Primavera Sound 2005 Report (LT 07 Preview)
Stephen Malkmus - Home Alone (LT 06)
Adam Green - American Idol (LT 05)
Low... forever changes (LT 05)
Revisionismi: J Mascis - Martin And Me (LT 05)
Sono un ribelle, mamma (Write Up n.2)
Tra le pareti (www.julieshaircut.com)
Broken Social Scene: all in the family (LT04)
Revisionismi:Weezer-Pinkerton (LT04)
Le parole che non ti ho detto (MarieClaire feb 05)
Revisionismi: Scisma-Armstrong (LT03)
Meg: essenza multiforme (LT03)
Greg Dulli e Manuel Agnelli: Matrimonio all'italiana (LT03)
American Music Club e R.E.M.- Once were warriors (LT03)
La lunga estate dei folletti (LT02)
Not tomorrow!No manana!Today! (LT02)
Blonde Redhead sulle ali della farfalla (LT01)
Oltre la traversa (Il Mucchio Selvaggio 2002/2003)


Weeds



mercoledì, aprile 30, 2008

Voglio però ricordarti com'eri, pensare che ancora vivi/2



Il riporto.

giovedì, aprile 24, 2008

Per quelli che non hanno tempo di guardare un film...

...ma hanno voglia di conoscere il finale: c'è Spoilerin'.

Da un'idea di Kekko & Giorgio.
(Ma ci scrivono anche lei, lei, loro e, vabbè, pure io).

mercoledì, aprile 16, 2008

Voglio però ricordarti com'eri, pensare che ancora vivi



Era hype tanto tempo fa.

sabato, aprile 12, 2008

I got election

Le prime elezioni che ricordo di aver vissuto (da spettatore non votante) sono quelle del 1989.
Si sceglieva il parlamento europeo, il Pentapartito non era ancora propriamente archiviato, e mio padre votava Pannella.
Allora come oggi, Lorenzo Cherubini era già Jovanotti.
E lo so che questo può sembrare un fattore marginale, ma non lo è.
Per me, ragazzino di giusto dieci anni, Jovanotti era un punto di riferimento. Il mio idolo.
Siamo portati a credere, erroneamente, che l'abitudine del chiedere pareri politici a nani, ballerine, trapezisti e frombolieri nasca con la colonizzazione del palinsesto televisivo, quello di tarda sera, da parte di Vespa Bruno e le sue porte che chiamano altre porte. Non è così.
Nel 1989, aver venduto un po' di dischi (un po' tanti) ed indossare un cappellino a rovescio ti rendeva automaticamente un maitre à penser.
Per questo ho chiaro in testa il momento in cui Red Ronnie allunga il microfono e Lorenzo esprime la sua preferenza.
"Sulla scheda, io scrivo James Brown". James Brown. Con tutte le zeppole al posto loro e la risata da idiota alla fine del discorso.
Pensare che da lì a qualche anno sarebbe diventato un guru del centrosinistra, uno di cui fidarsi, fa quasi sorridere. Ma è andata proprio così.
Jovanotti dice James Brown ed io penso "che figo!"
Punk, quasi.
Nel 1989 c'era ancora il PCI. Sarebbe stata l'ultima volta, ma allora nessuno ancora lo sapeva.
E sì, il Muro era andato giù e tant'altre cose, ma all'epoca, in Italia, "comunista" era ancora una cosa che si poteva dire ad alta voce.

Nel 1994 ancora non votavo, ma la discesa in campo di Berlusconi, la nascita di Forza Italia, il congresso di Fiuggi mi colsero nel pieno di quella tempesta adolescenziale fatta di primi seni toccati e politica vissuta quasi in maniera attiva. Politica ormonale.
Una roba che riguardava tanto lo stomaco e poco il cervello.
Quelle elezioni ancora me le ricordo. Non credo di essere mai stato così coinvolto come in quella consultazione. Berlusconi faceva paura e mi sembrava assurdo che tantissima gente poteva pensare di votarlo. Rimanevo ad occhi aperti davanti alle sfilate di calciatori con coccarda elettorale, gli appelli alla nazione per calza e telecamera, il miracolo italiano. Pareva uno scherzo. Ed era tutto vero.

Alle regionali del 2000, invece, ho votato.
Era l'epoca del dalemone e delle bombe su Belgrado.
Le ultime elezioni del centrosinistra vero. La fine dell'Ulivo.
Tutto quello che c'è dopo stato è riassumibile con il gesto che fa chi non sa nuotare quando cerca di rimanere a galla. Piedi a mulinello e braccia alzate per richiamare l'attenzione.
Sarebbe stato comodo avere a portata di mano dei braccioli. Invece avevamo Rutelli. I patti di desistenza, Cossutta che litiga con Bertinotti.
E poi: la serietà al potere, il governo Prodi nato già morto ed il tentativo disperato di salvare un paese sprofondato nel guano.
Perché, parliamoci chiaro, tra i vari mali del berlusconismo il peggiore è proprio quello strano virus che il buon Silvio ha inoculato nella politica italiana.
Quel meccanismo nato dal suo essere sempre e comunque oltre la gara (l'ha già usata qualcuno la metafora dei cento metri e dell'atleta che parte con quindici di vantaggio su tutti gli altri) che ci ha costretto a non votare più secondo coscienza politica, ma a votare sempre e comunque contro.
Turandoci il naso. Parandoci il culo. Scegliendo il meno peggio.
L'anomalia Berlusconi fa sì che in questo paese non sia più possibile essere garantisti o terzisti senza comunque fare un po' anche il suo gioco.
Si eleggono governi per via del senso di colpa. Solo per il senso di colpa.
In questo sistema il Partito Democratico ci sta benissimo.
Nato vecchio, sbagliato. Senza una vera idea dietro se non quella di fingersi diverso e di essere opposto. Nel 1994 la coalizione di centrosinistra diceva di essere "progressista".
Ora è democratica nello stesso modo in cui era democratico e cristiano il partito per cui prima di quattordici anni fa votavano quelli che adesso tifano Silvio.

Ho passato questi ultimi mesi con la certezza che il 13 aprile sarei rimasto a casa.
Ora non ce la faccio. E nonostante la campagna elettorale di Veltroni non mi sia piaciuta quasi per niente, forse alla fine in una delle camere sarò costretto a votare per lui (peggio, voterò Di Pietro). Colpa anche delle alternative di sinistra per niente propositive e vincolate a schemi ormai passati, ma che comunque han bisogno di sostegno. Visto che rimangono le uniche con un pensiero laterale all'interno dell'arco costituzionale.
Nel 1989 mio padre poteva permettesi di votare Pannella senza che nessuno venisse a rompergli le palle parlando di voto utile. Jovanotti, invece, votava James Brown ed io lo invidio.
Gli invidio la possibilità di aver potuto votare in anni in cui era possibile anche esprimere una minchiata del genere sentendosi leggero.
E lo invidio anche adesso per la fiducia con cui appoggia un candidato che ha come strategia primaria quella di non dire il nome del suo avversario.
Un po' come Clinton che poteva pure chiamare la Lewinsky "quella donna", ma alla fine della fiera sempre il cazzo in bocca le aveva messo.
E lo so, non è una bella immagine.

venerdì, aprile 11, 2008

Vi fidate di lui?



Io mi fido di Pikkio!


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