di una vecchia puntina sono gli strumenti più ad alta fedeltà possibile, per un album del genere.
Sono strumenti indispensabili, come le chitarra, il piano e la batteria.
Il basso no.
Il basso è come il CD.
Può esserci o non esserci. Non fa nessuna differenza.
Tu sei già lì in piedi che stai gridando come un ossesso (o come Galeazzi):
"E andiamo a vincereeeeee!"
E loro vincono. Tutti e due.
Insieme.

Meg- “jack are these songs about you?”
Jack- “no meg, they’re about you.”
Meg- “I wish”
Jack- “no you don’t. you know I don’t write about myself or my friends, let alone my sister.”
Meg- “I thought maybe you made an exception after coming out of the closet.”
Jack- (purrs)
Meg- “can you tell me a little bit about the album cover?”
Jack- “I don’t know meg, can you tell me a little bit about the universe?”
Meg- “you want to talk quantum physics or quantum mechanics?”
Jack- “shut up”
Meg- “what does ‘blue orchid’ mean to you?”
Jack- “the same thing pizza means to you.”
Meg- “jack, why can’t you be cool?”
Jack- “because you’re trying to trick me again!”
Meg- “jack the only trick I ever played on you was never tricking you at all.”
Jack- “you’re right.”
Meg- “your voice sounds really high on this record like the old days.”
Jack- “I noticed that too.”
Meg- “want a cigarette?”
Jack- “shut up”
Meg- “was this album pleasant for you to make?”
Jack- “it’s always pleasant to work with you meg”
Meg- “I know that, but did you enjoy yourself?”
Jack- “this album was cursed when we started, and then suddenly came around near the end. then Istarted to enjoy it, Remember?”
Meg- “yeah I remember.”
Jack- “anything else “you” would like to know?”
Meg- “only if you’re happy with the record.”
Jack- “yes I am. I think it’s our most dense sounding record yet. don’t you?”
Meg- “shut up.”
Jack- “want to make another one?”
Meg- “hmmmmmm…with you?”
Jack- (purrs)

(dialogo tratto dalla cartella stampa di "Get Behind Me Satan. Mi faceva ridere e l'ho postato.
Tutto qui)

domenica, maggio 22, 2005

Magic moments

Ovvero: quando le interviste sono causa di imbarazzi.
Ovvero: storie accadute, viste accadere, o apprese tramite trasmissione orale (che detto così sembra un virus, ma insomma...)

1
Il musicista è seduta sulla sedia. E' molto disponibile ed allo stesso tempo impacciato. Si tocca la lunga parrucca mora e risponde a tutte le domande. Sul tavolo, vicino al registratore, ha poggiato una borsetta.
L'intervista finisce, lui sembra sollevato.
Si avvicina al cronista con fare confidenziale ed all'orecchio sussurra:
"Scusa, non è che conosci un posto, qui, dove posso trovare un po' di trans... cose del genere?"
Il giornalista è imbarazzato. Farfuglia qualcosa, ma non riesce ad essere utile. Non ha questo tipo di conoscenza. Saluta l'artista e ed esce fuori. Ad attenderlo trova l'addetta della casa discografica:
"Ti ha chiesto anche a te dei trans? Non so proprio come fare, ho provato a chiedere ad un mio amico, ma niente".
Per la serie: momenti in cui possedere il numero di Massimo Marino risolverebbe un sacco di problemi.

2
Sala stampa di un noto festival musicale (quello della birra), dietro il tavolo è seduto il gruppo. Sono giovani ed alla prima esperienza.
Hanno appena finito di suonare e già tutti, guardandoli, hanno preso a pronunciare la parola "Nirvana". In senso di band, non di paradiso buddista.
Il grande giornalista anziano si alza in piedi, prende il microfono, guarda i tre ragazzi ed esclama:
"Allora, come vi trovate all'interno della scena hip hop?"
I musicisti si guardano, hanno gli occhi assenti. Il più piccolo dei tre si fa sfuggire: "Ma che cazzo di domanda è questa?"
Tutti ridono, il grande giornalista anziano no.
Per la serie: momenti in cui, non dico ascoltare la musica, ma almeno leggere la cartella stampa, sarebbe piuttosto utile.

3
Il giovane giornalista prende in mano la cornetta del telefono. Ha già preparato tutto: registratore acceso, viva voce inserito...
Il telefono squilla, risponde la compagna del musicista. Ha una bella voce, è gentile.
La puoi sentire mentre chiama la star e puoi sentire lui che abbassa il volume dello stereo e prende in mano la cornetta.
"Hi", bofonchia.
Questa è l'unica parola che dice chiaramente, senza fartela pesare come manna scesa dal cielo. Passano 10 minuti e 20 domande. Il musicista non vuole parlare.
L'intervistatore vuole suicidarsi.
Per la serie: momenti in cui vorresti gridare e scappare migliaia di latitudini più in là.

4
Conferenza stampa di un noto festival musicale (quello delle onde).
Il gruppo è stanco, questa è la prima data di un lunghissimo tour italiano e non ha molta voglia di sprecare parole per i giornalisti.
Il chitarrista e il batterista sono imbarazzati. Potrebbero parlare italiano, ma decidono di non farlo per non mettere in difficoltà la poco poliglotta cantante.
Un giornalista si alza in piede prende il microfono e chiede:
"Sorry, is your music bow or an arrow?"
Il gruppo si guarda. Non sa cosa rispondere. Ed infatti non lo fa.
Per la serie: momenti in cui la band rimpiange di non farsi intervistare in giapponese.

5
Il musicante e lo scribante sono in camerino. Parlottano. Il secondo fa domande a cui il primo è obbligato a rispondere. Ma è distratto. Vorrebbe essere altrove e non lo nasconde.
Ad un certo punto guarda il giornalista ed esclama:
"Scusa, ti va di accompagnarmi a comprare la droga?"
Per la serie: momenti in cui prendi coscienza che fare il pusher non sarebbe poi stato così male.

6
L'intervistatore è al termine di una lunga telefonata intercontinentale, sta per attaccare quando si sente apostrofare così dall'intervistato:
"Scusa, ma tu sei italiano, giusto? Anche mia moglie lo è. Se vuoi te la passo, così la tiri un po' su di morale. E' appena morto il nostro cane".
Per la serie: momenti in cui ti viene in mente di aprire una filiale del Telefono Amico.

7
Il giornalista è angosciato: ha ricevuto dal suo capo un incarico prestigioso. Deve consegnare alla rockstar il bigliettino di una spasimante.
Lui non vorrebbe farlo, ma deve. Ed in un certo senso questa cosa lo diverte.
Entra nella stanza d'albergo, si siede e davanti trova LUI.
Inguainato nei soliti pantaloni di pelle, è affabile e abbastanza propenso al cazzeggio. Nonostante una stanchezza per nulla celata ed un aspetto che farebbe impallidire persino The Undertaker.
Arriva l'agognato momento. Il giornalista prende il bigliettino e lo passa al musico.Lui lo apre, lo legge, guarda l'intervistatore e si produce nel famosissimo e riconoscibile sguardo "martellata nei coglioni".
Il giornalista vorrebbe spararsi. Il musicista vorrebbe sparargli. La spasimante, probabilmente, in quello stesso istante cambiava pannolini in una stanza pregna di poster dei Duran Duran.
Per la serie: momenti in cui vorresti aver fatto il casting per entrare a Stranamore.

8
Il chitarrista è seduto davanti i quattro giornalisti, vorrebbe parlare del disco nuovo. Di come è stato registrato, del significato di certe canzoni, di quello che sta accadendo nel suo paese...
Vorrebbe, ma non può.
Uno dei quattro prende la parola: "Allora, cosa ne pensi del festivalbar?".
Al musicista non frega un cazzo del Festivalbar. Ed elude la domanda.
Dopo mezz'ora, lo stesso giornalista:
"Chi ti è piaciuto degli artisti del Festivalbar?
Per la serie: momenti in cui ti viene voglia di prendere il responsabile promozione della tua etichetta ed ingropparlo a sangue.

venerdì, maggio 20, 2005

Verità supposte


Prendi “Face the Truth”, apri il documento Word e scrivi “Stephen Malkmus”. Non arrivi neanche alla k e subito vieni assalito da una montagna di ricordi, emozioni, situazioni realmente avvenute o solamente immaginate, che questo signore e la sua vecchia band (quella del marciapiede) hanno saputo regalarti negli anni.
Ascolti il disco tutto di un fiato. Lo fai una volta, due, anche tre. Alla fine della prima vuoi spegnere tutto, prendere l’album ed usarlo per pareggiare la gamba del tavolo della cucina. Dopo la seconda, cominci a canticchiare certe canzoni (Pencil Rot, Freeze the Saint) e ad apprezzare le trovate strambe che ne animano altre (Kindling For the Master e Malediction). Nonostante questo, riesci sempre a trovare qualcosa che non va.
Qualcosa che prende “Face the Truth” e lo porta nello “scatolone” della mediocrità. Aurea, ma pur sempre mediocrità.
Al terzo ascolto, tutto diventa più chiaro. I colori appena sfumati si fanno netti, definiti ed anche quello che risultava inconcepibile finisce per essere compreso. Assimilato, quasi.

“Face the Truth” è un album di ricerca. Ricerca di un punto di svolta, di una strada nuova da percorrere e di una creatività ritrovata tutta da scoprire.
Un lavoro di transizione, voluto dall’autore per affermare, una volta di più, che i Pavement erano una cosa (una enorme, bellissima cosa), Stephen Malkmus è un’altra.
Una cosa nuova, diversa, ma non per questo meno degna di attenzione.

Certo, gli otto minuti otto di No More Shoes continuano a restare parte di un polpettone psycho-prog acustico-quellochevoletevoi, inframmezzato da un assolo di chitarra lungo e senza senso, che sta bene nel disco come il pecorino sta bene grattato sulla mousse. Finisci di ascoltare "Face the Truth" per l’ennesima volta, lo levi dal lettore e lo poggi sullo scaffale. Hai scritto anche una recensione, o meglio: l’hai scritta quasi tutta, manca la fine. Eccola.

giovedì, maggio 19, 2005

Chiu' pilo pe' tutti

"Dai, fai anche tu la lista?"
"La lista? No, non fa per me."
"Su, così mi dai una mano che mi serve per un articolo e..."
"Ho capito, ma... è che una lista di donne sarebbe banale e poi a te serve una lista di uomini ed io non sono in grado perché a me gli uomini proprio... cioè: Micheal Stipe, sì. Ma mica posso fare una lista di dieci Micheal Stipe, rasenterebbe la patologia e tu dovresti sapere come estirparla via, ma poi assomiglierebbe troppo ad una canzone degli Aft..."
"...dai, smettila. Falla, falla! Ci sarà pure qualche uomo che un po' ti affascina. Fai uno sforzo... suuuu!"
"Mmm... OK, ma glielo spieghi tu a mia mamma che era un gioco, ho impiegato dieci anni a convincerla di non essere gay, ed adesso...vabbè... glielo dici tu che continuo ad essere un umile lavoratore nella vigna della jije? Va bene, basta pippe. La faccio!"

Dave Grohl
Chi? Il batterista dei Nirvana. E poi: dei Queens Of The Stone Age, Cat Power, Killing Joke, NIN. Cantante chitarrista di... come si chiamano quelli?
Il primo incontro: Statum-tatatum-tatatum-tatatum-tantarà-tarattata-tantarà-tarattata... insomma,Smells Like Teen Spirits.
Il primo appuntamento: Ci diamo appuntamento in una baita di montagna. Lui arriva carico di alcool e droghe e... sorpresa delle sorprese: Jack Black. Passiamo tutta la nottata ad ubriacarci ed ingoiare pasticche. Ad un certo punto, per scherzo, Jack tira fuori dei vestiti da donna, li indossiamo... entro pochi minuti il pavimento diventa un cimitero di parrucche, reggicalze e reggiseni.

Marlon Brando
Chi? Come chi??? "Ti faccio un'offerta che non puoi rifiutare."
Il primo incontro: Ovviamente in bianco e nero, seduta su una motocicletta.
Il primo appuntamento: E' il 1957, io sono in Giappone per intervistarlo, lui per girare un film. Ci diamo appuntamento in hotel. Lui è lì con uno dei suoi collaboratori che mangia schifezze e tenta di scrivere una sceneggiatura. Mi racconta tutta la sua vita e dopo un po' vuole sapere alcuni particolari della mia. Ci scoliamo una bottiglia di brandy. Lui è il Duca nel suo dominio... io sono Truman Capote.

McGyver
Chi? Non ricordo il nome dell'attore, ma non m'interessa. Io dico McGyver proprio. Il personaggio del serial.
Il primo incontro: Ovviamente davanti alla tv
Il primo appuntamento: Ci conosciamo in un bar della provincia americana, davanti a due bottiglie di Bud. Lui mi porta nel piazzale per farmi vedere una cosa. Entro pochi minuti mi costruisce un letto di Ikea utilizzando solo stuzzicadenti, stecche da biliardo, bucce di pistacchi e posaceneri. Resto ovviamente molto colpito...

Cassius Clay
Chi? Il più grande
Il primo incontro: un programma di Rino Tommasi
Il primo appuntamento: Roma, 1960. Cassius ha appena vinto la medaglia ed è in giro a festeggiare. A Roma impazza la dolce vita. Io sono un paparazzo, scatto una foto al campione e lui, non ancora abituato a questo tipo di attenzioni, mi offre un drink. Parliamo del più e del meno e finiamo nella sua stanza d'albergo. Lui mette un disco di Sam Cooke e mi guarda negli occhi... vola come una farfalla e mi punge come un'ape.

George Clooney
Chi
? No dottore brizzolato con l'occhio da triglia? No party!
Il primo incontro: Lui era in ospedale, io seduto in poltrona.
Il primo appuntamento: Ci diamo appuntamento a Chicago per vedere la partita dei Bulls. La squadra perde in maniera rovinosa e per tirarci su il morale decidiamo di fare il giro di tutti i bar della città. Dopo due bottiglie di Oban, tre tequile, due gin e diversi cocktail a testa non ci reggiamo più in piedi. Lui mi offre ospitalità e mi mostra il suo mitico maiale.

Tom Waits
Chi? Tom Waits. E basta
Il primo incontro: Daunbailò
Il primo appuntamento: Ci incontriamo in un baraccio del West Virginia. Lui non beve più alcolici, ma fuma. Io, per rispetto, prendo un caffè. Lui dice che vuole mostrarmi una cosa, mi fa accomodare sul suo pick up e mi porta davanti ad una vecchissima ed enorme sequoia. Durante tutto il viaggio mi rincoglionisce con le sue storie bislacche. Mi ha conquistato già da tempo, ma mi sforzo di fare il sostenuto. In realtà sto solo aspettando il momento giusto.

Jarvis Cocker
Chi
? Il cantante dei Pulp, l'uomo più fico d'Inghilterra.
Il primo incontro: Il video di Common People.
Il primo appuntamento: Mi invita a casa sua per vedere l'ennesima puntata del processo a Michael Jackson. Ogni volta che Jacko viene inquadrato, Jarvis finisce per sbraitare insulti tremendi, in puro accento cockney. Io cerco di calmarlo, lui prova a baciarmi. Lo respingo. Ci riprova, ma prima mette un disco di Scott Walker... lo lascio fare.

Paul Gascoigne
Chi? Il più grande calciatore inglese. E il più scarso
Il primo incontro: Una partita di coppa delle coppe del 1989
Il primo appuntamento: Lo vado a trovare per una intervista, lui mi racconta i dettagli della sua vita turbolenta. Ripete continuamente di aver smesso con l'alcool... nel frattempo tira fuori una bottiglia di Jack Daniels. Mi versa un bicchiere e se ne scola metà. Poi passa allo Sheridan.
Io lo prendo in giro, lo Sheridan fa cacare. Iniziamo una gara di rutti. Vinco io.
Lui mi guarda stranito, alla fine mi chiede se può farmi quello che i tifosi della Roma inveivano contro di lui in un famoso coro.
Io cerco di scappare. Non ci riesco.
Arriva Francesco Gullo del Cervia e mi blocca sulla porta. Oppongo resistenza.
Ubriacone con l'orecchino, Paul Gascoigne fammi un...

Il Sessuologo di Love Line
Chi? Dai, quello lì brizzolato che assomiglia a Luca Carboni, ma più laido.
Il primo incontro: Sul divanetto, con Camila
Il primo appuntamento: Lui mi invita ad un suo convegno. Terminati i lavori, mi porta a cena fuori e, tra un bicchiere di Sassicaia ed una porzione di arrosto, mi riempie di domande.
Alla fine mi poggia una mano sulla gamba, mi guarda negli occhi e: "Cosa ne pensi della stimolazione anale della prostata mediante oggetti non identificati?".
Io lo guardo, impaurito.
Lui capisce e: "Non ti preoccupare. E' una cosa normale. La stimolazione anale della prostata è una pratica..."

"OK, l'ho fatta. Ho finito. Contenta adesso?"
"Insomma, non sei stato proprio serissimo e poi... manca uno."
"Già, manca uno..."

Michael Stipe
Chi? Dio, in pratica.
Il primo incontro: Era il 1990. Dj Television. Credo
Il primo appuntamento: Venerdì 10 giugno, allo Stadio Olimpico.
Si spengono le luci, durante The One I Love, Michael scende dal palco e allunga la sua mano verso la mia.
Canta tutto il pezzo così , tenendomi la mano.
Prima di andare via mi lascia un bigliettino: "Se vuoi sapere la verità su un uomo dalle dimensioni asinine e altre leggende metropolitane... vieni in camerino". Ci vado, ma solo perché voglio s a p e r e.
*Update* Pensandoci bene avrei dovuto chiamare codesto post: "Mi piace quel ragazzo percheeé... sto diventando forse un ricchione!"

mercoledì, maggio 18, 2005

Glie ultimi 'iorni

Il grunge spiegato ai ciociari (dai ciociari).
Semplicemente fantastico.
Altro che Gus Van Sant

(se si è un minimo poliglotti dovrebbe essere facile da capire. Se non lo si è: pazienza)

Scoprirsi poeta

"Da quando Senna non corre più/Da quando Baggio non gioca più/Da quando mi hai lasciato tu...
non è più domenica"

Cesare Cremonini (27/03/1980 - Mai troppo tardi)

martedì, maggio 17, 2005

Sui cieli di nòi

.

In metropolitana ci sono tre ragazze, sventolano i biglietti del concerto come fossero un ventaglio, parlottano tra di loro:
"Da paura, non vedo l'ora. Certo che ce potevamo anda' a vede' pure er concerto dei Blue!"
"Magari, ma è esaurito."
"Loro so esauriti, no er concerto. hihihihi"

Noi ci guardiamo in faccia, l'espressione è quella tipica del "Ma chi cazzo ce lo fa fare". Ci viene da ridere. Arriviamo davanti al Palalottomatica, ci fermiamo a leggere i numeri sulla facciata (66: Topo Solo...) e prendiamo posizione nella fila dei privileggiati.
Intorno a noi solo estrogeni, estrogeni che cercano di comprare biglietti, estrogeni che cercano di carpire nomi della lista accrediti, estrogeni impazienti, estrogeni sconfitti che se ne tornano a casa. Estrogeni che vendono biglietti a 45 euro. Estreogeni
Basta poco e siamo dentro, il parterre è pieno: non c'è più spazio.
"Tribuna dei fighetti? Approfittiamo?"
... Piena anche quella.
Alla fine un posto lo troviamo. In piedi, ma va bene così: "Pensa che palle, un concerto del genere visto da seduti. Non esisite".
Luci spente. Prima canzone
Giorni a perdere.
Noi: "Cavolo, guarda che palco! Nessuno può permettersi un set del genere in Italia. Incredibile!"
Quelle davanti a noi: "Ah belliiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!Samuuuuuuuuuuuuuuuu!!!!!"
Ratto.
Noi: "Guarda come ondeggia la gente? Impressionante. Rock and roll!"
Quelle davanti a noi: "Aho, questa è der disco nuovo, giusto? Samuuuuuuuuuuuuuuuuu!!!!"
Colpo di pistola
Noi: "Grande!"
Quelle davanti a noi: "Guarda Boosta con le mani sul paaaaccoooooooo!"
Albascura
Noi: "Uffa, ma fanno tutte le canzoni che non sopporto?"
Quelle davanti a noi: "France' te piace? Samuuuuuuuuuuuuuuuu!!!"
Abitudine
Noi: "Eccoli, i Subsonica Of The Stone Age!"
Quelle davanti a noi: "Incomprensione e lacrimeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee"
L'errore
Noi: "Pronti allo scontroooooo."
Quelle davanti a noi: "Boooooooooostaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!"
Liberi tutti
Noi: "Mi accorgo solo adesso che il testo di questa canzone, insomma... ' Il grande Clint in fuga d'Alcatràz'... non si può sentire."
Quelle davanti a noi: "Ma che davero er cantante è froscio?"
Sole Silenzioso/Chase the Devil
Noi: "Dai, fanno il pezzo che i Prodigy hanno campionato per fare Out of Space."
Quelle davanti a noi: "E' froscio, è froscio. Quando uscivo con i Negrita me lo dicevano sempre."
Corpo a corpo
Noi: "I pezzi del disco nuovo hanno un gran tiro, dal vivo."
Quelle davanti a noi: "Sì che è froscio. Era fidanzato con Morgan. A Milano lo sapevano tutti."
Salto nel vuoto
Noi: "E' partito il momento reggae."
Quelle davanti a noi: "No, io spero che non sia froscio. Nun po' esse."
Cose che non ho
Noi: "Forse è perché, sorrido fuori tempo..."
Quelle davanti a noi: " E comunque 'sti cazzi. Froscio o non froscio: è bono lo stesso."
Strade
Noi: "La loro canzone più bella, insieme a Preso Blu."
Quelle davanti a noi: "Aho, m'ha chiamato 'Cesco. Proprio su sta canzone. Da pauraaaa!"
Two/Dormi
Noi: "Certo che non vale baciarsi durante una canzone del genere."
Quelle davanti a noi: "Da pauraaa. J'hai detto de raggiungerti qua fuori?"
Le Serpi
Noi: "Belli i visual!"
Quelle davanti a noi: "Non c'ho pensato. Dite che je lo dovevo dire? Samuuuuuuuuuuuuuuuuu!!!"
Gasoline
Noi: "Madonna quanto è brutto 'sto assolo di batteria."
Quelle davanti a noi: "Ma che te frega de 'Cesco. Ce sta Samuel!"
L'odore
Noi: "Questa canzone mi fa pensare alla puzza che si respira da quando è passata la legge Sirchia."
Quelle davanti a noi: "Che c'hai 'na sigaretta?"
...
Noi: "Un po' lunga sta pausa pre-bis. Boosta è andato fuori per farsi scendere un po' i pantaloni, così può fare Il Numero Del Culo."
Quelle davanti a noi: "Aho, Boosta c'ha proprio un ber culo!"
Aurora sogna
Noi: "Iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiih!"
Quelle davanti a noi: "Iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiih!"
Tutti i miei sbagli
Noi: "Mi fai un po' impressione se mi guardi negli occhi cantando 'sta canzone."
Quelle davanti a noi: "Tuuuuuu, affogando per respiraaaaare..."
...
Noi: "Cazzo, ma tutte le ragazze stonate del palazzetto si dovevano mettere proprio vicino a noi?"
Quelle davanti a noi: " Se nun me fanno quella della discoteca, me incazzo!"
Discolabirinto
Noi: "Guarda che fico, il cuore che va a tempo con la cassa."
Quelle davanti a noi: "Da pauraaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!"
Nuvole rapide
Noi: "Più l'ascolto e più penso che questa è la Born Slippy italiana."
Quelle davanti a noi:"Nudo!Nudo!Nudo!"
Preso blu
Noi: "Iiiiiiiiiiiiih!"
Quelle davanti a noi:"Moscio,'sto pezzo!"

Il concerto è finito, ci spostiamo. Dalle casse esce musica reggae, per terra è un cimitero di magliette, assorbenti... c'è addirittura una scarpa.
Usiamo il nostro fogliettino da privilegiati per aiutare tre ragazzini ad entrare nei camerini.
Vicino a noi c'è Venditti. O meglio: ci sono i Venditti. Padre e figlio.
Ci soffermiamo a guardare i capelli e l'abbronzatura dell'Antonello nazionale.
Un colorito che neanche ai confini della realtà. Salutiamo, chiacchieriamo.
Usciamo.
"E il prossimo anno... uno stadio".
Sicuro.
The sky is the limit...

lunedì, maggio 16, 2005

Derby (Eravamo noi, eravamo noi, i campioni dell'Italia eravamo noi)

Lo scorso anno sapete già come è andata.

Ora Progetto Demo ritorna, e qui si fa una smaccata campagna elettorale per due band:

I Carpacho! sono un gruppo pop, veramente pop. Le loro canzoncine ti rimangono in testa quasi quanto i pochi e ultraresistenti capelli del Duca Little P (chitarrista in odore di doppietta), bastano pochissimi ascolti per imparare a memoria i loro papapà, e questo è sicuramente un pregio. Tre membri su quattro adescano abitualmente ragazzine su MySpace, ma questa è un'altra storia.

I Cat Claws sono un gruppo pop, anche se non lo sanno. Vederli partecipare a Progetto Demo dà la stessa sensazione che si prova quando la tua squadra del cuore ha vinto il campionato con diverse giornate di anticipo, per cui hai tutto il tempo per concentrarti e fare il tifo per la squadra per la quale hai sempre simpatizzato e che, finalmente, arriva a giocare una partita importante. Una partita per un posto in Champions League.

Insomma: comunque vada sarà un successo, ma votate.
Fatelo secondo coscienza (come dicono quelli che parlano del referendum), ma fatelo.
Qui s'incrociano le dita (e anche qualcos'altro).

venerdì, maggio 13, 2005

More like the moon



Lui è seduto dietro la scrivania, ti guarda dritto negli occhi.
Sul viso ha l'espressione severa di chi ne ha viste e vissute tante, ma nonostante tutto è ansioso di scoprire cose nuove.
L'età non più freschissima, il grigiore dei pochi capelli rimasti e l'acquisita pinguedine lo fanno assomigliare in tutto e per tutto a quel cantante rock degli anni settanta. Quel cantante che da ragazetto psicotico d'insetto vestito è finito per diventare un mite e saggio rivoluzionario.
Lui è lì e fissa il suo computer. Nell'aria è distinguibile quel sapore acre tipico del terrore e dell'illegalità.
Sta scaricando musica da Internet e dalla faccia che fa non sembra certo essere autorizzato.
Lui guarda ancora dritto davanti a sé, fa scivolare la mano sotto il tavolo e prende due CD...vergini.
Manca pochissimo ed il reato sarà portato a termine.
Ma succede l'imprevisto: la macchina si ribella ed i CD si trasformano in potentissimi ed ultra resistenti strumenti di morte.
Lui è terrorizzato, la faccia prende i contorni dell'inquetudine e dell'incredulità.
Sta per morire quando...SBANG:
"La pirateria telematica è un reato".
E via così con disclaimer e loghi covernativi.

Io sono a casa mia, davanti al mio computer. Sul viso ho l'espressione tipica del cercatore d'oro disperso in una miniera del Klondike.
Ho una mano sul mouse ed una sulla tastiera.
Spingo un tasto ed ecco che dal client p2p preferito, appare una miriade di musica nuova e pronta per essere ascoltata.
Senza accorgermene m'imbatto in una cartella dal nome indubbio: Jeff Tweedy - live solo acoustic martyr's 05-16-2003 Chicago.

La apro e di colpo mi trovo il computer e le orecchie intasate di una musica bellissima.
Le canzoni dei Wilco eseguite da Tweedy da solo.
Ripeto: da S O L O.
Canzoni che diventano nuove ed uniche. Canzoni spogliate di tutti gli orpelli produttivi e non. Canzoni che mai avrei potuto comprare andando in un negozio di dischi.
Canzoni che sembrano arrivare da un altro pianeta e con un battito di ciglia ti spediscono sulla luna.
Alla faccia di tutti i decreti del pianeta terra.

Ascolta:
Hevy Metal Drummer
Company In My Back
More Like The Moon

giovedì, maggio 12, 2005

Cresciuti con una morale cattolica e con il rock and roll

"CREPA TU E TUTTE LE DONNE TROIA
APPUNTO CONE DICEVI NEL MESSAGGIO INIZIALE LA COMPRENSIONE DELLE PROBLEMATICHE DELLE DONNE NON DEVE CERTAMENTE CONCEDERE A QUESTE DI ESSERE DELLE INCUBTRICI CAPRICCIOSE, SOPRATTUTTO NON SULLA PELLE DI UNA CREATURA INNOCENTE ANCHE SE ESSA E' UN EMBRIONE. VOI CON LA VOSTRA PRESUNZIONE DI MERDA NON POTERE CERTO STABILIRE SE E' VITA E ADDIRITTURA FREGARVENE E ANDARE OLTRE OGNI COSA E PASSARE SU TUTTO E TUTTI!
CAZZI VOSTRI SE NON POTETE AVERE FIGLI! SOPRATTUTTO PER QUELLE MADRI DI MERDA CHE POI DEI FIGLI SE NE SBATTONO O LI MALTRATTANO O ADDIRITTURA LI UCCIDONO APPENA NATI INVECE DI ABORTIRE.
VAFFANCULO TANTO VINCERA' IL NO. FOTTETEVI."


Ecco, se solo avessi qualche dubbio (ma non ce l'ho), il 12(e 13) giugno voterei quattro sì al referendum anche per cucire la bocca a persone del genere.

Pete Watching (quando esclamare"sti cazzi"diventa un'esigenza.Vol.2)

Negli ultimi dieci giorni Pete Doherty ha:

fatto intendere di volere sposare Kate Moss durante il festival di Glastonbury;

trasformato in rissa l'ennesimo concerto dei Babyshambles;

fatto da bersaglio agli insulti di Liam"Simpatia" Gallagher;

dato modo ad Alan McGee di fare l'ennesima sparata.

Secondo i poteri sovrannaturali di questo blog, nelle prossime settimane Pete Doherty:

comunicherà alla stampa di essere il primo artista inglese a voler partecipare alla Vacanza-Reality di Bravo Club;

Suonerà gratis nella piazza di Stintino, facendo scoppiare una rissa tra cocomerari;

Comprerà droga da Marco Predolin.

mercoledì, maggio 11, 2005

I migliori dieci anni della nostra musica

Sottotitolo per i poveri di spirito: questo è un gioco. Un gioco e basta.

Prendendo spunto da un post di emmebi sul nuovo album dei Subsonica, è nata l'idea di stilare una classifica dei migliori dischi italiani dal 1995 al 2005.
Una classifica senza particolari velleità critiche o quant'altro.
Solo un modo per ricordarsi degli ultimi dieci anni attraverso canzoni ed album che si è particolarmente amato.
Uniche regole da seguire:
solo dischi cantati in italiano (altrimenti la mia classifica sarebbe stata quasi totalmente differente), con il limite di un solo album per artista o gruppo.
Bando alle ciancie, questa è la mia:

Scisma – Armstrong
Fabrizio De Andrè – Anime Salve
Afterhours – Hai paura del buio?
La Crus – La Crus
Marlene Kuntz – Ho Ucciso Paranoia
Casino Royale – Sempre più vicini
Massimo Volume – Da qui
Eelst – Eat the Phikis
Carmen Consoli – Mediamente Isterica
CSI – Linea Gotica


(L'ordine è ovviamente casuale, anche se... le prime tre posizioni...)
Non ci sono, ma potevano benissimo starci: Ivano Fossati - Macramè, Marco Parente- Testa di Cuore, Cristina Donà - Nido, Subsonica - Microchip Emozionale, Frankie Hi Nrg - La Morte dei Miracoli, Daniele Sivestri - Il Dado, Battiato - L'imboscata.

It's all a matter for soul and fire

Una chitarra. Due.
E un moog.
Due chitarre e un moog.
Il resto è solo vuoto. Un vuoto enorme che riempie il palco ed arriva in faccia al pubblico con la stessa forza di un cazzotto di Mike Tyson.
Un vuoto che Lou Barlow si porta dentro.
Lo puoi vedere che è lì, insieme a lui, anche quando sale sul palco ed attacca la prima canzone.
La seconda (Holding Back the Year) è una di quelle cose per cui vale la pena perdere tempo dietro alla musica. Una canzone che ti lascia con la bocca spalancata, anche quando ormai la conosci a menadito e tutto quello che riesce a trasmetterti non è più una novità.

Il suo ultimo disco si chiama"Emoh" Se lo metti davanti allo specchio lo leggi homE.
Non è un disco epocale, sicuramente non uno dei suoi migliori.
E' un disco, però, che sa di casa. Un disco che se ci stai attento puoi riuscire a sentire anche il rumore delle dita sulle corde . Se chiudi gli occhi puoi avere l'impressione di averlo ad un metro da te.
Seduto su uno sgabello che suona queste canzoni... a dieci centimetri dal tuo divano.
Lou Barlow, mica il disco.

Invece è sul palco e combatte con il vuoto. All'inizio è teso, non spiccica una parola.Le canzoni sono belle. A tratti meravigliose.
Ma lui è freddo, sembra quasi da un'altra parte. La gente incomincia a lasciarsi andare. L'attenzione si trasforma in chiacchiere sul più e sul meno. Gli sguardi adoranti diventano bicchieri di Gin- Tonic.
La curiosità lascia spazio alla noia.
Lou se ne accorge ed ha uno scatto d'ira. Ironizza sul chiacchiericcio del pubblico ed esterna delusione e scazzo.
Preso così sembra solo eccessivamente permaloso. Invece riesce a creare il clima. Incredibilmente.

La sua chitarra diventa un juke-box, la sua voce rimane splendida. Sembra indispettito ed allo stesso tempo più a suo agio. La gente urla i titoli delle canzoni. Lui le esegue.

Le fa tutte, non ignora nessuna delle richieste ed anche quando l'esecuzione del pezzo si fa ardua, lui ci prova lo stesso.
E poco importa se la canzone non viene come dovrebbe.
Le emozioni, gli sguardi e la gente che dondola la testa cercando di ricordarsi le parole valgono molto di più di un'ottima, ma formale, esecuzione.
Ogni tanto tira fuori il disco nuovo con la stesso sapore imbarazzato che fa la scritta "messaggio promozionale" sul lato sinistro del teleschermo.
Ogni tanto tira fuori una maglietta.
Quindici euro e solo taglie da amici del biafra.
Per la serie: "Vendo magliette che non posso permettermi d'indossare".

Il concerto dura tantissimo, forse troppo. Ma è giusto così.
Limando il tempo avresti dovuto fare a meno di Soul and Fire (la canzone!), Too Pure, On fire, Pearl. Niente a cui saresti stato disposto a rinunciare.
Alla faccia di quelli che pensano che la sintesi sia un dono.

Lou Barlow per una sera ha aperto le porte di casa sua, ha preso tutto il suo mondo e l'ha portato a fare un giro sul palco. Ha preso le sue canzoni e le ha trasformate in soprammobili.
Soprammobili di una casa che vive di emozioni, piuttosto che di elettrodomestici.
Una casa che, una volta entrato dentro, fai fatica ad uscirci. E l'unica cosa da fare è aspettare con ansia il momento in cui potrai riaccomodartici di nuovo.

http://www.loobiecore.com/

lunedì, maggio 09, 2005

"Venduti, venduti!"

Non so voi, ma per me il forum dei Subsonica è una delle dieci meraviglie della terra.

Non trovavo niente di così divertente dall'epoca delle prime serie di Mai Dire Gol:

"però a me da fastidio che inquadrino sempre samuel.......insomma, va be che è il leader e personaggio più carismatico (con boosta) però........sono un gruppo.....non un cantante singolo..........


verissimo...anke io li adoro tutti
e cmq loro ci tengono a dire ke nn c'è un leader, sn tt sullo stesso livello!ed anke per questo sn mitici!
infatti sn tra i poki gruppi italiano ke nn hanno il nome di ki canta(metti irene grandi,vasco,cesare cremonini-->sn nomi a caso,soprattutto l'ultimo!)"


Un solo grido: boiGottaggio!!!


(nella foto: i Subsonica prima del loro concerto a Las Vegas)


Update, questa è anche meglio:
"riguardando l'esibizione live a supersonic dei subs ho notato una mossa di samuel very very very sexy! quando canta aurora sogna ed esattamente quando dice :labbra cromate ricordi seriali emozioni e un nuovo impianto sessuale... la mano di samuel parte dalle labbra,poi scende sul collo,sul petto,si curva indietro e la mano scende sulla pancia...e poi si prende gli attributi in mano... mmmm...ODDIO KE GODURIA!!! samu...cosi ci fai diventare matte! voi avete notato?"
Dal thread "Samuel e le sue mosse sexy...troppo sexy!"

In Circolo

Passare il pomeriggio in casa a guardare il dvd di "Human Nature" di Michel Gondry.

Aspettare la sera per uscire ed andare a vedere un concerto dei Perturbazione.

Sentirli suonare Animalia dal vivo.

Tornare indietro e mettersi a dormire con la sensazione di non aver sprecato una giornata.

Svegliarsi di soprassalto dopo aver sognato di assistere ad un concerto degli Weezer nella Sala Nervi del Vaticano, con Ratzinger che durante Beverly Hills abbandona il suo trono papale per dimenarsi con un po' di sano air guitar.

Riaddormentarsi con un sorriso sulle labbra e la sicurezza che certe cose non hanno prezzo.
E 'sti cazzi se non potrai mai permetterti di avere una American Express.

domenica, maggio 08, 2005

Contrappasso

giovedì, maggio 05, 2005

Down on the farm (le piccole favolette di [indiessolvenza], prima puntata)



Un giorno, il Simpatico Produttore di Programmi TV per Gggiovani si svegliò di soprassalto.
"Che c'è, cosa succede?"
Gridò la moglie impaurita.
"Niente, tesoro. E' che ho avuto un'idea. Un'idea bellissima che cambierà sia la mia che la tua vita. Un'idea geniale, geniale..."

Preso dall'entusiamo, si vestì in fretta e scappo' di corsa in ufficio.

"Ma ti rendi conto, io che ho svezzato milioni di teen-ager con le mie creazioni non avevo mai pensato ad una cosa del genere. Io che ho inventato Dylan e Brenda, Marissa e Summer, io che ho disegnato il pupazzo Uan ed ho programmato Kris and Kris...come ho potuto - pensava tra se e se mentre entrava in macchina- come ho potuto dormire fino ad ora. Come?!"

Arrivato in ufficio, si dimenticò di prendere l'ascensore e salì le scale a quattro a quattro.
In pochissimi minuti, affannato e felice, si ritrovò davanti alla sua giovane segretaria:
"Maria, chiama subito gli autori. Ho una comunicazione importante da fare."

Fu così che il Simpatico Produttore di Programmi TV per Gggiovani si ritrovò davanti tutta la sua squadra di collaboratori:

"Ragazzi, vi devo dire una cosa. Ho avuto l'illuminazione. Allora, seguite bene, si prendono dieci gruppi, uno per una diversa nazione europea. Devono essere dieci band emergenti, che ancora non hanno fatto un disco, ma che allo stesso tempo devono avere acquisito già un po' di fama. Si prendono queste band e le si rinchiude per dieci giorni a Londra in uno studio di registrazione. A prendersi cura di loro mandiamo alcuni nomi importanti del music bizz (produttori famosi, discografici conosciuti ecc ecc), che per tutta la durata del clinic assegneranno compiti e seguiranno direttamente i musicisti. I musicisti bravi verranno premiati andando avanti nel programma, gli altri verranno eliminati passo dopo passo. Ovviamente tutte queste band saranno seguite ventiquattrore su ventiquattro dalle telecamere di un noto network di musica gggiovane. Ai vincitori, oltre la possibilità di venire notati da qualche grossa major, offriamo l'opportunità di suonare davanti ad una platea sterminata ed insieme ad un'artista di spessore. Un'artista che sia popolare, ma anche di tendenza, uno che venda tanto ma che sia stimato dalla critica. Per esempio: Anastacia. Che dite?"

I giovani collaboratori, presi da sgomento, cercarano di far desistere il proprio capo dall'attuare questa folle idea, ma quest'ultimo non volle sentire ragioni. Fu così che la Piccola Autrice impugnò la cornetta del telefono e prese a contattare il primo dei gruppi prescelti...
continua

mercoledì, maggio 04, 2005

E allora...bulliamocene

Ho dovuto lasciare un messaggio alla segreteria di Stephen Malkmus.
Non mi ha ancora richiamato.

Ora lo lascio e restituisco anche l'anello.
Ecco.

martedì, maggio 03, 2005

Notizie imprescindibili

Gli amici di mondo oltro, ovvero l'uomo e la donna noti anche con il nome de "gli amici di mondo oltro", si sono fatti sfuggire una piccola perla che meriterebbe di essere in quattro e quattr'otto aggiunta alla loro bellissima sezione di news.

Signori e signore: Jennifer Lopez (sì, quella lì che è "from the block", che prima stava con uno e poi con un altro e poi con un altro ancora, quella che in un film di Oliver Stone sembrava una dea in terra e che poi invece era un calesse) ha dichiarato di voler diventare il nuovo presidente degli Stati Uniti. Altro che Condoleeza Rice e Hillary Clinton.
J.Lo. (come la chiamano gli intimi) è il vero candidato forte.
L'unico che se vince non sarà preso di mira per il proprio volto poco intelligente.
Tanto...

lunedì, maggio 02, 2005

Forget the problems and dance (mixadelica)

Spendere ulteriori parole su un disco epocale come "Screamadelica" è ormai uno sport difficile come giocare al tiro al piccione.
Non c'è niente che non sia stato detto,scritto, letto e pensato su questo disco e il signor Bobby.
Uno che si chiama come un cane, ma ne sa.
Che poi secondo me anche i cani ne sanno, magari si drogano di meno. Ma ne sanno.

Ora, secondo le recenti mode (l'ultimo disco dei Chemical Brothers e quello dei Prodigy hanno ricevuto lo stesso trattamento, per non parlare dei classici come "Parklife" e "London Calling"), il disco viene remixato interamente e messo on line a disposizione di chiunque voglia scaricarlo.

I discorsi sul rock che diventa dance per poi tornare ad essere altro, li lasciamo a gente più titolata.

Intanto: balliamo! (occhio: è un file torrent)

domenica, maggio 01, 2005

Le ultime parole di Brandimante, dall’Orlando furioso, ospite Peter Hook e fine (da ascoltarsi con tv accesa e senza volume)

Io i New Order non li ho mai capiti.
O meglio: capisco “il culto”, Blue Monday, la dance, i Joy Division, la Factory, gli Electronic e tutte quelle robe lì.
Le capisco e le rispetto. Giuro. Ma non riesco a viverle, non riesco a non guardare Bernard Sumner e compagni nello stesso modo in cui si guarda un libro che hai preso in mano e tentato di leggere una mezza migliaia di volte, senza mai riuscire ad arrivare alla fine.

E’ colpa della prima volta.
La prima volta è importante, c’è poco da fare i fighi e sostenere che non è importante, ché tanto la seconda va sempre meglio e che quando di volte ce ne sono tre,cinque, cento, mille, della prima puoi anche sbattertene allegramente.
Ma il fatto è che non lo sai. Non lo sai se avrai oltre occasioni, se la vita ti riporterà un attimo ancora (o solo un minuto e un soffio di fiato) davanti a quello che credevi un treno perso ed invece era tutt’altro.

La mia prima volta con i New Order è stata in macchina con mio padre.
Lo so, una frase del genere nasconde in realtà una perversione. Ne prendo atto.
Ero in macchina con mio padre ed alla radio (quella nazionale, ma numero due) passavano Round and Round.
Ecco, io non avevo mai sentito niente di simile. E volevo sentirlo.
Passano pochi giorni e mio padre (sempre lui) mi regala “Technique” e “Pirata”. Il live dei Litfiba.
OK, qua devo aprire l’armadio e incominciare a tirare fuori scheletri:
il me del 1989 prende la cassetta di “Technique”, ascolta Round and Round, manda indietro, l’ascolta un’altra volta, rimanda indietro e poi la riascolta ancora.
Il me del 1989 ci prova a farselo piacere, ma non ci riesce.

Dopo quella volta finisce per prendere in mano la cassetta solo per riascoltare la solita canzone, il resto lo prende e l’archivia in un file vecchio come il cucco.
Il file “Musica che non mi piace”.
E qui, il me del 1989 chiede scusa a tutti, fa una riverenza e va via con la coda tra le gambe.
E il poster di Pelù appeso alle pareti.

Qui bisognerebbe aprire una parentesi, una parentesi grossa come il culo di Platinette o la torta nunziale di Carlo e Camilla.
Una parentesi grossa come l’adolescenza e che nasconde un forte senso di disagio.
Il disagio che a dodici, tredici, quattordici anni ti porta a nutrire sincera ammirazione per un tamarro fiorentino, peloso e vestito come un pirla. Tra l’altro.

Dopo “Technique” (e dopo aver scoperto Blue Monday, gli Electronic, la dance e tutte quelle robe lì), i nuovi album dei New Order sono sempre stati accolti da sottoscritto con una sorta di simpatico scetticismo. Tacendo volutamente su "Republic"(inascoltabile, diciamolo una buona volta), ammetto di aver apprezzato in "Get Ready" solo i momenti più smaccatamente pop rock. Deve essere stato così anche per loro. Per i New Order, intendo.
Altrimenti non ci sarebbe stato un album come "Waiting For The Sirens’Call", non ci sarebbe stato un singolo come Krafty (signori e signori: il romanticismo. E gli Smashing Pumpkins più pop, ma questo non c’interessa) ed una canzone come Turn.
Una canzone che mi fa alzare al massimo il volume e ballare come un deficiente.
Una canzone pop. Pop e basta.
Come la primavera.

E forse qualcosa adesso la capisco anche io.


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