Primavera Sound 2005 Report (LT 07 Preview)
Stephen Malkmus - Home Alone (LT 06)
Adam Green - American Idol (LT 05)
Low... forever changes (LT 05)
Revisionismi: J Mascis - Martin And Me (LT 05)
Sono un ribelle, mamma (Write Up n.2)
Tra le pareti (www.julieshaircut.com)
Broken Social Scene: all in the family (LT04)
Revisionismi:Weezer-Pinkerton (LT04)
Le parole che non ti ho detto (MarieClaire feb 05)
Revisionismi: Scisma-Armstrong (LT03)
Meg: essenza multiforme (LT03)
Greg Dulli e Manuel Agnelli: Matrimonio all'italiana (LT03)
American Music Club e R.E.M.- Once were warriors (LT03)
La lunga estate dei folletti (LT02)
Not tomorrow!No manana!Today! (LT02)
Blonde Redhead sulle ali della farfalla (LT01)
Oltre la traversa (Il Mucchio Selvaggio 2002/2003)


Weeds



sabato, dicembre 31, 2005

Credevo di essere uscito dal tunnel, ma invece stavo solo brancolando nel buio (Ritmo, ritmo... heilà).

La classificona dei dischi del 2005.
Proprio quella cosa che avevo deciso di non fare ma che alla fine ho fatto lo stesso.
E che ho postato qui.
In un luogo che di dischi è villetta e superattico. Tutti insieme.

Per il resto:
Lo so, anche gli Stars sono usciti nel 2004, ma era dicembre 2004, e alla fine li ho ascoltati per la prima volta proprio quest'anno e siccome la classifica è mia e la gestisco io...

Quando uno si lancia in imprese del genere finisce sempre per dimenticarsi a spasso dei pezzi.
Questi sono i miei: The Amazing Pilots - Hello My Captor; Tunng - Mother's Daugther and Other Songs.

Per il resto tutto OK. Il 2005, se qualche folle mi segue, finirà con la folle impresa di un "trenino" aizzato durante un concerto degli Offlaga Disco Pax, cosa succederà dopo non lo so.
Ed in un certo senso mi sta bene così.

In alto i calici.

martedì, dicembre 27, 2005

Nuove frontiere dell'antipirateria musicale



Il nuovo disco di Neko Case (detta anche: la signorina sdraiata sul divano qui sopra, probabilmente provata da un'impepata di cozze, e cantante dei New Pornographers) esce il dieci marzo duemilasei.

Troppo presto per parlarne ora, lo so, e per questo evito.

Il nuovo disco di Neko Case, comunque, si chiama "Fox Confessor Brings The Flood" e verrà pubblicato dalla Anti, etichetta che annoverà nel suo prestigioso carnet artisti del calibro di Tricky, Tom Waits, Jolie Holland (se non ne avete mai sentito parlare cercatela. Ne vale la pena) e tutto il cucuzzaro.

Causa questo mondo che corre tanto e va veloce, sono già in giro i primi promo dell'album.
Per evitare la solita diffusione internet con eoni di anticipo, i tipi della Anti hanno messo appunto un nuovo sistema di pirateria.
Non più copy controll, non più cd benchmark, ma dei normali cd audio in cui le canzoni vengono scomposte in una serie infinita di tracce.
Per capire meglio: se mettete il vostro lettore in play sulla canzone numero uno (Margaret vs Pauline), vi accorgerete come già a metà del primo ritornello il vostro display segni traccia cinque.
Trentacinque minuti di disco, divisi in novantanove canzoni. Che poi sarebbero solo dodici, poco importa.
Se per puro sfizio personale provaste ad ascoltare l'album da, che ne so, il vostro lettore dvd raggiungerete un effetto vagamente psichedelico e vi sentirete come quei maniaci dei puzzle che passavano intere giornate in casa cercando di trovare il pezzo mancante.
Io l'ho fatto ed ora sono una persona migliore.

In tutt'altra direzione vanno i Built To Spill.
Da anni impegnati seriamente nel confondere le acque ("Sì sono sciolti!", "No, non si sono sciolti. Sono solo scesi a comprare le sigarette."), in realtà non hanno praticamente mai smesso di suonare dal vivo.
Da soli e in compagnia dei loro fratellini ricchi Modest Mouse.

Della possibilità di un loro nuovo album nessuno è al corrente, c'è incertezza persino su quale sarà adesso la casa discografica, nessuno ha idea di cosa bolle nella pentola di casa Doug Marsh e scherani.
O almeno era così fino a qualche giorno fa.
Improvvisamente sono comparse delle canzoni targate Built To Spill 2006, non ci sono nè titoli e nè indicazioni.
Solo i brani (otto/nove) nudi, crudi ed in your face.
La sensazione è che siano stati loro stessi a diffonderli. Una sorta di alzata di mano collettiva.
Un grosso: "Hey! Siamo qui, venite a prenderci."
L'antipasto di un ritorno che se avverrà, quando avverrà, sarà grandioso.

Un antipasto che, secondo me, non potete fare a meno di ordinare.
Qui.

lunedì, dicembre 26, 2005

Il giorno dopo

Dice che le canzoni di Natale sono come gli scheletri nell'armadio.
Che ogni tanto fa anche piacere tirarli fuori e guardarli, ma il loro destino è segnato.
Una breve giravolta e torneranno ad essere tappati per l'eternità.
Come il pesce scongelato per un'occasione speciale, durano poco, una settimana al massimo, e poi via - in soffitta- fino al prossimo Natale.

Il 26 dicembre sono già fuori tempo massimo. Ed a me le cose fuori tempo massimo piacciono molto.
Questa mattina ho anche guardato una replica dei Chips.

Per cui: questo è il mio regalo di Natale.
Una compila di canzoni di Natale, che parlano del Natale, che ricordano il Natale ed hanno senso solo a Natale.
Tenetevela buona per l'anno prossimo.
Se volete.

Contiene robe sparse di: Elvis, Flaming Lips, American Analog Set, Eels, Snow Patrol, Rilo Keley, The Sonics, Sufjan, Weezer, Mew... e tanti altre.
La trovate seguendo il link di poco sopra che per completezza rimetto anche sotto.
Eccolo: http://thesadpandas.blogspot.com/2005/12/e-natale-natale-si-pu-fare-di-pi.html

venerdì, dicembre 23, 2005

Le cose che si scoprono avendo una connessione internet: sto con una figa!


Era il capodanno di quasi due capodanni fa.
Mi successe una cosa strana, che poi non era proprio una cosa strana, ma visto tutto quello che è capitato dopo mi piace pensare che sia così.
Una cosa strana, dicevo: ho conosciuto una ragazza ad una festa.
Una ragazza alta, con delle gambe bellissime e lunghe ed un viso strano ma accattivante.
L'ho conosciuta quella sera, anche se ci eravamo scritti qualche volta ed avevamo vecchi amici in comune e due blog aperti più o meno in contemporanea.
Mal vestito e poco visitato il mio.
Ben vestito e molto visitato il suo.
Pure troppo, per i miei gusti.

Comunque, passammo quella serata bevendo, chiacchierando, ballando e bevendo di nuovo. Tanto.
Uscimmo da quel locale uno vicino all'altro, ma con gli occhi a cuoricino per due altri avventori della stessa festa.
O meglio: i miei erano a cuoricino, i suoi non so. Ché di occhi da guardare avevo scelto altri e mi ricordavo meglio quelli.
Passa qualche settimana e poi un mese quasi due. Io e la ragazza con le gambe come un'autostrada ci troviamo nello stesso locale a guardare la stessa band con lo stesso abbigliamento da lottatori di Wrestling.
Sono passati circa due anni e gli incontri saltuari son diventati abituali.
Tipo che avvengono tra la cucina e il bagno. Dentro e fuori la camera da letto.
Hanno a che fare con bollette da pagare, scelte da fare e momenti belli e brutti che preferisco tenere per me, perché in fondo in fondo sono un timido e questo post lo sto scrivendo con le mani coperte dalle maniche della felpa.

La ragazza con il viso strano ma accattivante nel frattempo ha cambiato lavoro.
Si è trovata davanti una telecamera, una sera che era stata licenziata ed aveva il trucco sfatto, e non ha più smesso di finirci davanti.
Dovevano essere un paio di volte a settimana, ma prima di fare la prova generale sono diventati cinque giorni su sette.
Per quattro ore e mezza al giorno.
In diretta.

Questa sera mi arriva una mail di un amico: quelli del Club dei Pipparoli, tipo il club di Topolino con la differenza che ci si accede in base ai calli sulle mani, hanno aperto un thread sulla ragazza molto alta che vive con me.
Si scambiano frammenti video della trasmissione e commentano.
"Non ha un bellissimo viso ma ha delle cosce da svenimento".
E giù smile sbavanti, motti di adorazione ed esclamazioni da caserma di periferia.

Il mio amico dice che gli fa strano leggere cose del genere su una persona che conosce.
Io dico che mi fa una cosa che non riesco a capire. Un po' c'entra con il ridere, un po' con il fatto che sono italiano/baffonero/pizza/mandolino/mamma e quindi parecchio geloso.
Parecchio c'entra con il fatto che tutto ciò riguarda la persona che vedo lamentarsi per la cellulite davanti allo specchio e che fino a ieri era di moda additare come "cesso".
Altrimenti il club dei blogger yeah yeah ti cacciava via e prendeva al tuo posto aristidepomponazzi.blogminchia.com.

Insomma: vivo con un sex symbol. Sono come Pete Doherty ma senza la pipetta per il crack, ed un video in rotazione su Mtv.

Leggendo attentamente quel thread scopro un termine nuovo: upskirt.
Conoscevo già fisting, bondage, rimming... ma upskirt no.
Praticamente pare si tratti del collezionare fotogrammi in cui si vedono le mutande della persona oggetto delle riprese.
Registrano video, li montano, li editano, zummano, stringono, dotto, mammolo e cucciolo.
Ed io brontolo.

Il cassetto delle mutande upskirtate (occhio al neologismo, il mese prossimo potreste trovarlo sotto una recensione di Rolling Stone) è, guarda caso, proprio sopra quello delle mie.
Ce ne sono di diverse forme e colori.
Parecchie di Pompea, di tipo normalissimo, parecchie carine e spiritose (tipo con le stelline e la scritta Dreams), ma insomma, non proprio il massimo del "pauvcino spinto" (dicesi "pauvcina spinta" una cosa sexy e pure un po' di più).
Certo, ci sono anche quelle da giro sotto la curva, lancio della maglietta ed hola della folla, ma vi giuro non sono tantissime. Anche se valgono la pena.
Anche se se le mette col contagocce perché: "Sono scomode, mica posso metterle per stare tutto un giorno in giro e poi, se proprio ti piacciono i tanga potresti mettertene uno anche tu".
Tutte motivazioni valide e che non mi sento in grado di controbattere.
E poi il tanga non mi sta un granché bene.
Non come la guépiere, almeno.

Non mi sembra poi una cosa così brutta, condividere i segreti del "cassetto dell'intimo" della mia fidanzata, a patto che anche tutti gli upskirtatori (Rolling... segna!) si becchino: quelle giornate un po' così in cui le cose che fanno "una donna più donna" rendono tutto più difficile;
quei giorni in cui è tutto un ringhiare su
  • i piatti che non ho lavato.
  • i panni che non ho steso dalla lavatrice
  • le volte che dovevo dire "prisencolinesenainciuso" ed invece ho detto "azzurro"
  • quelle in cui dovevo dire "azzurro" ed invece ho detto "zuzzurro"
Le volte in cui il malumore ha la meglio su tutto il resto ed il massimo del sexy è rappresentato da una vestaglia di spugna con i coniglietti e, quando va bene, un paio di pantaloni della tuta

Ecco, cari miei, beccatevi tutto questo e poi, forse, una mutanda ve la regalo pure.
Pensandoci bene, potrebbe anche diventare un business.

mercoledì, dicembre 21, 2005

Le grandi iniziative sociali di [indiessolvenza]: Gruppo aiuto persone oggetto di regali trash da parte di parenti e amici il giorno di Natale

Praticamente: Tutti.

"Ma sei sicura che questa sia la soluzione giusta?"
"Sì fidati. Certe cose funzionano sempre. Non hai letto Fight Club?"
"E' proprio perchè ho letto Fight Club che non mi fido."
"...mmm... Dai, smettila di mormorare e ascolta."
"E' che mi vergogno, sono timido. Come faccio a parlare davanti a tutta questa gente? E' terribile."
"Fai come fanno tutti gli altri. Guarda quella ragazza... per esempio."

"Di solito i regali peggiori sono quelli che vengono fatti comprare a terzi. Quelli che non hanno tempo per farti un regalo e finisce che chiedono aiuto alla madre. Così succede che ti ritrovi una cornice fatta col decoupage. Io, negli anni ho ricevuto: Calzini, trousse di profumi, portafogli di plastica, borse da bagno... ma l'esperienza peggiore è successa anni fa a casa di parenti alla lontana. Non si aspettavano la mia presenza e per non fare una figura di merda hanno impacchettato la prima cosa capitata per le mani... se ci penso ho ancora i brividi..."
"Ti va di dirci cosa? Lo so che è dura, ma il tuo problema può servire da esempio per gli altri. Dai"
"OK... mi hanno regalato un campioncino di profumo, tipo quelli che ti regalano nelle profumerie e me l'hanno impacchettato come fosse un regalo vero e pensato e..."
"Brava Martina. Ora alzatevi tutti in piedi e portatele conforto intonando la canzone che serve a farci sentire tutti meglio:"

La signora al centro si alza in piedi ed intona:
"Oh alele."
"Oh alele", rispondo gli altri in coro.
"Alele cicatonga"
E così via per altri dieci minuti.

"Ora, chi è che vuole parlare?"
"Dai, vai tu?"
"Io?! Ma che sei matta!!!"
"Quel ragazzo lì con gli occhiali vuole parlare?"

"Occazzo, ehm... sì... OK - maledetta- vado io. Mi devo alzare in piedi per forza?
Va bene, incomincio. Ciao a tutti, mi chiamo Emiliano, ho ventisei anni ed anche io sono uno di voi. La mia storia è simile a quella che ho appena sentito. Ma senza campioncini di profumo - Martina riscoppia a piangere - anche se non so se mi è andata meglio.
Quando ero bambino era tutto perfetto. Aspettavo Babbo Natale con ansia e lui non mi tradiva mai. Scartavo i ragali con un sorriso ebete stampato sul viso. Montagne di giocattoli tutte per me. Il paradiso in terra. Poi succede che un giorno mi prendono e mi dicono che no, Babbo Natale non esiste ed i regali me li compravano i miei genitori ed i parenti vari.
Io dico che in effetti 'sto Babbo Natale è sempre stato un po' cretino e che nonostante sapesse il mio indirizzo portava comunque regali per me a casa di altri.
Comunque, non senza traumi, accetto la realtà e subito vengo colpito a tradimento da un'altra notizia: sto diventando grande e giocattoli non me ne regalano più. Tutti hanno l'ansia di donarmi cose utili, o culturali ed allora la mia vita diventa un inferno. Tutto un'insieme di Bibbie Illustrate, libri di Forattini, Bruno Vespa, sì anche Vespa, pacchi di calzini, cinte, giacche da marinaretto, profumi, saponette, portachiavi, dischi di Brian May e... una penna."

"E' chiaro che questa penna rappresenta per te un trauma non ancora superato. Vuoi raccontarci meglio di che penna si tratta?"
"OK, una parente alla lontana si avvicina e mi pone un bizzarro pacchettino. Apro e dentro ci trovo la penna a biro di The Mask, sì il film con Jim Carrey, che quando si schiaccia il tasto per far uscire il pennino ha gli occhi che strabuzzano dall'enorme faccia di plastica verde posta in rilievo sul davanti e..."

"Emiliano, lascia stare, basta così."

Tutti in coro, senza dire una parola:
Oh alele,
alele cicatonga....

sabato, dicembre 17, 2005

Passaggi

Da una giacca...



... all'altra.



Non si vede bene, ma c'è scritto: indieshit!




(Ecco... adesso una serata come guest dj di Losing My Badge me la sono guadagnata sul campo. Altro che twee pop. Tutti a ballare il singolo della Lecciso).

(Ovviamente sto scherzando).

lunedì, dicembre 12, 2005

Tipo che purtroppo ho già usato questo titolo per un altro post (vi saluto con l'altra mano)


Paolo Di Canio è recidivo.
Io avrei detto coglione, ma pare che recidivo sia più giusto come termine.
Comunque, per chi non lo sapesse, ieri Paolo Di Canio si è riprodotto nel suo gesto atletico più riuscito. Il saluto romano.
Per mascherarlo, però, ha deciso di muovere la manina. Che magari la gente è stupida e poi si può sempre dire che ha frainteso.

Purtroppo, messo davanti la possibilità di una sanzione, lo scemo ha appena dichiarato di volerlo rifare ogni domenica e "'sti cazzi delle multe".

Ecco, io non entro nel merito della questione (più che altro perché di altre parole, oltre coglione, non me ne vengono e coglione l'ho già detto), ma mi limito ad osservare come il mitico Paolone abbia sfiorato con mano la possibilità di esibire la "più grande scusa della storia", e invece di assecondarla ha preferito accantonarla per far posto ad un poco chiaro orgoglio.

Peccato. Avrebbe potuto dire: "Ma quale saluto romano, stavo solo citando il modo in cui il Capitano Nunziatella salutava il suo presidente in Balle Spaziali.
Il mio film preferito... solo che non mi ricordavo dove andava messo l'altro braccio."

sabato, dicembre 10, 2005

Chiedi chi... (and so this is christmas)


Il Natale inizia diciassette giorni prima.
Lo dice quella regola che si chiama tradizione e che nel mio palazzo hanno deciso tutti di rispettare.
L'altro ieri mattina era tutto un trafficare di alberi e spuntare di luci.
Un "tanti auguri" sussurrato davanti ad un portone.
Un "già?" tenuto in gola per cortesia.
O buona creanza, che fa tanto Cupiello che fa tanto Natale.
"Te piace 'o presepe?"
Non lo so, stavo fotografando una banda di babbi natali funky che suonava Jingle Bells in medley con Balla di Pino D'Angiò.

Che arrivava Natale, a casa mia si intuiva da diversi fattori.
Da un otto dicembre passato tra palle, puntali e nebbia e locali a cui dai del tu, da quelle assurde decalcomanie attaccate alle finestre, dalla letterina da preparare come un testamento e dai Beatles. E dal presepe.
Ma soprattutto dai Beatles.
Non che venissero loro personalmente a bussare alla porta per farmi gli auguri - probabilmente erano occupati - ma venivano usati da mio padre come segnale di fumo per far capire a tutta la famiglia che, sì, quello era un giorno da festeggiare.
Che poi lo facesse tutte le domeniche è un altro discorso. E che tutte le domeniche non fossero Natale, pure.
Ma Natale era una cosa diversa.
A Natale, quel vinile dalla copertina marrone e di dubbia provenienza (non è citato in nessuna delle discografie ufficiali del gruppo) suonava bene come non aveva mai suonato.
Finiva quasi per piacermi pure Michelle, a Natale.
Ed io Michelle l'ho sempre odiata.

Tra tutte le storie che mi venivano raccontate da bambino, quella dei quattro ragazzi di Liverpool che diventavano i migliori del mondo era la mia preferita.
Mio padre me l'aveva messa giù così: c'erano Paul e John che erano due amici e c'erano Ringo e George che erano amici pure loro, ma meno importanti degli altri due.
Ringo meno di tutti.
Loro suonavano insieme ed avevano deciso di chiamarsi Beatles. Scarafaggi.
Si erano scelti questo nome perché si sentivano emarginati.
Capelloni, musicisti, poveri, neanche troppo belli.
A Liverpool non li faceva suonare nessuno, vivevano confinati nelle cantine e per campare erano dovuti andare a cercare lavoro in Germania.
Poi ad un certo punto tutto è cambiato, la gente che li aveva sempre schifati cominciò ad imitarli.
Tutti portavano le loro stesse giacche, il loro stesso taglio di capelli e gli stessi stivaletti.
Erano diventati i primi in classifica, ed era scoppiata la mania.
Che non era una mania per niente paragonabile a quelle che normalmente chiamiamo manie, era una cosa diversa. Nuova.
Una cosa tipo: i Beatles avevano reso il mondo un posto migliore. Una cosa del genere.

Ma le belle storie non hanno sempre un lieto fine ed i due amici, quelli importanti, incominciarono a litigare tra di loro per tutta una serie di motivi.
Tra cui uno giapponese.
Che poi era una: Yoko.
Ma non era solo lei il problema, il problema era anche stabilire chi avesse fatto cosa, chi dei due fosse il più bravo, il più bello e così via.
E poi c'era la droga. La droga li aveva trasformati. Li aveva resi persone diverse fino a spingerli uno contro l'altro e a fare evaporare i loro sogni di gloria.

Ecco, mio padre ma la raccontava così. Come si racconta un cartone animato.
Io mi limitavo ad ascoltare la musica e le sue parole.
E guardavo le foto.
I Beatles capelli a caschetto e giacchette abbottonate, e quelli con la barba lunga ed i vestiti strani.
Avevo imparato a distinguerli. I primi erano i buoni, i secondi i cattivi.
Quelli che avevano mandato tutto a puttane. Anche se allora "puttane" non avrei potuto dirlo.
Figuriamoci scriverlo.

Poi sono cresciuto ed i Beatles ho cominciato ad asccoltarli davvero e ad apprezzare molto di più la versione cattiva rispetto a quella buona.
L'unica cosa che non è cambiata è il mio pensare a loro come alla cosa più vicina al Natale che conosco.

mercoledì, dicembre 07, 2005

Alvise Zago (la cronaca di un evento annunciato)

Ho preso il treno per Milano alle ore 11 e 55.
Il ritardo era come la mia pancia: in espansione.
Teone mi chiese di giocare contro gli Arctic Monkeys.
Gli risposi che i torinisti avevano ragione e che, infortunio o no, Alvise Zago era stato un grande campione.
Teone non ritenne di fare altre domande.
Ma abbiamo anche altri aneddoti di quel piccolo torneo molto cazzaro:
- il Boss con la maglietta bianca dello Sheffield Wednesday
- il dj Girolami sugli spalti
- le bestemmie in vernacolo di Enver in nome della rivoluzione veneziana
- le converse rosse, distrutte
- il batterista degli Arctic Monkeys più femminile di mia sorella
- gli amici blogger passati dalle Marlboro direttamente alle bottiglie di birra, alla faccia dello spirito sportivo
- Quelli di Tropical Pizza che correvano come Berruti ma tiravano come Jimmy il Fenomeno
- L'arbitro che: se facevamo un fallo ad un Arctic Monkeys il fallo c’era, ma se lo faceva uno di loro a noi, non c’era
- Paso che mostra le terga come un punk londinese
- i Van Halen
- Nikki
- il migliore in campo, un capellone ai più noto come Ronaldinho che Nikki chiamava Mario con nostro sommo sbigottimento
- Il bassista degli Arctic Monkeys che lo chiamavano Bulldozer
-“Màgnameo”, qualcuno sa perché
- La caviglia del tour manager
- Una scritta degli ultras della squadra blogger dopo il goal di Pastore, dalla nostra porta.
Diceva: "Grazie Carlo, ora passa 'sta palla"
- e poi gli altri componenti della nostra meravigliosa formazione:
EnzoP
Max Dietnam
Valido
RD
E la grande pippa, non più giovane con
sede virtuale in indiessolvenza.blogspot.com
- e infine i risultati, dove gli Arctic Monkeys arrivano a cinque punti e noi soltanto ad uno.
Peggio del Treviso.

lunedì, dicembre 05, 2005

Aiutoooooooooooooooo!

Ho appena finito di sognare di essere all'Isola dei Famosi con Antonella Elia, Simona Izzo e Piero Pelù-ah.
Ero in nomination contro quest'ultimo e gigioneggiavamo come neanche Totò e Peppino ai tempi della "femmina bugiarda mi ha lasciato).

Mangiato pesante?
No, ma ho visto i Wolf Parade.
(Che per inciso hanno fatto tutto quello che dovevano fare, surclassando i molto tecnicamente bravi, ma molto semplicemente noiosi, We Are Scientists).

sabato, dicembre 03, 2005

Kick it! (prendere l'hype a pallonate vol. II)




















Le squadre stanno per scendere in campo.
Le figure di merda sono dietro l'angolo.
Nikki trema.
Gli Arctic Monkeys scalpitano.
Rocksound e Rockstar sono in ritiro a coverciano.
E noi?
Noi passiamo il weekend ad ubricarci.

Lunedì 5 dicembre - dalle 21.30 alle 23.30
Al Centro Sportivo "PalaUno"Largo Balestra,
520146 - Milano (zona Gianbellino)
ENTRATA LIBERA

(E ti credo. Volevate anche pagare?)

Il team blogger sarà composto da:
EnzoP
Valido
Enver
Dietnam
RD
Ubersexual
Il Boss
Paso (questa volta assolutamente Oba Oba... Martins) e...
vabbè... anche io.

Siateci!

E ascoltate:
Arctic Monkeys - Dancing Shoes
Arctic Monkeys - Fake Tales Of San Francisco
Arctic Monkeys - Cho Cho

venerdì, dicembre 02, 2005

Se solo sapessi...

... non cristallizzarmi su dettagli assurdi e trash, direi che la cosa più bella del video degli Amari - Campo Minato non è sicuramente il faccione di Paolo Crepet che fa capoccella dalla vetrina di una libreria.
Ma invece...


(la foto è presa da qui).

Update, Repubblica sempre sulla notizia.
Carlo Lucarelli (ebbene sì) nella cronaca di Roma, parlando del concorso Video Killed The Radio Stars:
"Il video che premieremo, quello dei Robespierre, è veramente bello."
Quello dei Robespierre???

giovedì, dicembre 01, 2005

Dimenticanze (un post inutile come gli altri)




Ho la strana sensazione che nessuno si ricorderà questo disco al momento di stilare classifiche di fine anno(nessuno tranne lui, ovvio).


E poi, non c'entra niente ma c'entra: Valido si laurea e riapre il blog.

Si laurea anche l'uomo conosciuto come Little P, detto anche Riportino Kid, detto anche l'autore di questo blog fantasmagorico.
Detto anche Daniele che sono anni che sposta questo momento e che finalmente succede.
Tipo che sicuramente un evento irreparabile è alle porte.


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