Io sono un coglione.
Lo dico prima. Alzo le mani.
Sono un coglione. E non nella accezione berlusconiana del termine.
Un coglione vero. Perché non so parlare e né so fare domande, come diceva quello, e perché mi sento inadeguato.
Anche se ho delle opinioni, anche se mi piacerebbe esternarle, riesco ancora a riconoscere e comprendere la mia piccolezza di fronte argomenti di così grande portata.
Perché i coglioni, quelli come me, sono quelli che sanno stare zitti mentre tutti si sentono in diritto di parlare.
Ho passato l’ultima settimana a leggere di tutto. E a leggerlo ovunque.
La questione morale e la legislatura, la religione e la medicina, l’amor proprio e quello cristiano.
Mi sono reso conto come ognuno di questi argomenti sia estendibile ad ogni aspetto della vicenda Englaro. Da quello politico/parlamentare a quello televisivo.
Mio padre mi ha passato un sacco di cattive abitudini, ma la peggiore di tutti è quella che mi costringe ogni giorno ad uscire di casa per comprare un quotidiano.
Quando capita anche due.
Abitudine che non riesco a scrollarmi di dosso, nonostante tutto, e che forse dovrei.
I giornali di oggi parlano tutti della stessa cosa. Della sconfitta della realtà e la vittoria dei reality.
Di Mentana che si dimette e del Grande Fratello che fa il record.
Ovunque si sottolinea la differenza del vero dramma, quello degli Englaro, utilizzando come se fosse uno specchio quello di cartapesta costruito dagli autori del GF.
Una sorta di doppio lynchano. Laura Palmer figlia adorata versus Laura Palmer Zoccola.
Eluana Englaro che muore ed una bionda coatta che viene eliminata perché ha preso a bicchierate un bullo di periferia.
E sapete che vi dico?
Io sto con la coatta e con il tipo da spiaggia.
Sto con il GF sempre in onda e X Factor.
Se mi sforzo un poco riesco addirittura a stare con gli Amici e con Maria.
Perché in tv la realtà non esiste. E non è mai esistita.
Porta a porta, Matrix di Mentana, lo specialone di Emilio Fede, sono reality esattamente come il Grande Fratello.
C’è la stessa pornografia dei sentimenti, anche se applicata alla notizia.
La stessa profonda disonestà intellettuale.
Meglio Morgan di Vespa. E meglio la zinnona di turno di Mentana.
Tutti hanno le stesso identico compito.
Quello di farci addormentare, e senza nessun decreto dietro l’angolo pronto a tutelarci.
Il paese reale non è quello che si nasconde nel trash, ma quello che ha bisogno del plastico di cogne per sentirsi informato.
E questa seconda settimana di febbraio è qui per ricordarcelo. Per sempre.