Primavera Sound 2005 Report (LT 07 Preview)
Stephen Malkmus - Home Alone (LT 06)
Adam Green - American Idol (LT 05)
Low... forever changes (LT 05)
Revisionismi: J Mascis - Martin And Me (LT 05)
Sono un ribelle, mamma (Write Up n.2)
Tra le pareti (www.julieshaircut.com)
Broken Social Scene: all in the family (LT04)
Revisionismi:Weezer-Pinkerton (LT04)
Le parole che non ti ho detto (MarieClaire feb 05)
Revisionismi: Scisma-Armstrong (LT03)
Meg: essenza multiforme (LT03)
Greg Dulli e Manuel Agnelli: Matrimonio all'italiana (LT03)
American Music Club e R.E.M.- Once were warriors (LT03)
La lunga estate dei folletti (LT02)
Not tomorrow!No manana!Today! (LT02)
Blonde Redhead sulle ali della farfalla (LT01)
Oltre la traversa (Il Mucchio Selvaggio 2002/2003)


Weeds



martedì, novembre 29, 2005

Tra a me e quell'altro che si chiama me (signora libertà, signorina... )

“Uffa, ma la vuoi smettere di cazzeggiare? Devi fare un sacco di cose. Devi!”
“Tipo?”
“Tipo magari lavare i piatti, o lavorare, o andare a prendere lo stipendio o aggiornare il blog.
Certo, anche quello. Mica pensi di potercela menare mesi e mesi con certi argomenti e poi fottertene quando è il momento…”
“E di cosa mi sarei fottuto?” “Di un sacco di cose. Di George Best, per esempio.”
“Io non mi sono fottuto di George Best, anzi, tutt’altro. E’ che c’ho pensato tanto ed alla fine forse è inutile scrivere qualcosa. Tanto chi voleva ricordarlo lo ha già fatto, e poi che cosa potrei fare io se non aggiungere aria fritta all’aria fritta. Non saprei neanche da dove cominciare.”

“Beh, potresti tirare fuori un ricordo personale, intimo ed allo stesso tempo leggero e carino. Tipo che per sei anni il faccione di George Best è la prima cosa che vedevi la mattina, una volta aperti gli occhi. Che per fregarti quel cartellone da appendere sul letto hai scavato una fossa dentro di te ed hai tirato fuori McGyver. E che oltre te quel cartellone lo hanno visto anche tutte le persone che hanno dormito nella tua camera. Volendo potresti fare uno di quei giochi di parole scemi che ti piacciono tanto, una sottile battuta tra le ‘persone ospitate nella tua camera’ e quelle ‘ospitanti nella tua camera’.
Poi potresti partire con una tirata delle tue su quanto è bella e necessaria la fantasia, su quanto sia importante credere nell’incredibile. Che tu sei uno di quelli che le quattro traverse di Ronaldinho vuole pensare che siano vere, anche se impossibili. Che vivi la vita con la speranza di prenderle anche tu un giorno quelle quattro traverse e che continuerai a provarci all’infinito. Perché era impossibile anche che un calciatore giovanissimo prendesse la palla praticamente nel giardino di casa sua ed entro pochi secondi si ritrovasse dentro la porta del Benefica con un portiere disperato, una coppa dei campioni in mano ed il pubblico in delirio. Era impossibile, ma è successo.
Come era impossibile che una volta arrivato sul tetto del mondo quello stesso calciatore si mettesse d’impegno per mandare tutto a puttane e magari andarci anche lui. Di scolarsi una carriera in due anni e tenerla a riposo in una teca insieme alle altre bottiglie appena svuotate. Anche questo era impossibile, ma è successo. E, non lo so, se proprio sei in vena potresti anche spiegare del perché, per certe persone, il buon senso è solo un peso in più, una specie di peso che ti tiene attaccato alla terra. Potresti aggiungere che uno abituato ai dribbling delle ancore non sa cosa farsene, le zavorre le butta via subito dopo il decollo. E ‘sti cazzi se una di queste ha il nome vita. Perché tra Fabio Caressa, George Best e Maradona non hai e non avrai mai dubbi. Meglio gli ultimi due. Anche negli sbagli.”
“Non lo so, non mi convince. E poi, finito Best sono finiti anche gli argomenti. E Flavio Tranquillo mi sta simpatico, ha pure un blog.”
“ Che cazzo c’entra Flavio Tranquillo? E poi, ma come, niente di quello che è successo negli ultimi giorni ha lasciato traccia?
I libri che hai letto, le persone che hai incontrato… i dEUS! Cazzo. Hai o non hai visto i dEUS?
E non ti è rimasto dentro nulla? Strano, perché io mi ricordo che sei uscito dal Velvet senza un filo di voce e che nelle due ore precedenti avevi un sorriso a ventimila denti stampato sul volto. Che Mauro Pawlowski è l’idolo definitivo, che la scaletta era perfetta, che sembrano i Bad Seeds e che alle porte di Rimini c’è un posto che si chiama 1995 e che non è un locale, ma l’anno di dieci anni fa che passa a trovarti, ti molla un colpetto sulla spalla e per due ore ti rimane vicino a fissarti mentre saltelli e che cerca di ferire i tuoi sentimenti esattamente come dice il testo di quella canzone. E poi il Mei… che non vuoi scrivere niente sul Mei?”
“…. mmm… è che… “
“E’ che?”
“Niente, pensavo, ma tu… l’hai ascoltato il singolo della Lecciso?”

lunedì, novembre 28, 2005

Aforisma (veloce veloce praticamente velocissimo)

E' più facile per un cammello passare nella cruna di un ago, uscire a cena con Giulietto Chiesa, incontrare "Antony per strada e fargli una pompa cipollata", camminare a piedi in autostrada e parlare al telefono con Papa Ratzi, che prendere un treno Eurostar ed arrivare in orario.

Che poi io i cammelli sui treni non li ho mai visti, però, insomma, spero di aver reso l'idea.

venerdì, novembre 25, 2005

Un pennello grande e un grande pennello


I pittori sono gente strana, possono passare una vita intera pensando di essere gli unici creatori di arte degna di nota e finire l’esistenza con il fegato devastato dall’invidia, oppure possono amare l’arte così com’è, appassionandosi sinceramente anche alle opere degli altri, senza per forza fare paragoni con il loro talento.

Mark Kozelek (Sun Kil Moon) è uno di questi, pittore per definizione (cantante chitarrista dei – parola orribile - seminali Red House Painters), non ha mai fatto finta di essere l’unico vero “possessore della fede” e molto spesso si è cimentato con la produzione di altre band o di artisti da lui stimati.
In "Tiny Cities" è il turno dei Modest Mouse, e chiunque abbia o abbia avuto familiarità con i lavori della band di Seattle sa quanto le loro canzoni siano personali e difficili da immaginare in mano altrui.
Un po' come scalare una montagna con un difetto motorio che ti costringe ad andare solo in discesa, oppure come vedere un vestito che hai sempre visto indosso ad una persona e che improvvisamente viene prestato ad un’altra.
Una scultura di ghiaccio che si trasforma in un acquarello.
Una sfida possibile: semplificare l'insemplificabile.
Rendere ancora più straniante una cosa già volutamente straniante.

I brani tratti da diversi capitoli della discografia dei Modest Mouse vengono rivisitati tutti con lo stesso trattamento fatto di voce, chitarre per lo più acustiche, archi dove capita ed arrangiamenti scarni e minimali. La scrittura incredibilmente varia di Isaac Brock esce fuori normalizzata dalla cura Kozelek, senza però perdere di spessore.
Allo stesso modo, lo stile asciutto del cantante/chitarrista riesce a rendere toccanti anche canzoni fatte per essere tutt’altro.
Perché i pittori sono gente strana, ma riescono a centrare il bersaglio del cuore anche solo con un divertissement.
O con un falso d'autore di un autore grande.

martedì, novembre 22, 2005

Gli anni novant'anni fa

Sono entrato in un negozio di dischi.
E questa non è una notizia che merita di essere scritta, ma è così: sono entrato in un negozio di dischi con l’idea di comprare un CD per fare un regalo.
Sono uscito che avevo in mano un cofanetto, uno di quelli che costano poco ma che contengono un casino di canzoni. E costano poco. L’avevo già detto, ma è importante.
E’ un triplo e davanti ha scritto un titolo che non è un titolo: “Nineties”.
Gli anni novanta.
Quelli di un film di Vanzina che non era Vanzina ma tanto è uguale, e quelli della mia adolescenza.
Il bello di questi cofanetti è il criterio con cui vengono compilati.
L’infallibile metodo “alla cazzo” che finisce per raggruppare pezzi hip hop con brani dance, rock, pop, indie e mainstream. Cagate immani e brani memorabili.
Tutti insieme appassionatamente come in un film degli anni sessanta ma forse pure prima.

Ho cercato di attribuire una qualsivoglia forma di valore artistico ad un’opera del genere, ma è successo che ho trovato di meglio.
Questi CD sono lo specchio esatto della nostra vita. Un piccolo diario di scheletri nell’armadio, un reminder digitale di quello che eravamo e delle esperienze che abbiamo vissuto.
Perché alla fine è sempre stato così: passiamo un’intera vita ad ostentare la nostra impeccabile discografia, perdiamo ore per stilare la lista delle nostre trentuno canzoni e mesi per quella dei cinquanta album, ma non è detto che le canzoni ed i dischi che più amiamo siano per forza quelle che più di tutte hanno accompagnato la nostra vita.
C’è poco da fare, spesso quei cinque minuti al giorno in cui accendevi la radio hanno lasciato il segno più di intere giornate passate in cameretta con i Metallica in sottofondo.
E forse non è proprio un male.
Anche se il coraggio di ammetterlo è troppo difficile da trovare.
Per cui:

Quanti belli scheletri negli armadi e quante belle biglie a rotolar (i miei anni ’90, insomma).


1990: La mia casa è piena di muratori, idraulici e falegnami. C’è da rifare il bagno e la cucina. Un delirio. Sono le 17.00 e tutti si fermano. Il Camerun ha segnato contro l’Argentina.
Sono iniziati i campionati del mondo di calcio. Un modellino di una Fiat Tipo con sopra il disegno della mascotte Ciao mi saluta dal tavolino. Sottofondo, ovviamente: Edoardo Bennato/Gianna Nannini: Un’ estate italiana

1991: La mia camera è piena di poster dei Litfiba e dei Guns and Roses. Nonostante tutto ogni mattina mi sveglio con Marco Baldini e Radio Deejay.
Non me la menare e S’incazza degli 883 sono le canzoni più programmate.
Poi un pomeriggio accendo la televisione e scopro che su ReteOro va in onda un canale musicale straniero. E’ MTV , e passa sempre un video con delle ragazze pon pon con la A di anarchia stampata sulle tette. La sento almeno dieci volte al giorno, ma la cassetta la compro che è già 1992, dal giornalaio. Con le prime cose ti relegavano una maglietta.
Nirvana: Smells Like Teen Spirit

1992: “Ma tu preferisci Ilaria o Miriana? A me piace Yvonne, ma non sopporto Antonella Elia!”.
Non ci sono ancora Ambra, lo zainetto, l’angiolino (eh) e il diavoletto, ma Non è la Rai già impazza. Con i miei amici passiamo intere giornate a prendere in giro il metallaro della scuola che poi quando è da solo canticchia Always di Bon Jovi. Poi arrivano le vacanze e passo tre mesi a canticchiare questa canzone:
Frankie Hi-Nrg Mc– Faccio la mia cosa

1993: Mia madre mi ha appena buttato tutta la mia collezione delle action figures del wrestling. Io sprofondo in quel mutismo tipico dell’adoloscente problematico e passo le serate chiuso in camera.
Scopro la radio, e Planet Rock diventa la mia religione. Un anno prima, alla mostra di Jurassic Park, ho comprato una cassetta di "Ten" dei Pearl Jam, ma il colpo di fulmine arriva grazie a Radio Due.
Sento una canzone una volta, due… alla terza la conosco già a memoria.
Pearl Jam – Daughter

1994: Muore Cobain, i capelli diventano ancora più lunghi. Anche se ogni estate mio padre mi obbliga a tagliarli. Le camice di flanella vanno in pensione con la scoperta di una specie di coscienza politica.
Il Presidente del Milan si candida, io scopro il potenziale fashion della kefiah ed i gruppi politicizzati.
Compro anche un disco degli Extrema. Forse sto impazzendo.
E’ uscito Pulp Fiction, ma me ne accorgo più che altro perché alla feste si balla facendo la forbice davanti agli occhi.
Guardando un concerto su Mtv scopro questa canzone, uscita quasi un anno prima
Cypress Hill: Insane in the Brain

1995: La Juve vince il primo scudetto dopo nove anni, nella Sampdoria, Chiesa, Mancini e Gullit sembrano il bambinello, la Madonna e il bue. A piccolo paesello di provincia qualcuno incomincia ad organizzare concerti. Ci sono anche gli Almamegretta.
Un loro pezzo diventa l’inno nazionale.
Almamegretta: Nun te scordà

1996: Vado a vedere i Pearl Jam per la prima volta. Regalo il mio primo nastrone ad una ragazza che non apprezza perché: “C’è troppa robba strana”. Nel frattempo scopro un’insana passione per il rap ed in un anno compro quasi solo dischi hip hop. Elio va a Sanremo, mi capita di limonare con Tapparella in sottofondo e fomentarmi più per il secondo evento che per il primo. Ogni mio amico che prende in mano una chitarra suona The Ghost of Tom Joad.
Ma la testa dondolava per Fugees: Ready or Not

1997: Agli esami di riparazione, la mia concentrazione è solo sui concerti che andrò a vedere una volta scesa la sera. Un giorno conosco una ragazza, bionda e bellissima. Parlottiamo un po’ e condividiamo un viaggio in metropolitana. Durante tutto il percorso ascoltiamo in cuffia “The Fat of The Land”, lei mi consiglia di ascoltare i Chemical Brothers, io penso che forse sono ancora troppo dance per i miei gusti, ma mi sbaglio. Una volta scesi a Termini incominciamo a dare spallate alla gente. Non l’ho mai più vista, ma mi ritorna in mente ogni volta che ascolto i Verve. Bittersweet Symphony. Ovviamente.

1998: Dopo un anno passato con “OK Computer” nel walkman, accompagno mia sorella ad un concerto di Jovanotti. Arrivano gli esami di maturità.
Vanno come vanno, ma comunque vanno e come premio ricevo una non meritatissima vacanza londinese. In un negozio di dischi sento questa canzone e perdo la testa:
Dandy Warhols: Not If You Were the Last Junkie On Earth

1999: Il primo anno interamente vissuto a Roma, il primo anno da solo, il primo anno in giro quando mi pare. La prima occupazione universitaria, il primo articolo pubblicato su un giornaletto e la frase “chitarre tonanti” usata per parlare di un album di Giorgio Canali.
Il primo Interrail. L’inizio di un sacco di cose, molte ancora in piedi, molte dimenticate.
Le radio passano questa canzone cento volte al giorno, bene… mi sarebbe piaciuta comunque:
The Red Hot Chili Peppers: Scar Tissue, ma potevo dire anche Narcotic dei Liquido.

lunedì, novembre 21, 2005

I consigli prematuri di [indiessolvenza]: cose da fare a febbraio duemilasei

Comprare (o downloadare, come dicono quelli di Rolling Stone), il disco in coppia di Mark Lanegan/Isobel Campbell , "Ballad Of The Broken Seas".

Ascoltarlo e scoprire che esiste un universo parallelo a cui si accede recitando all'incontrario il monologo finale di "Per un pugno di dollari" o, più semplicemente, mettendo nel lettore questo disco.
Chè gli anni sessanta non sono ancora finiti. Alla faccia di tutti gli altri revival.

domenica, novembre 20, 2005

La voglio vedere in mano a Robert Smith!



La Fender Hello Kitty!

(grazie a Quarantaquattropassiinfilaperseicolrestodidue... insomma: non è niente)

venerdì, novembre 18, 2005

Il blog definitivo

Ma quale indie, twee, electro, alternative, hip hop, underground, post rock, post punk, post al e post bano.
Da oggi: SOLO MACELLO!


(E' triste, ma doveroso, ammettere che Girolami c'era arrivato prima.)

giovedì, novembre 17, 2005

Offlaga Disco Solange (ovvero: ho un myspace, sono indie)


(Grazie MondoOltro per le belle chicche che ci dai)

Provate ad andare qui ed ascoltare l'incredibile hit Palline Colorate (sottotitolo: Gli effetti devastanti dell'ecstasy su un cartomante al raggiungimento della mezza età).

Il vero esordio dell'anno: il suo!

martedì, novembre 15, 2005

Dream Sequence

Ti sei mai chiesto il suono che fa una sbronza il mattino dopo, quando la testa è un’officina meccanica e nello stomaco sembra sia stato giocato il superball?

Ti sei mai chiesto quali note servano per completare la partitura della tua disillusione e quali strumenti per gli arrangiamenti di quello che chiamiamo amore?

Ti sei mai chiesto perché, nonostante il mondo giri a mille all’ora e quello che era buono cinque minuti fa ora è già materiale da operatori ecologici, ci sono cose di cui non potrai mai fare a meno?

E ti sei per caso chiesto del perché queste cose che per te sembrano essere importantissime, per tutti gli altri significano poco e niente? Te lo sei chiesto?

Oppure sei stato in silenzio, ti sei girato verso lo stereo, hai pescato nel mucchio di dischi ed hai messo su “The Last Romance”?

L’hai fatto?
Allora mi sa che hai vinto tu. Senza domande e senza risposte.

lunedì, novembre 14, 2005

Se scrivi un post a punti è perché dovresti fare altro ma proprio non hai voglia

_ Nuova settimana, nuovo attacco di bulimia musicale. Questa sera a Roma ci sono: i Mono da una parte e la doppia coppia Kaiser Chief/Nine Black Alps dall’altra. Domani è il turno di Architecture in Helsinki al Circolo degli Artisti, poi mercoledì si tira una monetina per decidere chi andare a sentire tra Steve Wynn e Scout Niblett e giovedì se ne tira un'altra per decidere chi andare a sentire tra Steve Wynn e Steve Wynn
Venerdì i Cat Claws si esibiscono a Frosinonee ci conducono al sabato, giornata in cui le monetine da tirare diventano almeno due. La scelta è tra: Ardecore al Circolo, Antony al Parco della Musica e One Dimensional Man ( con il nuovo batterista) al Qube. Domenica si guarda Serie A con Enrico Mentana e si dorme un bel po’ (prima, durante e dopo il programma).

_Leggo su diversi blog, che in alcuni CD targati Sony/Bmg ci sarebbe un virus pronto ad infestare il computer una volta attivato il player dono del meccanismo “copy-controlled”.Non voglio dire niente, ma se ti compri il cd di Ricky Martin un bel virus è il minimo che tu possa meritarti di ottenere. (Il virus dovrebbe esserei anche nel nuovo dei My Morning Jacket, “Z”, che tra l’altro pare sia un disco bellissimo. Pare.)

_ Questa notte ho sognato di aver fatto fortuna come autore di un serial televisivo.
Una cosa tipo “Dawson’s Creek”, ma ambientato in Italia e con personaggi meno segaioli.
Andava tutto bene fino a quando ho fatto pronunciare, in una puntata, la frase: “Vedere questo disco nelle mie mani è come vedere l’uccello di Gesù in quelle di una fondamentalista religiosa”.
Quando ho aperto gli occhi, i capi del network mi stavano appena comunicando il licenziamento.
Mi sono alzato, ho preso gli occhiali ed ho visto, sul comodino, la mia copia di “Kicking Televisions”. “Cazzo, ecco qual era il disco!”. Vi giuro che l’ho pensato davvero.

_ Ultimamente mi succede una cosa strana: appena metto un film nel lettore DVD mi addormento. Fin ora è successo con: “Le regole dell’attrazione”, “Le avventure acquatiche di Steve Zissou”, la versione deluxe di “Rocky Horror Picture Show” e lo spettacolo di Beppe Grillo. Le uniche cose che mi tengono sveglio si chiamano: “V.O.I.D.” e “Sell Out”. Rispettivamente i nuovi DVD di Flaming Lips e Pixies. Ed il bello è che sto consumando più quello dei primi che quello dei secondi.

_ Nuovi mestieri che mi sono inventato: il regista di snuff movies con colonna sonora rigorosamente twee pop. C’è qualcuno che si offre?

_ Piccolo quesito: ma perché le marche di vestiti così detti “street” hanno tutti nomi tipo: “Protest”, “Impact”, “Broke” e cose del genere?
E soprattutto: perché non esiste una sartoria specializzata in smoking chiamata “Tea” o “Posso Avere un Sorso di Bellini, Grazie?"

_ Gli Arab Strap saranno in tour in Italia verso la metà di Febbraio.
Alcune leggende metropolitane dicono che di lì a poco sarà il turno anche dei Mogwai.
Dato che non sono le stesse leggende che vogliono gli Strokes live a Roma venerdì prossimo, mi sento di dare un certo credito alla notizia.

_ Anticipazioni: i Sigur Ròs sono stati i più votati nel feud tra dischi dell’anno per i collaboratori di LOSINGTODAY. Chi se l’aspettava? (Io no di certo… )
Adesso stai a vedere che i dieci dischi dell’anno usciranno tutti tra il 21 novembre e il 31 dicembre.

_ Tra tutti i modi bizzarri per festeggiare un compleanno, mettersi un buffo berretto azzurro in testa e saltare davanti allo specchio mentre in sottofondo i Broken Social Scene urlano che “It’s all… gonna breaaaaaaaaaaaaaaaak” è sicuramente tra i miei preferiti.
Auguri First Lady!

_EnzoP ha chiuso il blog, viva EnzoP. L'uomo che "era una mezza coma".


(Nella foto il noto cronista sportivo Enzo Palatella alle prese con il suo sport preferito)

domenica, novembre 13, 2005

Ed is dead


Gli eroi son tutti giovani e belli.
I wrestler non sono mai belli e non sono eroi.
I wrestler non sono mai un cazzo: basano la loro vita/carriera sull'effimero, se sono campioni lo sono per finta, se sono cattivi lo sono per finta.
Anche i buoni... per finta.
Idoli dei bambini e di quelli che bambini non lo sono più da un pezzo, ma idoli per finta.
Di pezza.
Non sono sportivi e non vivono da sportivi, ma spesso muoiono come sembra che ormai debbano morire gli sportivi:
da soli, in un una camera di albergo ed in circostanze misteriose.
Pronti per essere dimenticati.

Buon viaggio, Eddie Guerrero.

venerdì, novembre 11, 2005

Affinità e divergenze


Domani. A Firenze (Benvegnù) e Roma (Julie's Haircut) .
Info: qui e qui

giovedì, novembre 10, 2005

Prendere l'hype a pallonate



Avete giocato nella famosa partita Splinder - Resto delle Piattaforme?

Vi fanno ancora male le gambe ed avete bisogno di un travaso di acido lattico?

Non avete giocato e non ve ne frega niente?

Bene: il 5 dicembre gli Arctic Monkeys (sì quelli lì!) vengono in Italia per un atipico press day.

Invece di interviste e compagnia bella, qualcuno ha avuto l'idea di organizzare un quadrangolare di calcio a 6 che dovrebbe vedere opporsi in campo:

la squadra degli Arctic Monkeys.

Una selezione di giornalisti di Rockstar e Rocksound.

Il Tropical Pizza Team (Radio Dj).

Una squadra di blogger.

In questo momento mi sento come Vialli ai tempi del Chelsea.

Siete sotto osservazione. Occhio alle convocazioni.

(Nel team Tropical Pizza giocherà sicuramente il mitico Nikki, l'idolo supremo che trascorreva le puntate di Deejay Television in uno sfascio. Il cantore de "L'ultimo bicchiere". In un certo senso è un po' come giocare a calcio contro Ozzy Osbourne.)

mercoledì, novembre 09, 2005

Le guide pratiche di [indiessolvenza]: come sopravvivere agli autobus romani

Sono anni, anzi secoli, anzi millenni, che la storia, la letteratura, il cinema ed i mass media ci dipingono i cittadini di Roma come esseri coriacei, disillusi, un po’ fresconi, ma dotati di grande coraggio.
Le ragioni che determinano questo tipo di carattere sono le più varie e disparate.
C’è chi sostiene che sia merito del “biondo Tevere”, chi causa dei geni ereditati da avi guerrieri, chi del “buco dell’azoto”, chi… metteteci voi quello che più vi aggrada.
Tutte motivazioni condivisibili, ma al tempo stesso errate.
I Romani sono coriacei, disillusi, fresconi e dotati di grande coraggio per un solo, semplice, motivo:
ogni giorno, i romani prendono gli autobus romani.
“E vabbè” direte voi (“va beh”, se siete di Milano), che cosa sarà mai?
I romani prendono gli autobus romani come i milanesi prendono gli autobus milanesi, i torinesi quelli di Torino e i forlimpopolesi quelli di Forlimpopoli.
OK, ma non è la stessa cosa. Non è per niente la stessa cosa.

Gli autobus romani sono un luogo della mente, un ponte immaginario che collega la città eterna a Baghdad sotto le bombe, o New Orleans sotto Katrina.
Una specie di “isola che non c’è”, in cui vigono leggi e regole che non trovano conferma in nessun altro luogo della società civile.

Innanzitutto: sono sempre pieni.
Sempre! Non c’è differenza tra il giorno di Natale e quello di Ferragosto, tra la domenica e il lunedì. Tra la notte e la mattina.
A Roma l’autobus si prende sempre. Talmente “sempre” che una domanda sorge spontanea:”Ma dove cazzo andranno mai tutti?”
Domanda che crolla miseramente quando si arriva alla conclusione che su quell’autobus stipato ci siamo anche noi e prima di chiederci dove vanno gli altri, dovremmo pensare a dove cazzo stiamo andando noi.
E vi giuro che questo non è affatto un bel pensiero.
Per salire e sopravvivere all’interno di un autobus romano occorre fare ricorso alle più disparate e particolari tecniche. Tecniche che si tramandano di generazione in generazione e che permettono a questa città di conservare il maggior numero possibile di abitanti.

Mentre si aspetta che l’autobus apra le porte, è sempre conveniente assumere una posizione simile a quella degli atleti che aspettano il segnale dello starter. Una volta aperte le porte, bisogna partire senza curarsi di niente e nessuno. E’ consigliabile usare i gomiti come solo ad un concerto dei Motorhead, in modo di farsi strada e mandare K.O. i potenziali avversari.
Nonostante tutto, riuscire a conquistare un posto a sedere è difficile come è difficile che Biscardi possa riuscire ad azzeccare un congiuntivo. Bisogna essere pronti, quindi, ad affrontare un viaggio in piedi ed in situazioni di estremo disagio fisico.
Per prendere posto su un autobus romano è necessario far uso del training autogeno per convincersi di essere come uno dei “fagioli della Carrà”, in modo di riuscire a sopportare la vecchietta che tenta di infilare la sua borsa dentro il tuo coccige, il vecchietto che appende l’ombrello bagnato ai tuoi jeans e la famiglia di cingalesi che ti spunta da sotto le ascelle tutta intenta a suonare Everyday I Love You Less and Less con dei flauti di pan.

Perché, come tutti i luoghi a sé, anche gli autobus romani godono di una particolarissima fauna che li popola e li rende tali.
Gli abitanti da autobus s dividono in diverse categorie:

  • Le vecchiette da autobus
  • I vecchietti da autobus
  • I visitatori occasionali da autobus
  • Gli animali notturni da autobus
  • I conducenti di autobus

Le prime sono sicuramente le più pericolose e quelle per cui è necessario un grado di attenzione altissimo.
Le vecchiette da autobus sono come le locuste: si attaccano alla preda e non la mollano finché non riescono a raggiungere il proprio obiettivo.
Di solito un posto a sedere, a volte semplicemente qualche attenzione.
Alle vecchiette da autobus, non importa niente di te, di quello che fai nella vita, se ti sei rotto un piede, se hai il colon divorato dal cancro… alle vecchiette da autobus interessa solo che tu sia disposto a levarti dal cazzo e che tu lo faccia nel più breve tempo possibile.
Solitamente ti si avvicinano, e senza dire una parola ti si piazzano davanti facendo gli occhi sofferenti e gemendo come se una bomba fosse scoppiata tra le loro ginocchia. Se non reagisci alzandoti immediatamente e cedendo loro il posto, il loro atteggiamento passerà in brevissimo tempo da irritante a furente.
La vecchietta da autobus incomincerà ad urlarti contro di tutto, a sacramentare sulla tua famiglia, a fare allusioni poco carine sui tuoi natali e non si placherà finché tu, stremato, scenderai dal mezzo.
E’ in queste occasioni che entra in scena la seconda categoria, quella dei vecchietti da autobus. I vecchietti intervengono di solito per dare mano alle loro pari età femminili e le fomentano dando vita a quelli che in cinque parole osiamo definire “i soliti discorsi da autobus”.
Di solito aprono le danze dando addosso agli stranieri - poco importa se l’oggetto in questione del loro dibattere è nato a nord di Bovise Masciago (città già soprannominata Masciagùn e a cui Leslie Feist ha già dedicato una celeberrima canzone: “Ooh oh… masciagùn, masciagùn”) ed ha i genitori dirigenti della Lega Nord - poi passano alla celebrazione di quando “c’era Lui”, smadonnano contro questa gioventù perditempo e fancazzista, invocano Badoglio e finiscono per dare la colpa di tutto all’Euro. Solo perché non gli hai ceduto il posto.
I visitatori occasionali fanno tenerezza. Li riconosci subito, sono quelli che prendono possesso del centro del mezzo e, per tutto il tragitto, mantengono la stessa espressione tipica dei marines colti alla sprovvista da un attacco di Vietcong. Fanno fatica a rilassarsi e mantengono costantemente le mani a proteggere portafoglio, borse e quant’altro. Sono la preda perfetta per un’altra categoria non citata nella lista di poco sopra: i borseggiatori da autobus.
Di tutti i protagonisti di questo nostro excursus, i più divertenti sono sicuramente gli animali notturni da autobus. Possessori di quella follia tipica del popolo della notte, si dividono a loro volta in diverse sottocategorie.


I folli, appunto, innocui, caciaroni e imprevedibili. Sono in grado di improvvisare spettacolini, come di generare vere e proprie catastrofi.
Chi non si è mai trovato a contatto con uno di loro non può vantarsi di saper veramente affrontare gli autobus romani. Personaggi mitici come l’omone di colore che riesce a fare uscire gli occhi dalle orbite, il vecchio che si crede Chuck Norris e lotta contro ninja immaginari, il misogino che inveisce costantemente contro il sesso femminile pronunciando frasi da non utilizzare in una conversazione salottiera… tutti personaggi entrati nel cuore di questa città quasi quanto Giulio Cesare e Er Monnezza.
Purtroppo non ci sono solo loro, purtroppo ci sono anche i minacciosi: piccoli esponenti della triade, avanzi della banda della Magliana, papponi, ultras della Lazio…
Tutta gente che trascorre le proprie nottate sugli autobus con la speranza di fomentare una rissa e condire la propria esistenza a colpi di “Ma che cazzo te guardi?”, et similia.
Poi ci sono gli autisti, i veri protagonisti della vita da bus. Gli eroi immortali che detengono il potere, e come gli dei dell’antica Grecia dispongono del nostro destino e lo plasmano secondo la loro volontà.
Ma essendo Roma una città senza uguali ed il mondo degli autobus quel sottobosco di cui stiamo parlando da quasi settemila battute, anche gli autisti non sono immuni da quella follia essenziale per sopravvivere all’altra follia. Quella altrui.
Ho visto con i miei occhi autisti stare fermi al capolinea ad ascoltare l’intero primo tempo di una partita della Roma, mentre l’autobus si riempiva e le persone si spazientivano. Li ho visti fermarsi in strade ad alto scorrimento solo per redarguire passeggeri troppo zelanti a colpi di “Mo’ basta, m’hai rotto er cazzo. Scenni!”.
Li ho visti incazzarsi con chi violava le leggi antifumo e li ho visti accendersi, subito dopo, sigarette su sigarette.
Dei veri e propri eroi. Nient’altro da aggiungere.
Pari agli autisti, ma molto più rari e stronzi, sono i controllori, degli esseri in grado di esprimersi solo e sempre a blocchi di due parole: “Biglietto, prego”, “Sono cinquantuneuro” o “Paga subito?”.
E basta.
Sono loro il vero male dei trasporti pubblici, romani e non solo. Coriacei, disillusi, un po’ fresconi, ma dotati di grande coraggio dall’alto del loro tesserino.

[continua… ]

lunedì, novembre 07, 2005

Take XTC with me

Ascoltare un disco in versione demo, dopo che lo si è consumato per tanto tempo in versione “ufficiale”, è come andare a letto con quella che per anni è stata la tua migliore amica.
E anche se al letto con le amiche sarebbe meglio non andarci mai, sappiamo tutti quanto sia difficile resistere al fascino dell'atto in sé.
Perché non c'è niente da fare: conosci una persona, la conosci meglio e poi ancora un po' di più, le dici tutto quello che nessuno sa di te ed apprendi tutto quello che nessuno sa di lei.
Ma proprio tutto.
Tipo che: nessuno sa che quella volta al pub, da ubriaca, si era fatta mettere le mani nelle mutande da coso, ma tu sì. E anche coso, certo. E anche lei, ma anche tu. Ed è del "ma anche tu" che ti importa. Della sensazione di far parte di quel club esclusivo delle persone che "sanno". Dei confidenti.
E ti illudi che lei per te sia un libro aperto, che tutti gli spigoli del suo carattare davanti a te si smussino e diventino cerchi.
Cerchi di cui tieni in mano i raggi. Tu i raggi e lei il P Greco.
Roba che messi insieme e diviso due, siete gli unici in grado di calcolare l'area.

Ma una sera le cose vanno in un modo strano. Siete su un divano, guardate un film con Johnny Depp, parlate, scherzate... vi baciate.
Tutto come al solito, tranne l'ultima. E l'ultima è quella che conta, quella che spinge ad andare avanti, che non vi fa fermare, che vi riduce nudi e che cambia tutto.
Proprio quel tutto di cui vi ritenevate dominatori assoluti.
E si scoprono pregi nuovi, ma anche difetti, si diventa intimi sul serio dove prima si era intimi di brutto. Intimi di un'intimità che non fa bene, che pesca nella memoria e che trasforma tutto quello che problema non era in problema enorme.
E diventa difficile trovare il coraggio di riguardarsi negli occhi, di far tornare tutto come prima, di essere di nuovo un cerchio con i raggi.
Si diventa quadrati. Quadrati senza base e né altezza.
Oppure si diventa due cerchi uniti. Un insieme, insomma.

Con le versioni demo dei dischi che più si apprezzano è esattamente la stessa cosa. Quando va bene, le grandi infatuazioni diventano grandi amori, quando va male...
Conosco persone in grado di scrivere tesi di laurea sulle session di registrazione di "Funhouse", altre che hanno tutte le take di Strawberry Fields Forever e sono in grado di riconoscere anche le più impercettibili differenza tra l'una e l'altra.
Conosco gente che ha speso intere giornate per scaricarsi i demo di tutte le canzoni dei Modest Mouse e ne conosco altra che giurerebbe davanti a Dio che le versioni primordiali dei pezzi di "Yankee Hotel Foxtrot" siano meglio di quelle poi finite nel disco vero.
E non è detto che abbiano tutti i torti.
Sono migliori in un modo diverso, quel modo che ha l'opera quando non è definitiva. Quando dà la sensazione di addentrarsi in un processo creativo e di farne parte, di essere lì mentre le cose stanno ancora per succedere e non arrivare dopo, quando è tutto finito.
Fissato su nastro. Letteralmente.
Un po' come vedere un bambino diventare grande giorno dopo giorno.
Ecco Perfect Day che è solo un abbozzo alla chitarra, ed eccola di nuovo che è una canzone con il pianoforte ed alla fine un pezzo con l'orchestra e tutto.
Eri lì quando spegneva la prima candelina e quando levava le rotelline dalla bicicletta.
Quando perdeva la verginità, e quando firmava le carte del divorzio.
Eri lì e lei era con te. Tua quasi più che del suo autore.
Non so se queste immagini siano fioccate anche nelle teste di Partridge e Moulding (sì, gli XTC) il giorno in cui hanno deciso di pubblicare i demo di "Apple Venus" e "Wasp Star".
E non so se siano tornate alla mente quando hanno deciso di metterle insieme ai dischi "veri" e confezionarle in un unico, enorme, cofanetto.
Un po' come vedere la fidanzata e la migliore amica sedute l’una di fianco l’altra, e sapere benissimo che si tratta della stessa persona. Anche se un po’ diversa.
Un po’ come intrufolarsi di nascosto nella sua camera e scovare il “diario segreto”.
Un po’ come leggerlo.
Una cosa che non si dovrebbe fare mai, ma che regala una sensazione impagabile.
La sensazione dell’ “esserci”.
Dello stare lì mentre le cose succedono.
Con Partridge, in cucina con tastiere e quattropiste, oppure in camera da letto con chitarra e walkman… in soggiorno, seduto al pianoforte.
Lì, come un guardone qualsiasi, ma meglio.
Molto.

giovedì, novembre 03, 2005

Maybe we can dance... domani e pure dopodomani


Venerdì 4 novembre.
FestArte - Locanda Atlantide - Via dei Lucani 22b - San Lorenzo - Roma.

Io e lui mettiamo i dischi.
Voi ballate. Se volete.

E se non ne avete abbastanza: sabato a Roma ci sono gli Amari e dopo di loro i Fare$oldi e dopo ancora i Sad Pandas (che poi saremmo sempre noi due, o forse uno solo dei due), al Qube (via di Portonaccio 212). Info qui: www.subbacultcha.it

mercoledì, novembre 02, 2005

Mediatrekking

Questa mattina mi sono svegliato. Con LA FEBBRA.
Nel senso che ce l'avevo quando sono andato a dormire e non ce l'avevo più quando mi sono svegliato.
Ma io ho sempre odiato i blog che hanno post tipo: "Questa mattina mi sono svegliato".
Per cui cancello tutto e riparto.
Ché non è importante come e quando mi sono svegliato, ma è importante quello che ho fatto:

Ho acceso la televisione.

Nelle frequenze di quella che fino a ieri si chiamava Telemarket, è comparso un nuovo canale televisivo (a Roma 767.25 , nel resto d'Italia non so). Ha un logo che non si capisce, ma passa musica 24 ore su 24. Tenuto in sottofondo durante la colazione, i video più pop in rotazione sono quelli di Goldfrapp e Juliette and The Licks, quelli meno: gli Altro e gli Skinny Puppy.
In mezzo: The National, Arctic Monkeys, Go Team!, Eels, Who Made Who.
Tutti in chiaro, in pieno giorno, senza pubblicitàà e chiacchiere da vj.
Ogni tanto appare qualche assurdo ed inutile messaggio promozionale.
Altre volte il link ad un sito: http://www.yos.it/.
Enigmatico e che non spiega quasi nulla.
Qualcuno sa qualcosa di più?
So che la pacchia non durerà a lungo, ma al momento sembra un'oasi felice nel piattume musicaltelevisivo.

Sempre per rimanare in ambito media e dintorni (non si era capito: questo post parla di quello),
il sabato notte su Radio Uno, è possibile ascoltare la nuova versione di Stereonotte.
Conduttore d'eccezione: Federico Guglielmi.
Visto il tenore delle playlist, passare un sabato a casa non dovrebbe essere poi così male (purché sia senza FEBBRA).
Ogni sabato la puntata viene aperta da un ospite e dai suoi dischi "del cuore". Questo sabato: Riccardo Bertoncelli, prossimamente Mauro Ermanno Giovanardi (La Crus).

Ancora radio, ma web.
Radionation per la precisione, e la sua campagna di raccolta fondi per "mantenersi libera)
Essù, mettiamocelo 'sto soldino!

Domani da Celentano c'è Patti Smith. E vedi che alla fine 'sto stronzo (con simpatia,eh!) lo trova sempre un modo per farci andare davanti al televisore. (Celentano la prego, non se la prenda per l'insulto: 'sto è lento, ma stronzo è rock. Per cui se lei è rock, è pure...)

Trent'anni fa moriva Pasolini. Marco lo ricorda così e raccomanda Babysnakes che lo ricorda in un altro modo. Le televisioni italiane mandano in onda i suoi film.
Peccato lo facciano in orarari in cui anche Donato B. detto Patrizia appende il pisello al chiodo e va a dormire.
Paura eh!?

(In fin dei conti anche questo era un post a punti, ma non l'ho fatto volutamente. Giuro).

Update (via Emmebi che me l'ha passato, ma soprattutto via Italia Oggi):

Telemarket finisce in musica

Mtv sperimenta un canale di clip sulla ex Elefante

"...perché le frequenze di Elefante Tv, che a regime verranno utilizzate per potenziare il digitale terrestre di La7, al momento ospitano in analogico un canale musicale senza nome, che mette in onda videoclip alternativi e sponsorizza un indirizzo internet (www.yos.it) con un dominio che fa riferimento a Mtv Italia srl. Non è semplice capire il destino di questa sperimentazione, anche perché i vertici di Telecom Italia Media, Antonio Campo Dall'Orto in testa, sono tutti impegnati a Lisbona per gli Mtv Europe Music Awards, e non rispondono. Sul sito ´yos' ci sono centinaia di messaggi, in una sorta di chat line in cui molti si chiedono che fine abbia fatto Telemarket, e altri paiono apprezzare la novità, usando la lingua acre e i toni forti tipici della rete: ´Che è 'sta roba? I video, se non altro, sono tutti abbastanza fighi. Sembra di vedere Mtv Brand:new'... "

martedì, novembre 01, 2005

Se scrivi un post a punti è perché hai LA FEBBRA!

_ Nel silenzio più totale è uscito il nuovo cd di J Mascis. E fin qui tutto bene.
Quello che non è "tutto bene" è che il cd è interamente dedicato alla vita e alle opere di Sri Mata Amritanandamayi Devi, per gli amici Amma, santone indiano a cui J ha deciso di recente di consacrarsi e che beneficerà dei ricavi derivanti dalle vendite del disco. Vabbè... (altre notizie, qui)

_ Daniele Luttazzi si vendica di Eugenio Scalfari. Era ora, e poi: ma c'è ancora qualcuno che riesce a leggere gli articoli di Scalfari fino alla fine?

_ Berlusconi dice che Bush ha paura di quello che potrebbe diventare il nuovo governo italiano.
Dice pure che non è che Bush gliel'ha proprio detto, però, insomma, è riuscito a farglielo capire.
Per la serie: modi bizzarri per interpretare un "piedino".

_ C'è questo disco live di Bright Eyes che si chiama "Motion Sickness" e che esce fra qualche settimana. Ottima la scaletta (tranquilli: è il tour acustico) e ottima anche la resa. Pure troppo.
Nel senso: chiunque abbia visto Bright Eyes suonare dal vivo, sa cosa aspettarsi. Una band poderosa ed un front man irrequieto che ogni tanto (spesso) finisce per "buttarla in caciara".
"Motion Sickness", invece è talmente perfetto che sembra quasi un disco in studio a cui sono stati aggiunti degli applausi in post produzione. Tipo un qualsiasi disco live di Ligabue. Ecco.
Grazie a Dio, "Kicking Television" sarà tutta un'altra cosa.

_ Sempre a proposito di Wilco, gli On Fillmore sono il side project del di loro batterista (Glenn Kotche) e di Darin Gray. Sono solo basso e batteria e sono una delle cose più folli mi sia mai capitato di ascoltare ultimamente.

_ Tipo che se, nei prossimi giorni, nella vostra città appare un cartello con su scritto Langhorne Slim, mollate tutto quello che state facendo e cercate di andarlo a sentire. Langhorne che non si chiama Langhorne, è un ragazzetto di 24 anni che suona la chitarra, pesta i piedi per terra e canta divinamente. E' hillbilly, ma pure country, folk e secondo me pure un po' punk rock.
Ieri, all'ora di cena, è entrato trafelato in un negozio di dischi, si è seduto su uno sgabello ed ha ammutolito tutti per una quarantina di minuti. Un talento... vero. (Qui per le date e per un po' di musica).

_ Un po' di notizie veloci, ma che dico velocissime: Zack Sally ha lasciato i Low, forse è arrivato il momento di dedicarsi alla sua casa editrice di fumetti, forse no. I La Crus hanno fatto uscire un nuovo disco, i Pixies un nuovo dvd, si sono riformati i Cannibal Ox, i QOTSA pubblicheranno un live e i vicini fanno scendere il cane "che lo piscio".

_ ActiGrip is "the perfect drug".


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